E sui risarcimenti ai militari spunta il giallo dell’uranio

Potrebbe esserci una bella sorpresa, questa mattina, dentro il maxiemendamento alla finanziaria redatto nottetempo dal Consiglio dei ministri. Il riconoscimento – per la prima volta e dopo anni di lotte spesso trasversali agli schieramenti politici – dell’esistenza di militari che si sono ammalati o sono morti per aver usato in servizio armi e munizioni contenenti uranio impoverito. Il condizionale è d’obbligo perché solo oggi – dopo una notte di scritture, incontri, mediazioni e riscritture frenetiche – conosceremo il testo definitivo della manovra che il governo porterà al voto sabato in senato. Tanto che l’emendamento in questione, quello all’articolo 18 firmato dal senatore verde Mauro Bulgarelli, è stato riscritto ben quattro volte prima dell’ultima stesura fortemente caldeggiata dal capogruppo del Prc in senato, Giovanni Russo Spena. Con un tira e molla proprio su quella parolina – «uranio» – che, tra una versione e l’altra, appariva e scompariva per poi riaffermarsi forse in maniera definitiva.
Nella prima formulazione presentata dal sottosegretario Ds alla Difesa, Lorenzo Forcieri, infatti (cassata ma mai ritirata, quindi fino all’ultima versione considerata ancora valida), si prevedeva la spesa da parte del ministero della Difesa di 5 milioni di euro all’anno per il prossimo triennio 2007-2009 «al fine di pervenire al riconoscimento della causa di servizio e di adeguati indennizzi ai militari che abbiano contratto infermità a causa di contaminazione da armi e munizioni contententi uranio, polveri sottili e radiazioni ionizzanti». A costoro, e ai parenti dei militari morti a causa dell’uranio impoverito, la norma riconosceva gli stessi benefici di legge previsti per altre malattie, inabilità e decessi in servizio. Il documento, firmato da 11 parlamentari Verdi e del Pdci, era stato felicemente salutato anche da Rifondazione e non solo. Anche il presidente dell’Osservatorio militare, Domenico Leggiero, consigliere An di Sesto Fiorentino, ne era entusiasta e l’aveva definita «una storica presa d’atto, non per i soldi, ma per lo spirito e l’indirizzo segnato». E’ con enorme sopresa, quindi, che ieri mattina l’ex senatore Prc Gigi Malabarba ha scoperto che il testo era stato cambiato. Cassata totalmente la frase contenente il riferimento alle malattie da uranio impoverito. Raddoppiato però lo stanziamento – 10 milioni di euro l’anno nel triennio 2007-09 – ma solo in favore di un più generico «personale affetto da infermità letali ovvero da invalidità o inabilità permanente». I 30 milioni di euro (subito dopo corretti in 10 milioni, tutti in un anno) avrebbero coperto anche il «monitoraggio delle condizioni sanitarie del personale militare e civile italiano impiegato e delle popolazioni abitanti in aree interessate da conflitti per i quali siano in corso missioni internazionali e di assistenza umanitaria, nonché in poligoni di tiro nazionali e nelle zone adiacenti, nei quali siano sperimentati munizionamenti e sistemi di armamento». Una riformulazione, questa, che proprio non andava giù a Malabarba, né a Leggiero, anche per «l’evidente riferimento al monitoraggio denominato Signum, già avviato in Iraq dall’ex ministro berlusconiano Antonio Martino, che si vorrebbe rifinanziare e a cui noi – racconta l’ex senatore Prc – ci siamo opposti perché, essendo su base volontaria, è inutile se non dannoso». Ma Bulgarelli non ci sta: «Non vedo qual è il problema – dice – che non ci sia la parola uranio. Come mostra lo studio della dottoressa Gatti ancora oggi non sappiamo se certe malattie e morti siano invece dovute ad altro tipo di nanoparticelle». E poi, a sopresa, il senatore verde tira fuori una seconda parte dell’emendamento che considera un vero traguardo – il 492 bis – in cui si prevede lo stanziamento di altri 25 milioni di euro all’anno per il prossimo triennio destinati «alle bonifiche delle aree militari, sia dismesse che attive, e di pertinenza dei poligoni militari di tiro, nonché delle unità navali, effettuate d’intesa col ministero dell’ambiente». «Passa così il principio – dice – che le spese per la difesa non debbano essere solo per l’industria bellica ma anche per le malattie e la bonifica del territorio. E alla fine, ma la prova l’avremo solo oggi, con la mediazione del Prc si reinserisce la frase relativa all’«uranio impoverito, polveri sottili e radiazioni ».