Documento Cgil Cisl Uil …. ecco il nuovo sindacato – Coordinamento Nazionale RSU

Modelli contrattuali e rappresentanzaLe segreterie Cgil Cisl Uil hanno reso noto il loro accordo. Alcune prime considerazioni: Sul modello contrattuale, come previsto, in materia retributiva, il contratto nazionale viene ridimensionato. Il suo compito è solo quello di seguire la dinamica inflattiva rinunciando all’obiettivo di redistribuire anche la produttività. Un’altro bel passo indietro. Fino al 1993 il salario era tutelato dall’inflazione con la scala mobile, e poteva aumentare con il CCNL chiedendo una redistribuzione sui salari della ricchezza prodotta. Con l’abolizione della scala mobile è rimasto solo il CCNL a cui veniva delegato il recupero inflattivo (su base predeterminata e non reale) e riconosciuta la possibilità di recuperare anche una quota di produttività. Sappiamo poi come è andata … i salari si sono ridotti. Ora ci si dice che per aumentare il potere del contratto nazionale e rafforzarne il ruolo a questo va demandato solo il compito di recuperare l’infazione. Avanti così il prossimo passo sarà che non saremo più noi a chiedere soldi alle aziende ma che saremo noi a darglieli. Ribadito che il CCNL deve da ora limitarsi a cercare di recuperare solo l’inflazione, il documento afferma che andrà cambiato il riferimento all’inflazione programmata perchè non sufficiente a tutelare i salari dall’inflazione. A dircelo sono proprio loro, cioè quelli che fino a ieri decantavano l’inflazione programmata come strumento intelligente ed efficace di tutela salariale e che avrebbero bruciato in piazza chi diceva il contrario. Ma tant’è ….. tutti hanno il diritto di ricredersi.Il fatto è però che non riescono proprio a uscire dalla strana logica della predeterminazione e quindi ci propongono oggi un altro strumento, intelligentissimo ed efficacissimo (a sentire loro), e cioè “l’inflazione realisticamente prevedibile” (che è poi concettualmente la stessa cosa che ci dicevano essere l’inflazione programmata).Ma cosa si nasconde dietro a questa pomposa terminologia?Ci si spiega che “l’inflazione realisticamente prevedibile” andrà calcolata “utilizzando altri indicatori certi quali il deflatore dei consumi interno o l’indice armonizzato europeo corretto con il peso dei mutui”.Cosa voglia dire ciò qualcuno ce lo deve spiegare anche perchè detta come la dicono loro non vuol dire nulla visto che sono dati di riferimento che ognuno può stirare od elaborare a suo piacimento, chi al rialzo e chi al ribasso, e comunque sempre e solo arbitrariamente.Ci si dice poi che in caso di eventuali divaricazioni nei confronti dell’inflazione reale (che inevitabilmente ci saranno) dovrà essere definito un sistema sicuro di recupero. La stessa cosa che prevedeva l’accordo del 23 luglio 1993 ed abbiamo visto che fine hanno fatto i nostri salari. Se veramente si volessero legare i salari all’andamento dell’inflazione reale, e lo sanno anche loro, l’unico strumento efficace è un sistema automatico come la scala mobile, ma, chissà perchè, questo è considerato tabù.Comunque il contratto nazionale, nella proposta Cgil Cisl Uil, viene esplicitamente ridimensionato. Ma, ci si dice, con questa proposta Cgil Cisl uil vogliono aprire una stagione di veri incrementi salariali attraverso lo sviluppo della contrattazione decentrata.Poi, si va a leggere cosa propongono e cascano le braccia. Intanto la conrattazione decentrata non è più interativa del CCNL ma sostitutiva del CCNL (sulrecupero della produttività). L’aumento salariale sarà, ancora più di prima, legato alla contrattazione dei premi di risultato (ossia … qualsiasi aumento dovrà essere erogato solo dopo che avrò aumentato la produttività e la redditività dell’impresa dove lavoro raggiungendo gli obiettivi che avrò precedentemente concordato con l’azienda. Cioè … per recuperare qualcosa dovrà prima lavorare di più).Detta in altre parole ciò che Cgil Cisl Uil si propongono (aumentare i salari) è in realtà un impegno a che noi si lavori di più e meglio, cioè come e quanto vuole l’azienda, altrimenti ciccia.Forse loro non se ne accorgono, ma ciò che dicono e propongono è una vera follia.Avremo contratti nazionali che ci tutelano meno e dovremo pure lavorare di più se vogliamo avere qualcosa oltre ciò che loro chiamano l’inflazione prevedibilmente attesa.Ma l’asso nella manica (che secondo loro dovrebbe fare la quadra) è quello di defiscalizzare (a noi ma anche all’impresa) straordinari e premi di risultato. Praticamente l’aumento dei salari viene delegato alle politiche fiscali dello Stato che ovviamente potrà farlo solo riducendo le entrate e quindi risparmiando sulla spesa sociale.I costi contrattuali delle imprese si ridurranno ulteriormente (anzi ci guadagnano pure visto che la scelta di puntare tutto sulla defiscalizzazione di quote di salario variabile gli farà risparmiare un bel po di soldi) ed il sostegno ai salari sarà sempre più delegato alla disponibiltà di spesa dello Stato ed alle scelte in materia di bilancio ubblico. I pochi soldi che pagheranno le imprese saranno erogati solo in cambio di maggior lavoro.Ovviamente tutto questo ragionamento, che Montezemolo ha oggi accolto con dichiarazioni di genuino entusiasmo, ci viene presentato come una svolta per rispondere all’emergenza salariale (che secondo loro è caduta dal cielo e non a causa anche delle linee sindacali, concertative e moderate, di questi anni). Ma è un ragionamento che non regge.Epifani dice che i salari sono sotto di ameno 200 euro (i dati econometrici europei dicono invece 500 euro) ma non riesce (non può) dimostrare come questo nuovo modello contrattuale potrà recuperare il divario semplicemente perchè non è progettato per questo ma solo per ridefinire il patto tra burocrazie sindacali e Confindustria da un lato e per ridefinire il Patto tra le tre centrali sindacali che ambiscono a relazioni sindacali stabili e durature ed a un maggiore accreditamento tra le strutture formali del nuovo ciclo neocorporativo.Ha ragione Bonanni quando saluta i documento Cgil Cisl Uil sui modelli contrattuali come la fondazione di un nuovo sindacato. Molto meno rivendicativo e molto più collaborativo con quelle forze che oggi concorrono a rifondare le basi neocorporative della società che verrà.Sulla rappresentanzaPer le nuove regole sulla rappresentanza si sceglie di perpretare la via “Pattizia”. e cioè un Patto tra Cgil Cisl Uil e Confindustria quasi che il problema della rappresentanza e della democrazia nei luoghi di lavoro non sia un diritto a prescindere (quindi da rendere esigibile per legge ed a tutti) da quelle che sono le tutele che Cgil Cisl Uil hanno l’interesse a stabilire per se stesse.Il documento pone come centrale la questione della “misura della rappresentanza”. Una questione pensata più per escludere e bloccare sul nascere nuove forme aggregative che possono essere concorrenti con Cgil Cisl Uil che per aumentare la partecipazione dei lavoratori e la democrazia. Praticamente è come se alle elezioni politiche possono partecipare solo quelle forze che nelle precedenti elezioni hanno ottenuto un tot. Un quadro che ci condannerebbe per secoli ad avere una scelta politica sempre più ridotta.L’operazione di Cgil Cisl Uil è una vera e propria offesa alla concezione della democrazia sindacale. L’unico metro democratico per misurare la rappesentatività di una proposta e della lista che la sostiene è quella che questa possa liberamente essere portata alla discussione, alla verifica ed al voto dei lavoratori.Solo il voto dei lavorator può dire se una proposta o una lista sono rappresentative di ciò che i lavoratori vogliono e chiedono. Con la nuova proposta di Cgil Clisl e Uil si afferma invece che solo e organizzazioni che oggi hanno la maggioranza possono presumere di essere rappresentate e che i lavoratori possono scegliere solo tra queste. Praticamente Cgil Cisl Uil propongono un Patto tra loro e con Confindustria che deleghi solo a loro il potere di rappresentare i lavoratori, una forma di tutela delle organizzazioni che ricorda molto il Patto di palazzo Vidoni, a Roma, stipulato nel 1925 fra la Confindustria e la Confederazione fascista delle corporazioni.Questo ragionamento sulla misura della rappresentatività (che ci viene presentato come strada per aumentare la partecipazione … ma proprio non si vede come) dovrà essere poi sostenuto da nuove regole di elezione delle RSU. Regole che il documento non precisa e che vengono demandate alla verifica successiva tra le categorie e con Confindustria, ma che è facile intuire punteranno a far diventare le RSU immediata espressione delle centrali sindacali nazionali.Non è un caso che il documento non compia nel dettaglio il percorso fino ad indicare quali dovranno essere queste nuove regole elettive per le Rsu. Sarebbe stato troppo. Meglio incassare per ora il “concetto della misura della rappresentatività delle organizzazioni” da cui, poi, fare derivare le inevitabili conseguenze.A dirla tutta … viene da pensare ….. Ora il documento andrà alla riunione dei direttivi Unitari Cgil Cisl Uil che, come prevedibile confermerà quanto già proporsto.L’impegno formale è poi quello di portare il documento alla discussione ed alla valutazione dei lavoratori. Una discussione da concludere entro il 22 maggio (praticamente solo 7 giorni lavorativi per andare in tutte le fabbriche … ai ritmi con cui lavora il nostro apparato sindacale non ci crede nessuno!!) guarda caso proprio il giorno dell’insediamento della Marciagaglia, ossia il primo giorno utile per cominciare la trattativa. E’ ovvio che ai lavoratori non si proporrà di votare il documento perchè, come è ormai linea approvata dai nostri segretari, loro hanno ragione a prescindere. Comunque non è un caso che il documento, pur evidentemente sbilanciato verso la linea liquidatoria di ciò che resta ancora del sindacalismo vertenziale sia stato volutamente mantenuto generico su alcuni passaggi e molto caricato di roboanti ed urlate parole d’ordine per altro debolmente argomentate e sostenute da proposte concrete. Ci verranno a dire (nelle poche assemblee) ciò che interessa loro di quel documento e cioè ciò che è stato scritto apposta per renderene meno evidenti i reali obiettivi.Ci verranno a dire che si vuole andare finalmente ad una nuova stagione di aumenti salariai, che bisognerà tornare a contrastare la precarietà, che la contrattazione va resa esigibile ecc.Ci verranno a dire che la certificazione della rappresentatività serve per aumentare la partecipazione dei lavoratori e che si vuole andare ad un potenziamento della democrazia ecc.Quello che on ci spiegheranno è come pensano di aumentare veramente i nostri salari e ci verrà da ridere sentirli parlare di democrazia mentre c presentano un documento senza neppure farcelo votare.A dirla tutta viene da pensare che in realtà Cgil Cisl Uil siano state attente a non mettere nel documento proprio tutto quello su cui si sono accordate e su cui hanno già concretizzato i primi affidamenti da parte di Confindustria. Il documento infatti, pur ribadendo la direzione che si vuole intraprendere (assolutamente non condivisibile) su molte cose sembra un documento in bianco dove gli spazi vuoti sono stati (per ora) riempiti di parole d’ordine facili da sparare in una assemblea o in una intervista in modo da poter giustificare come ridimensionando il CCNL si andrà in realtà ad aumentare i salari, e come stringendo le maglie della partecipazione al confronto di idee e di proposte sindacali si vada in realtà ad aumentare la democrazia e la partecipazione.In fin dei conti, ammettiamolo, il nostro apparato sindacale non è stupido e non vuole certo iniziare una trattativa con Confindustria accompagnato da bordate di fischi dalle fabbriche … quindi meglio non dire .. tutto.Se rileggiamo attentamente le dichiarazioni alla stampa dei giornio scorsi è infatti evidente come l’accordo sulla rappresentanza ricalchi in realtà l’impianto dei CARS a suo tempo elaborato (1991) ma poi sostituto dall’accordo sulle RSU del 1993 perchè ritenuto indigesto perfino da molti di loro.Se rileggiamo le dichiarazioni di questi giorni è evidente che neppure loro sanno dire quali effetti concreti può avere il riferimento all’inflazione prevedibilmente attesa perchè è appunto un riferimento fittizio, econometrico, ossia inaffidabile. Così come pure si capisce che in realtà la “nuova” contrattazione decentrata è pensata solo per aumentare la produttività … Non era Bonanni Cisl) che ripeteva “basta col salario a prescindere” ???” .. chissà se oltre che nelle interviste avrà il coraggio di andarlo a dire in una assemblea. Ed infine si capisce bene che le poche attese di aumento salariale sono tutte ridotte nel chiedere al Governo una detassazione del salario variabile e nello sperare che il Governo le conceda.Ma la partita è aperta …….. Una cosa è sicura. la battaglia contro questo nuovo modello sindacale e per evitare le devastazioni che ciò produrrà in futuro deve superare le divisioni attualmente esistenti nella sinistra sindacale ovunque collocata.Certo ci sono dinamiche complicate da affrontare ma è già importante, ad esempio, che al direttivo Cgil il documento alternativo alla proposta della segreteria sia stato votato assieme sia da LSCR che dalla RETE28APRILE che da pezzi della Fiom e non solo.Quello che serve ora è che questa unità delle sinistre sindacali Cgil, che nei suoi contenuti dovrà essere definita con la più ampia partecipazione degli iscritti e dei delegati, diventi operativa e che da occasionale diventi programmatica poichè lo scontro in Cgil sui modelli sindacali, sulla rappresentatività, sul nuovo modello sindacale è ormai diventata battaglia congressuale.Il primo passaggio è rendere evidente l’esistenza di posizioni diverse già a partire dalle poche assemblee che Cgil Cisl Uil convocheranno sia per chiedere uno stop alla trattativa fino a che non sarà stato realizzato un vero percorso democratico di discussione e decisione dal basso che arrivi ad elaborare una piattaforma diversa e condivisa, che per rendere evidente che qualsiasi trattativa basata sul documento deciso dalle segreterie nazionali non rappresenta il punto di vista dei lavoratori.