Nuovi combattimenti sono avvenuti ieri nella provincia di Helmand, nell’Afghanistan meridionale, divenuta nellultimo anno il principale teatro della guerra tra le forze Taleban e quelle combinate di Nato e Stati uniti.
In due attacchi separati ieri le forze della Nato hanno ucciso circa 40 «guerriglieri taleban», ha annunciato la polizia afghana a Lashkar Gah, il capoluogo della provincia; i due attacchi sono partiti rispettivamente da Lashkar Gah e dalla cittadina di Grishk. La Bbc per la verità precisa che non è chiaro se le truppe coinvolte fossero della Nato o della coalizione sotto comando Usa. Certo è che la Nato ha annunciato nei primi giorni di marzo di aver lanciato in Helmand l’offensiva più imponente mai condotta finora contro i Taleban; chiamata «operazione Achille» coinvolge 4.500 soldati Nato e un migliaio di militari afghani.
Il capo della polizia afghana a Lashkar Gah, Habibullah, ha aggiunto che i due attacchi lanciati ieri si sono saldati senza vittime da parte della Nato o delle truppe afghane, e non ha parlato di vittime tra la popolazione civile. E però vittime ci sono: l’agenzia PeaceReporter cita fonti mediche locali che parlano di numerosi morti e feriti tra i civili. L’ospedale di Emergency a Lashkar Gah ha già visto arrivare negli ultimi giorni diversi feriti degli scontri, tra cui dei bambini di pochi anni. Come mercoledì sera, quando sono stati portati tre bambini rimasti rimasti vittima di bombardamenti su Grishk e su Musa Qala, il distretto rioccupato all’inizio di febbraio dai Taleban. I medici di Emergency dicono di aver notizia di altri feriti che però non riescono a raggiungere l’ospedale.
Secondo il comando di Isaf (la «missione di assistenza all’Afghanistan» condotta dalla Nato), l’operazione Achille ha l’obiettivo di «consentire al governo afghano di dare inizio al progetto Kajaki», la costruzione di una diga che dovrebbe fornire energia idroelettrica a buona parte della provincia: i lavori sono in stallo, i Taleban hanno preso di mira i tecnici stranieri finché si sono ritirati. I bombardamenti dei primi giorni si sono concentrati infatti su «postazioni nemiche» nella zona di Kayaki; i bombardamenti hanno coinvolto finora aerei britannici, americani, e Mirages francesi intervenuti a copertura. Ma la vicenda della diga è parte della partita più ampia per il controllo del territorio. Da Musa Qala al distretto di Washir, a quello di Baghran, nella parte settentrionale della provincia, considerata da tempo una roccaforte Taleban e una zona strategica perché da Bahgran si può facilmente passare nelle province di Ghor e di Farah (cioè nella zona sotto il Comando regionale ovest della Nato, quello a guida italiana).
Non sono molte le notizie ufficiali sull’andamento dell’offensiva, a parte gli occasionali bollettini sul numero di «guerriglieri Taleban» uccisi. Secondo le notizie raccolte dai medici di Emergency presso le fonti locali, nelle ultime ore i Taleban hanno esteso il loro controllo nella provincia; ieri l’inviato di PeaceReporter riferiva che «la guerra è arrivata a soli otto chilometri dalla capitale provinciale».