Se a Colle val d’Elsa quelli di Forza Nuova si sono «limitati» a sfondare la recinzione del cantiere del futuro centro islamico, a Borgo San Lorenzo in Mugello è successo ancora di più: sabato scorso la sede di Rifondazione comunista è stata assaltata, distrutta e incendiata. E solo un colpo di fortuna ha permesso di circoscrivere e spengere le fiamme, prima che distruggessero completamente il caseggiato e si propagassero agli edifici vicini. Un raid terribile, e viste le modalità anche premeditato: «Non è stato solo un atto vandalico – osserva il segretario fiorentino del Prc, Maurizio De Sanctis – è stata un’aggressione preparata scientificamente». A memoria, almeno negli ultimi vent’anni in Toscana non si ricorda niente del genere ai danni di un partito politico.
Per sfondare la porta ed entrare nelle nove stanze su due piani della sede del Prc di Borgo, è stato usato un masso pesante ben più di un quintale. Un’impresa che ha portato gli investigatori ad ipotizzare la presenza di almeno tre, quattro persone. In poco meno di mezz’ora, intorno alla mezzanotte ma in una zona non isolata e di passaggio del traffico, è stato distrutto e gettato per terra tutto: fotocopiatrici e computer, mobili, cassetti, armadi. Compresi i generi alimentari di una sede non solo politica ma anche ricreativa. Non sono stati presi i pochi soldi che c’erano in cassa. Poi è stato appiccato il fuoco, nelle stanze dove l’incendio poteva intaccare le travi portanti dell’edificio. E dove c’erano due bombole di gas. «Solo per caso stavamo passando di lì – racconta Lorenzo Verdi, borghigiano e consigliere provinciale del Prc – la mia fidanzata si è accorta che l’insegna luminosa del circolo era stata infranta. Ci siamo fermati, quando abbiamo visto la porta sfondata e all’interno un muro di fumo abbiamo subito chiamato i vigili del fuoco e i carabinieri».
L’indagine è rapidamente diventata un lavoro congiunto dei militari della compagnia di Borgo San Lorenzo e della Digos della questura fiorentina. Al momento non ci sono rivendicazioni. Dalle prime rilevazioni, gli autori del blitz non sembrano aver lasciato tracce compromettenti. Ieri con una conferenza stampa Rifondazione ha presentato la sua denuncia alla magistratura e fatto il punto della situazione. «Negli ultimi tre mesi ci erano state rubate due bandiere – spiegano – trovate bruciate davanti al municipio e in un’altra piazza nel centro di Borgo san Lorenzo. Ma quello che è successo sabato è di gran lunga più grave. Tentare di bruciare la sede di un partito politico è un attacco alla democrazia».
Se domenica sono stati i borghigiani, sindaco Bettarini in testa, a manifestare la loro solidarietà passando per tutto il giorno di fronte alla sede del Prc, ieri è stata la volta dei politici, dal presidente toscano Martini a quello del consiglio regionale Nencini, e ancora dei responsabili locali e regionali dei partiti unionisti. Ieri sera è stato convocato un consiglio comunale straordinario, dove si è discussa la proposta di una manifestazione di piazza, contro «un’azione intimidatoria in un paese e in una regione che non erano mai state caratterizzate da episodi di questa gravità». Anche il consiglio provinciale fiorentino ha messo ieri all’ordine del giorno l’episodio, in una cittadina come Borgo San Lorenzo dove il Prc ha raccolto alle ultime elezioni circa il 20% dei consensi, segnale di un radicamento sociale che lascia ancor più preoccupati i suoi esponenti politici. «Anni di fatica per allestire questa sede – chiudono Lorenzo Verdi e il segretario locale Claudio Casati – prima in affitto e poi addirittura acquistata con un mutuo». Ora il rischio è quello di una chiusura prolungata, e per scongiurarlo è stata già avviata una sottoscrizione.