Elezioni in Campania : Una scelta obbligata per un esito possibile

* comitato politico regionale del PRC della Campania

La decisione assunta dal vertice nazionale della Federazione della sinistra di partecipare alle prossime elezioni regionali in Campania con proprio simbolo e candidato a presidenza è stata accolta con sbigottimento ed in parte subita dal vertice del gruppo dirigente regionale del Prc, la cui ostilità è chiaramente simboleggiata dall’abbandono del partito dell’assessore Corrado Gabriele, uno dei fedelissimi della giunta Bassolino, che ha una certa influenza tra i gruppi dirigenti ed aree del partito.

Alla decisione ha concorso l’improvvisa incoerenza dell’IdV che, a sorpresa, ha deciso di appoggiare il candidato presidente De Luca del PD, precedentemente ritenuto dallo stesso Di Pietro del tutto improponibile, in quanto fortemente compromesso rispetto alla questione morale. Il destino di questa candidatura sarà definitivamente segnato delle imminenti scelte che De Mita e UDC faranno nelle prossime ore, i cui esiti sono vincolati alle solite trattative di sottogoverno. Entro questo quadro non va sottaciuto che il Pdci in Campania è stato attraversato da una crisi dovuta alle dimissioni di autorevoli dirigenti, consegnate prima della candidatura De Luca, in quanto ritenevano, al contrario dell’orientamento maggioritario, non praticabile un’ alleanza col c.s. in Campania, per un giudizio pesantemente negativo sull’esperienza del governo Bassolino. Ora, con la nuova situazione che si è venuta a determinare, cioè la Federazione che si pone come terzo polo in questa tornata elettorale, ci sono tutte le condizioni per il ricompattamento del PdCI campano, che noi tanto auspichiamo, che con i suoi valenti quadri tanto può dare alla nostra causa comune.

Nei limiti di questo quadro non va quindi ignorato il carattere tattico che ha spinto la Federazione alla partecipazione indipendente, autonoma ed alternativa a quest’impegno elettorale regionale. Tale scelta ci spinge, come Rifondazione Comunista, finalmente a fare i conti con la negativa esperienza di governo col c.s. sia Napoli che in Campania, dove il Prc non ha mai voluto incamminarsi in direzione dell’affrancamento da un decennio di subalternità prima dei DS e poi del PD; infatti il permanere di una ambiguità del Prc nella oscura partecipazione al governo della città appare contraddittoria rispetto alla scelta della Federazione della sinistra di correre da soli. In poche parole una scelta tutta in salita.

Fatte queste premesse, pur in presenza di tanti limiti e contraddizioni, la determinazione di correre da soli presa dalla Federazione e ratificata dal Comitato regionale campano del PRC obtorto collo può rappresentare, al di là delle intenzioni, un concreto tentativo di discontinuità, anche rispetto al modo in cui ci si è mossi sciaguratamente in altre regioni (vedi Lazio) con un procedere del tutto contrario agli interessi dei comunisti e della sinistra. La composizione della lista e la candidatura alla presidenza devono chiaramente esprimere la volontà di perseguire questa discontinuità affinché essa assuma un segno emblematico, un valore nazionale, per concorrere alla costruzione di una linea univoca , la elaborazione di una piattaforma politica e sociale quale risposta alla crisi che attraversa l’occidente. Una crisi che la debolezza del tessuto produttivo del paese non è in grado di arginare, ma che diventa più acuta in Campania e nel resto del Mezzogiorno già in balia di potenti poteri criminali. Una crisi che le classi dominanti tentano di gestire con il ricorso a preoccupanti derive autoritarie in tutti i campi della vita civile, democratica e costituzionale del paese. Un episodio di inaudita gravità come quello di Rosarno, ha suscitato una reazione debolissima, ciò indica il preoccupante livello di difficoltà del tessuto democratico a reagire. E’ necessario liquidare le politiche consociative e corporative perseguite dai sindacati e dal PD, giustificate con la logica del minor danno, che tanto hanno indebolito le organizzazioni di massa. Bisogna capacitarsi che la proposta politica e sociale dei comunisti e della sinistra per il rilancio di un progetto di società alternativa non può attendere oltre.

Assunto ciò, si può cogliere l’occasione elettorale affinché in Campania possa avviarsi una fase che lanci la nostra autonoma piattaforma politica e sociale in netta opposizione alle derive neoliberiste dei due poli, contro i processi di privatizzazioni che essi intendono ulteriormente perseguire, che tanto spreco hanno prodotto, incrementando rendite parassitarie, poteri criminali, inquinando le istituzioni e la politica a tutti i livelli. E’ necessario indicare a tutte le forze sane della nostra Regione, a partire dai lavoratori, dai precari, dai disoccupati e, in particolare, dai giovani, come prioritaria la trincea della battaglia sociale per il lavoro e i diritti, oggi più che mai sotto l’attacco della crisi capitalista. Provando a spiegare che quella lotta è la via maestra per difendere efficacemente le conquiste democratiche e costituzionali. Provando a convincerci, anche noi, che ancora una volta i comunisti possono contribuire in maniera decisiva al progresso sociale e civile.