Effetto boomerang

Ieri tutta la stampa (quella occidentale almeno) gridava allarme per un terribile attentato terroristico, evitato all’ultimo momento dai servizi inglesi. «Terrorismo: il mondo in stato di allerta» era il titolo di Le Figaro. Tuttavia, nello stesso giorno del massimo allarme, Bush e Blair con due impegnati discorsi dicevano che era da molto tempo che i terroristi erano sotto controllo. E questo il nostro giornale, controcorrente, già notava nell’editoriale di ieri, distinguendosi dal coro di stampa e tv. Se è così, se tutto era sotto controllo, perché lo straordinario grido d’allarme? Perché bloccare le linee aeree e costringere migliaia di persone a stare ore e ore negli aereoporti, pieni di paura? Perché diffondere il terrore in tutto il mondo?
Questi interrogativi mi sembrano più che legittimi e richiedono una risposta al perché di questa massima enfatizzazione dell’allarme. La prima risposta, un po’ ovvia, è quella di rinfocolare nell’opinione pubblica la paura e l’odio per i terroristi, i «fascio-islamici» di Bush. Ma pensate, che cosa diremmo noi se dall’altra parte ci venisse l’accusa di «fascio-cristiani»? Si rafforza in me la persuasione che quella di Huntington è la dottrina fondamentale e fondamentalista di Bush e Blair, i quali non sapendo più che politica fare cercano una via d’uscita nella più suicida delle ideologie, quella del terrore.
Ma c’è – a me pare – un’altra domanda da porsi: questa massima esaltazione della paura ha accresciuto il consenso alle politiche di Bush e Blair oppure ha avuto un effetto boomerang? Le migliaia di persone in attesa negli aereoporti e i milioni di persone terrorizzati dalla stampa e dalla tv di ciascun paese si chiederanno – e con un po’ di rabbia – ma perché ci avete bloccati negli aereoporti e perché ci avete terrorizzati se tutto, e da qualche mese, era sotto controllo?
La risposta, di buon senso, di tutte le persone bloccate nei vari aereoporti d’Europa e d’America potrebbe essere quella di mandare al diavolo Bush, Blair e la loro guerra infinita, che sembra l’unica loro trovata per restare al posto di comando. Qui sarebbe il boomerang, che sarebbe un boomerang del buon senso. E qualcun altro potrebbe pensare che la trovata della «guerra in cielo» è un tentativo di sostenere la guerra in Libano, che, comunque finirà (se finirà), registra due fatti rilevanti: 1) l’arbitrarietà di questo attacco al Libano e ai palestinesi; 2) la sconfitta politica e anche militare dell’attuale dirigenza di Israele e dei suoi amici americani. Se gli hezbollah cominciano a essere paragonati ai vietcong, negli Usa e in Israele dovrebbero ripensarci.
«Il sonno della ragione genera i mostri» recitava un vecchio detto. Il dubbio che la ragione dorma di grosso è forte. Libano, Iraq, Afghanistan sono ormai guerre senza esito e che, proprio per questo, generano altre mostruosità. Il mondo è cambiato profondamente. Le guerre con vincitori e vinti, che sono nella nostra memoria e nella nostra esperienza, non sembrano più possibili. La prospettiva, se gli Usa continuano su questa strada, è quella di una guerra civile mondiale. In attesa di altre mostruosità, paure e massacri. Il nuovo secolo non comincia bene.