Don Gallo: alle primarie per disturbare i manovratori

Parla il candidato «ancora incerto» dei disobbedienti alle consultazioni di ottobre del centrosinistra

«Io candidato alle primarie? Lo ho appreso dai giornali, ma se mi viene chiesto ci penso su seriamente». Don Andrea Gallo commenta così un articolo apparso ieri sul quotidiano della «Stampa» in cui il sacerdote genovese è indicato come il candidato dei «disobbedienti» alle primarie del centrosinistra in alternativa alla candidatura del segretario di Rifondazione comunista Fausto Bertinotti. Tutto, tiene a precisare Don Gallo, è nato durante un incontro ai margini di un convegno organizzato da Don Vitaliano della Sala il 30 luglio al quale erano stati invitati anche Luca Casarini e Francesco Caruso. «Parlavamo di guerra, di espulsioni dei migranti, dei senza casa, dei senza documenti e concordavamo sul fatto che nelle discussioni sulle primarie del centrosinistra di loro non c’era traccia. Il giorno dopo il convegno ci siamo ritrovati attorno a un tavolo e non ricordo se Francesco Caruso o Luca Casarini disse che qualche disturbo alle manovre dei partiti dell’Unione dovesse essere fatto. Ero e sono d’accordo. Un po’ per gioco, un po’ seriamente ci siamo messi a parlare di un candidato che si presentava alle urne indossando un passamontagna dai colori dell’arcobaleno. Ci siamo parlati ancora, nelle settimane successive, ma sempre per domandarci sul che fare, senza però avere una risposta chiara. Se poi adesso qualcuno mi chiede di candidarmi, non mi tiro indietro per coerenza con tutte la battaglie che ho fatto nella mia vita». Luca Casarini sostiene che un candidato arcobaleno espressione dei movimenti più che una proposta è un’ipotesi, ma che è chiaro che loro la loro voce la faranno sentire. Come e quando, però, afferma Casarini, deve essere ancora discusso. Secca la dichiarazione di Luigi Russo Spena, che individua in Fausto Bertinotti l’interlocutore naturale dei movimenti sociali. Per l’europarlamentare Vittorio Agnoletto invece la candidatura possibile di Don Gallo è un fatto positivo, perché allarga la partecipazione democratica e che non non sarebbe alternativa a Bertinotti, bensì complementare. Il verde Paolo Cento sottolinea che «i temi che i disobbedienti pongono al centrosinistra devono avere una risposta». Ma quali sono questi temi? L’unico che può rispondere è proprio Don Gallo.

Cosa proporrebbe allora alla primarie?

La guerra, la chiusura dei cpt, l’amnistia per i reati legati alle lotte di questi anni. Se poi sono questioni che disturbano i manovratori, tanto meglio. Come si ferma la guerra? Come si garantisce il diritto alla casa, al lavoro? E poi: è giusto che giovani che in questi hanno si sono battuti contro i cpt o per affermare quei diritti di cui parlavo debba finire in prigione? Indipendentemente da come finirà questa storia della candidatura, sono queste domande che dovrebbero trovare risposta.

Eppure c’è chi insinua il sospetto che la tua candidatura sia stata pensata in alternativa a Bertinotti. Che ne pensi?

Questa cosa qui non la capisco. Conosco Bertinotti da quando stava nel sindacato. Abbiamo fatto tante cose insieme. Quello che però sento dentro di me e con forza è che questi giovani sono soli e che si sentono abbandonati da tutte le forze politiche. E’ giusto, quindi, che dicano la loro. Poi tocca ai partiti ascoltarli, fare proprie le loro battaglie. Quello che mi colpisce di queste primarie è proprio l’assenza di qualsiasi discorso su cosa vogliono i candidati, quale il loro programma. Se c’è qualcuno che invece indica un altra strada è un fatto positivo.