E il comunista Caprili rompe un tabù «Cari compagni, i rom sono un problema»

VICEPRESIDENTE del Senato, parlamentare di lungo corso ed esperienza, un profondo attaccamento alla sua città che è Viareggio. E proprio rifacendosi a quanto accaduto nel centro più importante della Versilia Milziade Caprili sul caso Rom ha una posizione precisa che non è integralista come quella del suo partito Rifondazione Comunista.
«Il problema della sicurezza e soprattutto della percezione di insicurezza c’è e deve essere affrontato da vari punti di vista, non solo quello della repressione. Dire che la questione non esiste come fanno alcuni pezzi della sinistra è sbagliato e ingiusto ma indubbiamente il decreto espulsioni va cambiato».

In che senso?
«Ci sono evidenti profili di incostituzionalità per esempio nel punto in cui si dice che si deve spostare tutta la famiglia di chi delinque: la responsabilità penale è individuale e non familiare. Poi la convalida del fermo va fatta da un giudice e non da un giudice di pace».

Qualcuno l’ha accusata di cavalcare l’intolleranza.
«E’ esattamente il contrario. Io mi batto per evitare che l’ondata xenofoba e razzista faccia di tutta l’erba un fascio e a dimostrazione di questo cito cosa ho fatto a Viareggio».

La città da settimane deve far fronte al problema Rom
«Il caso è scoppiato alla fine dell’estate. In un centinaio vivevano in pineta e hanno occupato la ex sede Telecom continuando a sopravvivere in condizioni inumane: senza luce, senza servizi igenici, con i bimbi mangiati dalle zanzare. Mi sono dato da fare insieme al sindaco Marcucci, alle istituzioni, alle forze dell’ordine e alla magistratura e abbiamo agito tutti con grande senso di responsabilità. Cinquanta li abbiamo sistemati ma almeno altrettanti sono tornati in pineta.

E’ una soluzione?
Naturalmente no.

Come mai è nato subito un comitato cittadino contro i Rom?
Perchè la gente è esasperata. Pericolosamente esasperata. Ma dire che il problema non esiste e mettere la testa sotto la sabbia non è una soluzione. E non si può negare che via sia una microcriminalità che va combattuta. Questo per evitare fenomeni di intolleranza complessiva nei confronti di rumeni e rumene (e sono tanti) che vivono e lavorano nel nostro paese in modo onesto e rappresentano per noi una risorsa fondamentale. Se a Viareggio il bar del quartiere periferico del Varignano che era un centro di aggregazione per anziani e giovani la sera deve chiudere perchè diventato pericoloso è un fatto innegabile che deve far riflettere. Non capirlo sarebbe grave».

Ma lei è stato anche in Romania per seguire il caso
«Ero là per una riunione del Senato d’Europa e ho avuto incontri col Sottosegretario ai Rom e anche col deputato Rom del loro parlamento. Questa gente se ne va perchè sta male è esasperata. Non c’è un’iniziativa adeguata per farli restare in Romania. Ma se vengono da noi devono sistemarsi, lavorare e non delinquere».