Montesano sulla Marcellana è immerso nel Vallo di Diano, ottomila anime e ottocentocinquanta metri sul livello del mare, poco più di cento chilometri da Salerno. Trasformati in quasi duecento se si considera lo stato del cantiere aperto chiamato autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria. In questa distesa di verde che si estende per qualche decina di km, due morti di lavoro hanno sconvolto il paese. Il giorno dopo la tragedia non si parla d’altro. Per la morte di Giovanna Curcio, 15 anni, e Annamaria Mercadante, 49 anni il sindaco diessino Antonio Manilia chiederà di costituirsi parte civile.
Anche per questo episodio, come per tutti misteri che avvolgono le centinaia di morti bianche che si registrano ogni anno in Italia, sono sott’accusa i soccorsi. Nello specifico, le autobotti dei vigili del fuoco, troppo pochi per i 70 mila abitanti della valle, arrivate in ritardo da Sala Consilina e semivuote. L’acqua è arrivata solo grazie alla cisterna adibita al trasporto del latte, casualmente giunta sul posto. Ma solo le indagini verificheranno cosa è realmente successo la mattina di mercoledì nel laboratorio di materassi Bimal.tex.
L’odore acre delle fiamme che hanno avvolto i due edifici circostanti è ancora forte e le voci che si rincorrono in questo comune segnato dalla vita e dall’ingegno dell’imprenditore, Filippo Gagliardi, costruttore di qualunque angolo della cittadina, dalla cattedrale agli acquedotti, e il fratello Pasquale ideatore delle terme e dello stabilimento dell’acqua, sono già tante per tentare di ricostruire gli ultimi istanti di vita delle due operaie vittime dell’incendio. In quello scantinato, senza uscite di sicurezza, senza estintori, tutti i lavoratori, per lo più donne, non avevano contratto, lavoravano per più di dieci ore al giorno e venivano anche maltrattati. Due euro all’ora. Giovanna, la vittima quindicenne, aveva iniziato a lavorarci dal primo luglio. Il padre operaio forestale di Casalbuono, comune a pochi passi da qui, non voleva. Ma Giovanna cercava l’indipendenza, forse per andare in vacanza. L’ ha avuta forse per quattro giorni, ma lavorando duro. Confezionare materassi di lattice e spugna non deve essere semplice in un deposito affossato tra edifici. C’è pure una scuola materna ed elementare al piano terra di una delle palazzine sovrastanti. E vista l’ora dell’incendio, poco dopo le 9 del mattino, se fosse accaduto qualche settimana fa ci sarebbero potuti essere anche bambini tra le vittime.
Nel laboratorio spesso sono arrivati i carabinieri e, dicono nella piazza del paese, è strano che non abbiano rilevato nessuna irregolarità. Non una licenza, non una registrazione alla camera di commercio. E l’altro ieri potrebbe sarebbe stato proprio il mancato rispetto delle norme di sicurezza, il condizionale sembra superfluo, ad aver fatto divampare così velocemente l’incendio. Lattice, spugna e acetone, una miscela esplosiva che non ha dato tregua ai dieci lavoratori presenti al momento nel laboratorio. Giovanna e Annamaria non ce l’hanno fatta a scappare. Le ha unite un destino comune, ma erano lì per motivi diversi. La donna aveva venduto poco più di un anno fa una lavanderia. Figlia di persone del posto, emigrate in Svizzera, desiderava lavorare per occupare il suo tempo e per cominciare a guadagnare qualcosa. Non c’era molta scelta. Salerno è lontana. Soltanto un pullman al giorno porta nella città e le altre realtà lavorative sono poche. Le terme, fino agli anni ’80, occupavano decine e decine di persone, ora sono meno di cinque. Tre i caseifici, che danno lavoro a una cinquantina di persone. L’azienda più grande, con 70 operai, è lo stabilimento dell’acqua Santo Stefano. Ma Salerno è comunque lontana, e i giovani decidono sempre più spesso di emigrare nei grandi centri. Il precariato unito al sommerso è l’unica via di scampo. E spesso anche le amministrazioni centrali sono assenti. Un comitato popolare del paese sta da tempo raccogliendo firme per annettere il comune alla vicina provincia di Potenza, da cui è divisa solo da un monte. Montesano è l’ultimo paese della Campania.
Ad indagare sul caso Montesano sulla Marcellana, oltre alla procura di Sala Consilina, sarà la commissione speciale «Economia sommersa» della Regione Campania, che si recherà sui luoghi della tragedia e si riunirà per un incontro operativo alla Provincia di Salerno, con l’assessore regionale al lavoro Corrado Gabriele e quello provinciale Massimo Cariello, i sindacati e le associazioni datoriali. L’obiettivo è quello di accelerare l’esame della proposta di legge regionale sul lavoro predisposta dall’assessore Gabriele, che ha ribadito la richiesta di riapertura dei termini del concorso per ispettori del lavoro e l’aumento dei fondi a disposizione per intensificare i controlli. «Ancora una volta operai hanno perso la vita sul luogo di lavoro – dice il presidente della commissione Gerardo Rosania – ancora una volta i lavoratori meno fortunati, spinti dal bisogno, sono costretti a sopportare luoghi malsani, retribuzioni ingiuste, orari impossibili».