Duecentomila tute blu: «Contratto, contratto»

Fabbriche deserte per lo sciopero di otto ore dei metalmeccanici. I metalmeccanici alzano la voce.

Nove mesi dopo la scadenza naturale dei termini ufficiali per il rinnovo del biennio economico del contratto nazionale oltre 200.000 tute blu sono scese in piazza ieri per chiedere l’apertura – finalmente – di una vera trattativa per approdare ai legittimi adeguamenti salariali. Uno sciopero nazionale di otto ore e manifestazioni partecipatissime in tutta le regioni italiane per rilanciare la vertenza che, da dicembre a oggi, non ha ancora lasciato intravedere la reale volontà di giungere a un accordo da parte di Federmeccanica, l’associazione imprenditoriale delle industrie del settore.
Secondo Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm, le organizzazioni sindacali confederali di categoria, l’astensione dal lavoro ha fatto registrare ieri una media del 70%, con punte del 90 o addirittura del 100%.
A Milano il centro città quasi completamente paralizzato, a Torino la stazione di Porta Nuova occupata per circa un’ora trentamila hanno sfilato nel capoluogo lombardo, altri quindicimila a Torino. Piazze piene e cortei affollati anche a Palermo e Genova; lo stabilimento Fiat di Termini Imerese e quello dell’Ilva a Cornigliano sono rimasti paralizzati.
“Se Massimo Calearo si illudeva che i metalmeccanici fossero in difficoltà, si è sbagliato”, ha detto Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom nazionale, parlando in piazza Matteotti a Vicenza. Il leader della Fiom si è rivolto più volte al presidente di Federmeccanica; infatti la manifestazione di Cgil-Cisl-Uil, alla quale hanno partecipato migliaia di metalmeccanici provenienti da tutto il NordEst (20.000 secondo le stime sindacali, oltre 11.000 per le forze dell’ ordine), è stata indetta a Vicenza proprio perché vi risiede Calearo.
“I metalmeccanici vogliono il contratto – ha scandito Rinaldini – e non sono disponibili né a subire l’arroganza delle imprese, né tantomeno ad essere ostaggi di una Confindustria che voglia lanciare segnali e praticare scelte che riguardano l’insieme del movimento sindacale”. E dalla giornata di ieri ”è emersa con forza la determinazione dei lavoratori a proseguire nell’iniziativa sindacale con forme di lotta sempre più incisive – conclude Rinaldini – ora la Fiom chiama alla lotta anche le confederazioni: se la finanziaria si collocherà effettivamente sulle linee preannunciate sarà necessaria una mobilitazione generale dei lavoratori promossa da Cgil, Cisl e Uil”.
Per il sindacato, “lo sciopero è riuscito con percentuali “bulgare”, anche perché c’ è stata l’ adesione anche degli impiegati, non solo degli operai: sono presenti tutte le fabbriche in crisi. A rappresentare tutte le vertenze aperte, in testa al corteo c’ era lo striscione dell’ Acc di Rovigo, con 300 posti a rischio solo per l’ ultima crisi.. Con un contratto scaduto a dicembre 2004, dopo nove mesi – rilevano i rappresentanti sindacali – non sono ancora state avviate le trattative tra le parti, “Federmeccanica ha fatto controproposte impraticabili”. Le distanze al tavolo della trattativa, che riprenderà il 4 ottobre, sono siderali: I sindacati chiedono infatti un aumento salariale di 105 euro al mese più 25 per chi non ha il contratto integrativo. La proposta di Federmeccanica è di 60 euro.
Ma per Cgil Cisl Uil c’ è anche la questione della regolamentazione del mercato del lavoro, c’ è il rischio crescente di precarizzazione. Dietro le richieste del fronte imprenditoriale di barattare gli adeguamenti salariali con un po’ di flessibilità in più.
“La straordinaria adesione allo sciopero e alle manifestazioni dei metalmeccanici in tutta Italia dovrebbe far riflettere Federmeccanica. Non è sopportabile la misera proposta salariale che ha avanzato e dalla quale pare non intenda recedere –osserva il segretario confederale della Cgil Carla Cantone – il contratto è scaduto da nove mesi e i lavoratori vedono il loro potere d’acquisto in continua erosione. Fim Fiom Uil, non chiedono la luna, ma al contrario hanno presentato richieste basate su un grande senso di responsabilità. Il vicepresidente di Confindustria farebbe bene ad intervenire per favorire un negoziato utile per la conclusione positiva della vertenza, invece di fomentare le polemiche”.
“E’ importante che la controparte prenda atto – dice il segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta – della riuscita della mobilitazione e superi ogni inerzia per riaprire il negoziato e chiudere in tempi brevi il rinnovo del contratto del settore. Se non si avvierà una trattativa positiva -ha concluso- nei prossimi mesi ci sarà una intensificazione delle lotte nelle fabbriche, nelle piazze, nel paese, fino ad arrivare a Roma”. E il leader della Fim, Giorgio Caprioli, che ha tenuto il comizio conclusivo della manifestazione di Milano, aggiunge: ”Lo sciopero è andato molto bene in tutta Italia e le manifestazioni regionali hanno dimostrato un’alta partecipazione. La piazza di Milano era piena, i lavoratori compatti e attenti fino alla fine del comizio. C’è un clima di fiducia e di speranza, nonostante i grandi ostacoli che ancora vediamo nel negoziato. Sarà importante la trattativa del 4 o ttobre, nella quale Federmeccanica deve sostanziare con un’offerta adeguata la propria affermata volontà di fare il contratto.”