IL CASO
L´ira di Bertinotti per l´accoglienza di Cuba alla minoranza
Il responsabile Esteri “Un fatto incongruo, finora c´è stata sempre la non ingerenza”
ROMA – Sono anche i nomi dei protagonisti di questo piccolo testacoda comunista a rendere il caso prezioso e persino un po´ appassionante. Gennaro Migliore, senza l´articolo ma con la maiuscola, nella sua veste di responsabile esteri di Rifondazione, ha inoltrato una dura nota di protesta contro Fidel Castro per avere egli escluso dall´Avana, alla conferenza internazionale «contro il terrorismo», Rifondazione dal club degli amici storici di Cuba. L´esclusione, già di per sé dolorosa, è stata terribile perché in città è atterrata una microdelegazione dell´area “dell´Ernesto”, gruppo organizzato di Rifondazione, movimento bisognoso di illustrare, partendo dal nome, le ragioni per una sinistra più radicale e più oltranzista. Lo sgarbo è divenuto sfregio quando nella capitale cubana la settimana scorsa sono stati accolti con gli onori dovuti i rappresentanti ufficiali dell´unico partito italiano ammesso all´assise: il Pdci, quello di Cossutta e Diliberto. Una lettera d´invito è stata recapitata anche al dj Red Ronnie e, naturalmente, a Gianni Minà.
«E´ un fatto singolare, grave e incongruo nei rapporti tra i nostri partiti», ha scritto Migliore seguendo la cifra stilistica delle vecchie e grigie note politiche tra ex partiti fratelli. I rapporti tra Cuba e Rifondazione «sono stati sempre corretti e fondati sul rispetto reciproco e sulla non ingerenza interna. Rifondazione non è stata invitata e Claudio Grassi (il leader “dell´Ernesto”) non la rappresenta», ha concluso deciso Migliore.
Certissimamente avranno pesato le prese di distanza del partito di Bertinotti dal regime cubano, non ultima quella che definì «un atto sbagliato e incomprensibile» l´espulsione dei giornalisti italiani da Cuba, in occasione della recente iniziativa dell´opposizione anticastrista nell´isola. «Rifondazione – ha infatti precisato Migliore – è solidale con le lotte del popolo cubano, ma rivendica la possibilità di criticare quanto non va in quella esperienza».
Gongola, malgrado le proteste del suo dirigente, il compagno Claudio Grassi, capocorrente isolato ma invitato. «Rifondazione – ha spiegato – ha il dovere di essere più vicina a Cuba, al centro della politica di aggressione Usa e vittima di un drammatico embargo. Gli Usa si fanno paladini nel mondo della lotta globale contro il terrorismo e poi proteggono terroristi che in questi anni hanno seminato morte nell´intero continente».
A sostegno del suo appello contro il terrorismo Castro ha convocato circa 600 ospiti provenienti da circa 70 paesi, presenti tra gli altri la presidentessa della “madri di plaza de Mayo”, Hebe De Bonafini, e tra gli europei i segretari del Partito comunista portoghese, Geronimo De Sousa, e di quello greco, Aleka Papariga. Non hanno fatto mancare messaggi di adesione il segretario del Partito comunista russo, Ghennadij Ziuganov; il premio Nobel per la pace, Adolfo Perez Esquivel; e i padri della “teologia della liberazione” Leonardo Boff e Frei Betto. Da Cuba è così partita l´idea di un tribunale permanente «contro il terrorismo ispirato da Washington in Sud America».
(a. cap.)