E a Siena l’Unione privatizza l’asilo

«Il fiore all’occhiello dell’amministrazione comunale». Gli asili nido a Siena – a sentire chi ne parla – sono tra i più famosi d’Italia. «Certo non proprio come quelli di Reggio Emilia, ma quasi». In effetti, a differenza di quanto succede in tante città d’Italia, le liste di attesa quasi non ci sono. Un vanto per l’assessore, e non solo. Tanto che lo scorso dicembre, con regolare concorso, venti persone sono state assunte a tempo indeterminato. Eppure ora corre più di una voce che la giunta comunale (di centro sinistra) stia valutando l’ipotesi di una loro esternalizzazione. Nulla di ufficiale per il momento, eppure l’idea ha gettato nel «panico» non poche persone. La proposta di un dirigente, qualche giorno fa, è arrivata durante una riunione di giunta di quelle che si immaginano pesanti. E che, salvo poche eccezioni, ha trovato tutti d’accordo.

Colpa soprattutto della finanziaria, è vero. Gli enti locali questa volta sono messi davvero alle strette. E oltre al taglio ai trasferimenti, si vedono costretti a tagliare anche sulle spese del personale. Persino su quello precario (tempo determinato e co.co.co.) che fino ad ora, con il blocco del turn over, ha garantito spesso il mantenimento di servizi essenziali. Eppure a Siena, qualcuno parla di «scelta politica precisa». «Non puoi venirmi a dire che per salvare un tempo determinato, butti via un servizio».

Sì perché il personale impiegato negli asili nido di Siena è quasi interamente a tempo indeterminato. «Insomma, si può tagliare da altre parti». L’ipotesi che qualcuno riferisce essere passata al vaglio della giunta, pronta per essere ufficializzata nei prossimi giorni, è quella di fare confluire il settore istruzione (che comprende asili nido, materne e lo staff amministrativo dell’ufficio istruzione) nell’agenzia dei servizi alla persona. La Asap, che è ancora in fase di costituzione e che è stata creata da una legge del 2000 per la riorganizzazione degli istituti pubblici di assistenza e beneficienza (gli Ipab, che gestiscono ad esempio le case di riposo per anziani).

Una vera e propria privatizzazione che getta molte ombre sul mantenimento della qualità del servizio. Perché il privato – spiegano – garantisce certo il massimo della flessibilità nel servizio (nelle ore di apertura e chiusura ad esempio), ma non deve rispondere a determinati canoni stabiliti a livello regionale. Come il numero di bambini che ogni educatrice può seguire, i corsi di formazione per pedagogisti, la gestione della mensa o i progetti didattici. Senza contare i prezzi. Se oggi uno dei cinque asili pubblici di Siena costa per ciascun bambino circa 350 euro al mese (stabilite in base al reddito), uno degli altri cinque privati, gestiti da cooperative, ne costa 500 o 600. Ad oggi, nella ricca città del Monte dei Paschi, ci sono cinque asili pubblici e cinque privati. «Domani chissà».