Documento del Comitato per la difesa della costituzione di Firenze per le ricorrenze

Rilanciare la democrazia sociale fondata sul lavoro.
Rilanciare la Costituzione.
Per superare la crisi economica, sociale e politica.

Dopo l’ultimo risultato elettorale, che con l’avanzata della Lega, accentua i pericoli per la democrazia fino al punto di determinare tensioni e contraddizioni all’interno della stessa maggioranza di governo, diviene indispensabile bloccare la ripresa del revisionismo costituzionale di Berlusconi, che pretende di escludere definitivamente il Parlamento dal circuito democratico mediante l’elezione a suffragio diretto di un “Capo”, detentore esclusivo del potere di indirizzo politico ed arbitro della giustizia costituzionale nonché dell’esercizio dell’azione penale.

Ciò nonostante le forze di minoranza continuano ad ignorare i pericoli spalancati dal “riformismo” costituzionale e la connessione esistente tra le loro sconfitte elettorali e la progressiva cancellazione dell’autonomia del Parlamento in nome della “governabilità”, sebbene emerga ormai evidente che subordinare la “socialità” alla “economia”, in attuazione dei “patti di stabilità” e delle “compatibilità” economico-finanziarie mondiali ed europee, ha portato ad un aggravamento dei problemi sociali e, sul terreno politico, alla crescita della Lega e dell’astensionismo elettorale.

Oggi, di fronte ad una “governabilità” fallita a livello mondiale per non aver consentito di prevedere, impedire e governare la crisi, si deve respingere senza compromessi l’ostinato tentativo di imporre, con le più diverse modulistiche, la supremazia dell’esecutivo e la marginalizzazione del Parlamento e delle altre Assemblee elettive. Ma per far ciò occorre rimettere in discussione sia la rinuncia alle lotte sociali che lascia sotto il dominio dell’attuale sistema di potere le forze del lavoro ed i ceti più deboli, sia il cedimento ideale e politico manifestatosi nel nome del c.d. ammodernamento della Costituzione, che solo il referendum popolare del 2006 ha potuto bloccare.

E’ infatti rifiutando ogni subalternità e ritrovando piena autonomia culturale e politica che le forze democratiche sapranno indicare gli obiettivi e gli strumenti per fronteggiare l’acutizzarsi della generale precarietà del lavoro, sui quali promuovere la mobilitazione unitaria dei lavoratori dipendenti italiani e stranieri, autonomi e pensionati e degli studenti che, essendo ad un tempo gli attori e i destinatari della Costituzione, la difendono e la rilanciano lottando per il posto di lavoro, per giuste retribuzioni, per un sistema fiscale che colpisca gli alti redditi e gli evasori, per la casa, per la scuola, per la difesa della salute e per l’uso sociale dei beni collettivi.

E affinché la mobilitazione si traduca non solo in uno stabile radicamento sociale e territoriale nel mondo del lavoro, ma anche in una consapevole democrazia partecipativa di massa, occorre denunciare l’introduzione dei meccanismi maggioritari delle leggi elettorali, nonché l’introduzione dei presidenzialismi regionali e locali, tutti intesi ad ottenere il “ bipolarismo”, per sua natura favorevole alle forze conservatrici, soprattutto di destra come Berlusconi, e foriero di labili successi per le forze democratiche.

Ma allora, solo la rivendicazione di una nuova legge elettorale proporzionale pura – diversa da quelle “manipolate” in senso maggioritario da altri ordinamenti europei – può aprire la via ad un patto tra tutte le forze di opposizione, per la fuoruscita dal bipolarismo, la restituzione al Parlamento della piena rappresentatività politica del pluralismo sociale e la riconduzione dei partiti politici al ruolo di interpreti della sovranità popolare.