È stata una grande giornata di festa e di lotta

Almeno 150.000 persone hanno attraversato questo pomeriggio il centro di Roma. Da piazza della Repubblica alle 14.30, puntuale, si è mosso un corteo imponente, lunghissimo, colorato, palpitante. Il cuore rosso dell’Italia ha ritrovato quest’oggi la forza e la voglia di pulsare, in una festa splendida di protesta e di proposta. Contro la precarietà, drammatica cifra di questo capitalismo, e per l’abrogazione delle leggi anti-sociali del governo Berlusconi: la legge 30, la Bossi-Fini, la Moratti. Ma anche a favore di una nuova stagione dei diritti, a cui deve contribuire una legislazione sul lavoro rinnovata, che restituisca dignità al lavoro e centralità al contratto a tempo indeterminato.
Questo hanno chiesto oggi le lavoratrici ed i lavoratori giunti a Roma da tutta Italia. Centinaia le loro bandiere e gli striscioni dei sindacati (Fiom in primo luogo, ma anche molte Camere del Lavoro, i Cobas, le Rdb), centinaia le insegne e i volantini delle forze sociali e politiche della sinistra (dall’Arci a Rifondazione Comunista, dal Pdci ai Verdi).
Dietro l’enorme, didascalico striscione di apertura (“Stop alla precarietà ora”), fianco a fianco hanno sfilato Gianni Rinaldini e Giorgio Cremaschi, il segretario del Prc Franco Giordano e Piero Bernocchi, Claudio Grassi, Paolo Beni, Alfonso Gianni, Paolo Cento, Patrizia Sentinelli, viceministro degli Esteri. Tanti i sottosegretari, tantissimi i parlamentari.
Il partito era presente in ogni spezzone del corteo, come dimostrano le nostre bandiere disseminate ovunque; i compagni dell’Ernesto, come sempre, hanno risposto presente. Migliaia i giovani e i giovanissimi: ci sono i ricercatori universitari e gli operai dei call center, i metalmeccanici e gli interinali, i collaboratori a progetto e gli studenti dei collettivi. Insieme a loro cento altre vertenze, cento altre lotte, cento diversi movimenti, da quello anti-sfratti e per il diritto alla casa a quello per la chiusura dei centri di permanenza temporanea.
La sinistra, quella che piace a noi, quella che non si stanca mai di lottare, quella che difende e rappresenta il mondo del lavoro, è tornata in piazza. È la risposta migliore che potevamo dare alle tentazioni moderate di una parte consistente del governo, soprattutto in questa fase così delicata, nel mezzo della discussione su di una Finanziaria ad oggi largamente insufficiente.