Disunione afghana

Tre navi da guerra, 13 milioni di euro sospetti e una sostanziale continuità con il profilo precedente mettono a rischio il già esile compromesso raggiunto dall’Unione sulle missioni militari all’estero.
Il raddoppio dei fondi concessi a «Enduring Freedom» (erano 12 milioni di euro con Berlusconi ieri e sono 25 oggi con Prodi) rinfocolano il clima di sospetti dentro il centrosinistra. Rifondazione e Verdi chiamano il ministro della Difesa Arturo Parisi a un «chiarimento» e solo il caos al senato, forse, ha impedito che il tappo saltasse definitivamente. Dopo l’ammissione dell’aumento del ruolo navale dell’Italia nell’area strategica che va dall’Oceano Indiano al Mar Rosso, la mancanza del numero legale ha di fatto interrotto a metà l’atteso intervento programmatico del ministro Parisi di fronte alle commissioni Difesa riunite di camera e senato. Mentre Parisi ha iniziato il suo intervento ribadendo che l’Italia «non rientrerà a metà dall’Iraq e non rimarrà a metà in Afghanistan» Elettra Deiana, senatrice del Prc, già era pronta a interromperlo e a chiedergli di ritirare l’aumento dei fondi a Enduring Freedom. E solo la «provvidenziale» chiamata della verifica del numero legale in aulaha rimandato il confronto parlamentare a oggi.
In senato Parisi ha iniziato ricalcando sostanzialmente il discorso già fatto davanti ai militari al Centro studi della Difesa. Pur dicendosi «pienamente consapevole delle difficoltà, il governo ritiene opportuna questa nostra presenza militare che sostanzia la continuità di un impegno pienamente condiviso con tutti i nostri alleati». «Nel teatro afghano – rileva ancora – la Nato sta mettendo alla prova la sua identità e la sua capacità di operare su uno scacchiere remoto e con una visione globale, ponendo a disposizione strutture e forze per la costruzione di un disegno di ordine e di pace gestito dall’Onu». Nessun arretramento sull’Afghanistan, dove a suo avviso «si è trattato fin dal principio di sconfiggere il terrorismo di Al Qaeda e dei suoi alleati talebani operando in un quadro di piena legalità e legittimità internazionale».
Poca sponda insomma a quella discontinuità reclamata a gran voce dall’ala sinistra dell’Unione. Sono posizioni che ovviamente non convincono affatto Verdi e Prc, che sull’argomento hanno una visione diametralmente opposta. In un comunicato congiunto i capigruppo alla camera Angelo Bonelli (Verdi) e Gennaro Migliore (Prc) chiedono «chiarimenti» al ministro ricordando che l’intesa dell’Unione parla di impegno militare analogo al passato e aumento esclusivo degli interventi di cooperazione civile: L’aumento dei fondi a Enduring Freedom – si legge – tradisce lo spirito e la lettera dell’accordo». La minaccia, neanche tanto velata, è di presentare emendamenti che «correggano» il ddl presentato dal governo. Ma poco dopo, quando arriva un’identica presa di posizione del gruppo del Prc al senato, diventa chiaro anche ai sassi che una procedura così barocca nasconde a stento i malumori verso le posizioni al rialzo dei Comunisti italiani, che a palazzo Madama guidano il gruppo congiuto Sole che ride-Pdci. La coalizione rosso-verde comincia a guardarsi in tralice se è vero che gli ambientalisti al senato sono sempre più sofferenti per le posizioni della capogruppo Manuela Palermi, braccio destro di Oliviero Diliberto.
Da giovedì intanto inziano le audizioni di militari e Ong in commissione Esteri e Difesa. Il Prc ha chiesto di ascoltare i rappresentanti di Emergency, Tavola della della pace e Beati costruttori di pace. Saranno ascoltati anche il rappresentante dell’Onu a Kabul, il comandante del Prt di Herat e quello delle unità navali impegnate in Enduring Freedom. Il confronto vero comunque partirà soltanto la settimana prossima.
Al ministero della Difesa non celano il fastidio con cui si guarda al precipitare degli eventi: «Non è accettabile che si discuta in parlamento quante pallottole concedere o meno ai nostri soldati, decidere i mezzi di impiego è compito del ministro che, fino a prova contraria, gode della fiducia di tutta l’Unione». Il sospetto di alcuni parlamentari, neanche troppo celato, è che la «sorpresa» delle navi inviate da Martino senza copertura e sanate da Parisi a posteriori possa ripetersi ancora, con i fantasmi di elicotteri, aerei, predator e chi più ne ha più ne metta a peggiorare le cose.