E’ più buono il biscotto non precario

E’ un accordo per certi versi ‘storico’. E non a caso le rsu lo raccontano con orgoglio. Anche perché non è stata certo una passeggiata. Ma alla fine la Saiwa, (che fa parte del gruppo multinazionale Danone) ha accettato la trattativa e soprattutto ha accolto alcune richieste importanti delle rsu. In concreto, l’accordo ha permesso l’assunzione a tempo indeterminato di venti lavoratori interinali presenti in azienda, più la trasformazione a tempo indeterminato degli ultimi otto contratti a tempo. Aggiunti ad un’altra decina di posizioni, in totale vengono stabilizzate circa quaranta posizioni. Non solo, l’accordo prevede anche un capitolo professionalità. «Un’altra chicca – dice Anna Poggio, della Flai Cgil – perché il nuovo sistema di professionalità prevede livelli crescenti in funzione dell’esperienza e delle competenze maturate. Per tutti inoltre il passaggio al 4° livello avverrà dopo sei mesi anche non continuativi. In altre parole aggiunge Poggio – viene eliminato il 5° livello questo è il giusto riconoscimento anche a quei lavoratori, quasi tutte donne, impegnate nel confezionamento e sempre confinate al livello più basso». Infine, l’accordo sulla professionalità riguarda sia i lavoratori a tempo indeterminato che quelli interinali. Quella della Saiwa, stabilimento di Capriata (unico stabilimento rimasto per la storica produttrice di biscotti e patatine), una vicenda importante perché ha visto una lotta compatta dei quattrocento dipendenti, molti dei quali interinali e quindi più ricattabili e meno propensi a scioperare. Invece, complice anche l’alta sindacalizzazione dell’azienda, le battaglie sono state sempre unitarie. «A gennaio 2005 – racconta Anna Poggio – l’azienda ha dichiarato di non voler confermare un terzo dei contratti a tempo determinato con scadenza dicembre 2005. E questo – aggiunge – nonostante si trattasse di personale presente in azienda da più di tre anni, prima come interinale e poi assunto con contratto a tempo determinato di due anni». Gli scioperi per l’occupazione, come sottolineano le rsu, sono iniziati subito. A marzo dell’anno scorso. Si chiede la conferma dei contratti a tempo determinato, anche perché «in azienda – dice Mario Grosso, delegato Flai Cgil – un terzo dei lavoratori sono precari». E giovani: un censimento svolto dal sindacato rivela infatti che più del 50% dei lavoratori ha meno di trent’anni. Ci sono attimi di tensione, nella vertenza lunga un anno. Come quando l’azienda, a maggio, non conferma il primo contratto a tempo determinato e vuole cambiare mansione ad un lavoratore della Cgil. Immediata la risposta, con la proclamazione di uno sciopero ad oltranza. I lavoratori stanno davanti ai cancelli e la situazione si sblocca dopo 23 ore di sciopero con un accordo che vede il ritiro dei provvedimenti lasciando ancora aperta la strada per la conferma dei precari. I momenti di tensione non sono finiti. A giugno infatti l’azienda, al tavolo delle trattative, riesce a dividere i sindacati e dopo assemblee molto tese ed un confuso referendum voluto dalla Cisl «si arriva ad un accordo separato. La Flai Cgil – dice Anna Poggio – non poteva firmare un accordo che nei fatti prevedeva un ulteriore aumento del lavoro interinale a fronte di un accordo solo salariale su sabati lavorativi che non ha mai avuto una giusta applicazione». La trattativa è ancora lunga. Dopo le ferie la situazione in fabbrica rimane tesa. A novembre però si firma un primo accordo per il reparto magazzino che prevede sei assunzioni stabili (un interinale e cinque ex a tempo determinato). Le elezioni delle rsu confermano il primato della Cgil, che ottiene il 48,5% dei consensi. Il 2006 non si apre bene. Un mese fa infatti, dopo una forte nevicata, l’azienda non rispetta quanto concordato sugli orari con le rsu. Sciopero immediato. I vertici della Saiwa capiscono che è meglio arretrare. E si arriva a qualche giorno fa, con la sigla del triplice accordo. Oltre alla stabilizzazione dei quaranta lavoratori e alla professionalità viene anche trovata un’intesa sui sabati lavorativi in flessibilità. Per ogni sabato di sei ore lavorato, il lavoratore accantonerà otto ore di recupero. E non è ancora finita. Perché adesso i lavoratori vogliono definire i numeri ed i criteri delle assunzioni part time e stagionali, gli organici e l’organizzazione dei reparti.