Ecco la lista dei conti milionari di Vaduz

Eccola la lista completa dei conti del Liechtenstein: 388 persone, molte appartenenti a gruppi famigliari, per un totale di 157 conti bancari. Il totale dei depositi arriva alla considerevole cifra di 1 miliardo 337 milioni 250 mila di euro, oltre 2500 miliardi delle vecchie lire. Tutti sottoposti ad accertamenti da parte dell’Agenzia delle entrate e tutti indagati per omessa e infedele denuncia dei redditi, ovviamente tutti innocenti fino a quando accertamenti ed indagini non saranno completati.

Ieri la procura di Roma ha trasmesso ai vari uffici giudiziari sparsi per l’Italia, in tutto 37 prevalentemente al centro nord, i vari fascicoli ed in serata le agenzie di stampa hanno reso noto l’elenco completo. I lettori del «la Stampa» lo possono leggere in forma integrale sul nostro sito Internet. Da oggi, insomma, la black-list dei conti di Vaduz è a tutti gli effetti ufficiale e di fatto conferma tutte le indiscrezioni pubblicate nei giorni scorsi.

Le novità, però, non sono finite: nell’elenco spunta ad esempio il nome di Adriana Cartotti Oddasso, di professione «professoressa e scrittrice», nota per essere una studiosa di Santa Caterina da Siena. Alla donna vengono attribuiti 34 milioni di euro sul conto della banca Lgt ma anche una serie di immobili a Monaco. Poi si scopre che il conto da 7,5 milioni di euro attribuito alla cantante Milva, per l’anagrafe Maria Ilva Biolcati, è cointestato alla figlia Martina Corgnati e alla sorella dell’artista, Luciana.

I conti più importanti, come è noto, sono invece riconducibili al gruppo farmaceutico Menarini (476 milioni) ed alla famiglia Gentili-Mian (200 milioni). In lista anche gli industriali Manini (l’azienda di cancelli automatici Faac) che sarebbero titolari di conti per 18 milioni, la famiglia di Bujar Ferra (31 milioni), i Facchini (7), ed i Radici-Pesenti, che però come tanti altri nei giorni scorsi si sono chiamati fuori dalla vicenda.

I titolari del Gruppo Pessina (costruzioni) sono invece indicati con conti per 32 milioni di euro. E ancora: alla famiglia Bax fa capo un conto da 20 milioni di euro), ai Ryan di 15, 35 agli industriali Pichler, 15,5 agli Amenduni, 60 ad un gruppo familiare legato all’ex direttore sportivo della Ferrari, Marco Piccinini. Poi c’è la famiglia Groppo (13 milioni), i Garbagnati (15), Alessandra ed Enrico Marcora (20 milioni), i Carlo Sama ed alcuni membri della famiglia Ferruzzi (5,2) Vito e Luca Bonsignore con 5,6 milioni di euro.

La lista comprende nobili, come Clotilde Baretieri Sforza (650 mila euro) ed il conte Pietro Arvedi D’Emili, medici (Carlo Mazzi, 5 milioni), orafi (Vaschieri con 6 milioni, Sgragi con 650 mila) e gioiellieri (Chimento con 6,3 milioni e Vittorio Boni con 3), un macellaio (Paul Prast, 5,5 milioni) ed un allevatore di cavalli (Bomnora, 650 mila euro). Ci sono diversi pensionati Inps (tra cui Stefano D’Archino, 700 mila euro) e diversi manager (a cominciare da Pasquale De Vita, presidente dell’Unione petrolifera, con un conto da 1 milione). C’è pure un cittadino iraniano, Massoud Mowlazadeh (650 mila euro) indicato come presidente della vercellese calcio.

Il maggior numero di «soggetti» al centro delle indagini, ben 97, vive in provincia di Milano, 37 sono a Roma, 33 a Bolzano, 18 a Firenze, 11 a Vicenza e altrettanti a Bergamo, 10 a Verona. I controlli – in particolare quelli delegati dalla Direzione antimafia allo Scico – riguardano anche eventuali ipotesi di riciclaggio di denaro sporco e collegamenti con organizzazioni criminali.