I dati non sono ancora quelli ufficiali, ma, alle otto di sera, 6250 congressi scrutinati su 6500, la differenza fra le cifre fornite dalle tre mozioni congressuali dei Ds, è un numero decimale. Così, dati non ufficiali alla mano, i congressi di sezione dei Ds, conclu-
si nello scorso fine settimana, dicono: Fassino al 75-76%, Mussi intorno al 15%-16% e Angius-Zani all’8-9%. La fotografia è ancora un po’ mossa, ma i numeri, oggi, non cambieranno di molto l’esito della partita e le analisi sul pronunciamento delle sezioni.
Un dato numerico è bene ricordarlo: sono andati a votare oltre 250mila iscritti. Un segnale, spiega il segretario dei Ds laziali Nicola Zingaretti, illustrando i dati (questi sì ufficiali) della sua regione «di una partecipazione capillare, diffusa e radicata sul territorio». Un dato anche da spendere nel futuro soggetto politico, come articola Maurizio Chiocchetti, del coordinamento della mozione Fassino: «Una partecipazione enorme, non conosciuta a questi livelli, in altri partiti, in Italia e nel mondo. Nel momento in cui ci accingiamo ad aprire la fase costituente del Partito Democratico i Democratici di Sinistra portano in dote questo significativo patrimonio di idee, di capacità, di consapevolezza». Una prima mappatura regionale mostra la mozione «Per il Partito Democratico» di Fassino sopra l’80% dei consensi in Emilia Romagna, Toscana e Friuli Venezia Giulia. E intorno a quella cifra nelle Marche, in Calabria e Liguria.
La mozione di Fabio Mussi («A sinistra per il socialismo europeo») raccoglie percentuali più alte in Abruzzo (21% circa), Sicilia (20% circa) e Lazio (18,7%).
La mozione Angius-Zani («Per un partito nuovo, democratico e socialista») va molto bene, rispetto al trend nazionale, in Veneto (18%), Abruzzo (15%) e nelle isole (12% in Sicilia e Sardegna).
Restando ai dati regionali: in Lombardia la mozione Fassino è arrivata al 73,6%, la Mussi al 15,6% e la Angius-Zani al 10,8%. Più o meno lo stesso dato percentuale raccolto dalle 3 mozioni tra Milano e provincia: Fassino al 73,54%, Mussi al 17,32% e Angius-Zani al 9,13%.
In Toscana, dove si sono pronunciati oltre 27mila iscritti (più di un decimo dell’intera platea congressuale) i dati che oggi verranno ufficializzati affermano: Fassino 81,2%, Mussi 12%, Angius-Zani 6,8%.
Fassino va percentualmente molto bene anche a Bologna, dove raccoglie l’86,96% dei consensi (Angius-Zani al 7,68%, Mussi al 5,36%). Più bassa la partecipazione: su 37.213 iscritti, hanno votato «solo» in 5.543 (il 14,89%).
In Friuli Venezia Giulia hanno votato il 44,51% degli aventi diritto. Fassino va assai bene in provincia di Pordenone (89,18%). Mussi va bene a Gorizia (17,37%) dove va sopra la media nazionale anche la Angius-Zani (10,58%).
Nel Lazio la prima mozione si «ferma» al 71,64% delle preferenze, complice anche il dato di Roma (dove ha raccolto il 64,07% dei consensi). Va meglio nelle altre province: a Viterbo (78,87%), Frosinone (78,41%), Latina (74,47%), e Rieti (68,34%). Mussi va bene a Rieti (24,57%). Angius-Zani a Civitavecchia (16,36%).
Il progetto del Pd è promosso fuori dai confini italiani. La Federazione dei Democratici di Sinistra in Germania, che sabato scorso ad Haltern am See ha riunito i delegato delle 11 sezioni tedesche, ha dato il proprio parere favorevole. In Svizzera, i congressi delle 26 sezioni hanno assegnato a Piero Fassino il 70%. Bene anche Mussi (28%) per Angius-Zani il 2%.