Editoriale “Bei tempi che furono…”

Un mostro si aggira minaccioso per l’Europa: la direttiva Bolkestein –ma ora non si chiama più così -, quella che di fatto fa scendere il sipario su ciò che resta del sistema di previdenza sociale, di diritti dei lavoratori, di servizio pubblico, si appresta ad essere approvata definitivamente dal Parlamento Europeo. Da Bruxelles all’Italia: nella prossima legislatura – quella che si inaugurerà dopo le elezioni di aprile –, presumibilmente, siederanno in Parlamento, affianco agli eredi – tali, presunti e autodichiarati – di Don Sturzo, strani personaggi della Destra radicale neofascista– Tilgher, Saya, Fiore -. E mentre l’eco dei tamburi di guerra – meglio sarebbe delle cannonate – si fa sentire sempre più prossimo, monta ovunque una marea reazionaria. In questo clima ed in questo quadro a pochi mesi dalle elezioni politiche nella Repubblica Ceca, l’attuale governo di destra, unitamente a una mozione presentata ( e bocciata) lo scorso gennaio al Parlamento Europeo intitolata “Necessità di una condanna internazionale dei crimini dei regimi comunisti totalitari”, sta attaccando deliberatamente, il terzo partito per influenza elettorale nel Parlamento e nel Paese ed uno dei più solidi partiti comunisti in Europa: il Partito Comunista di Boemia e Moravia ( KSCM).
Primo passo di questa aggressione è l’intimazione di mettere fuori legge il 4 marzo, il KSM, l’Unione della Gioventù Comunista. Il KSM – che fa parte della Federazione Mondiale della Gioventù Democratica forte di 70 milioni di iscritti a centinaia di organizzazioni giovanili comuniste, socialiste, di sinistra, antimperialiste di ogni continente – è un associazione civica composta da giovani progressisti molto attivi, che leggono e parlano di Gramsci, Marx, Engels e Lenin, che vivono e conoscono i problemi sociali del loro paese impegnandosi a risolverli.
Lo scorso dicembre il Ministero degli Interni della Repubblica Ceca ha però intimato al KSM di rinunciare alle sue proposte politiche, alla sua identità comunista ed ai suoi principi marxisti-leninisti. Il KSM sarebbe così costretto a modificare il proprio Statuto e il proprio programma, epurandolo di ogni riferimento al “marxismo-leninismo” e ad ogni ipotesi di “trasformazione rivoluzionaria della società in senso socialista e comunista”.
Da tempo nella Repubblica Ceca è in atto una campagna anticomunista che è cresciuta di intensità negli ultimi mesi: tra queste iniziative c’è stata per esempio una petizione intitolata “ Aboliamo i Comunisti”, volta a far passare una legge che criminalizzerà le idee comuniste, il movimento e la parola “comunista”. Questo provvedimento, che è già passato al Senato Ceco e deve essere discusso alla Camera dei Deputati, metterà sullo stesso piano il comunismo e le sue idee e il fascismo ed i suoi crimini. Tutto ciò si basa su criteri di discriminazione politica e ideologica, antidemocratici e anticomunisti che mirano a restringere la libertà di associazione e di espressione della popolazione della Repubblica Ceca. Sono deliberate operazioni antidemocratiche, volte a colpire i movimenti progressisti ed i diritti e le libertà più elementari dei cittadini attraverso l’implementazione della cosiddetta “legislazione anti-terrorismo”, da parte del governo degli Stati Uniti e dell’Unione Europea.
Le iniziative contro il KSM sono una forma inammissibile di manipolazione politica che tenta ancora una volta di isolare i comunisti e di criminalizzarne l’ideologia, e con ciò limitare ogni azione sociale che rivendichi maggiore spazio alle aspirazioni dei giovani alla pace, all’istruzione, al lavoro, alla solidarietà, allo sviluppo sostenibile, ad una cultura progressista. In Italia, in pochi giorni, è stata messa in piedi una campagna di sensibilizzazione verso la cittadinanza e di pressione verso le autorità diplomatiche ceche, culminata con una raccolta di firme che ha visto la partecipazione di personalità eminenti della cultura, della società civile e della politica nazionali. In tutto il mondo importanti mobilitazioni sono state messe in campo per chiedere il rispetto della libertà e della democrazia nella Repubblica Ceca, la cessazione di queste provocazioni politiche e per esprimere solidarietà alle vittime di questo assalto antidemocratico ed autoritario, con la convinzione che le forze capitalistiche ed imperialistiche non riusciranno mai a fermare la lotta dei giovani e dei popoli per la libertà. Finora, con le mobilitazioni in Repubblica Ceca ed internazionali, siamo riusciti a rinviare ulteriormente l’entrata in vigore del provvedimento. Noi comunque terremo gli occhi aperti…