E ora, il referendum

Costituzione
Caro direttore,

mercoledì 16 il Senato della Repubblica, in ultima lettura, ha approvato la revisione costituzionale della seconda parte della carta repubblicana voluta dalla maggioranza di centrodestra che governa il paese. La concentrazione dei poteri in capo al primo ministro, la diminuzione dei poteri del Parlamento e degli altri organi di garanzia, la rottura dell’ omogeneità dei servizi pubblici sul territorio nazionale (in materie fondamentali quali l’organizzazione sanitaria, scolastica e in materia di polizia locale tramite la cosiddetta “devoluzione”), segnano la natura pericolosamente. antidemocratica di questa demolizione reale della nostra Costituzione (vengono, infatti, modificati più di 50 articoli). Occorre da subito mobilitarsi avViando, così come previsto dal secondo comma dell’art. 138 della nostra Costituzione “entro tre mesi dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della legge di revisione costituzionale”, la raccolta delle 500mila firme necessarie per sottoporre tale controriforma a referendum confermativo. Deve essere ricordato che, per la validità di questo referendum la legge non richiede il quorum previsto dall’art.75 della Costituzione (cinquanta per cento degli aventi diritto più uno). Dopo anni di sconfitte (anche sul terreno istituzionale), è . possibile, dunque, tornare a vincere costituendo in ogni
comune del nostro paese i comitati per il no nel
referendum costituzionale.

* Giuristi democratici Milano e resp. giustizia del PRC di Milano