Distruggere per ricostruire

Ecco gli «aiuti umanitari». Il presidente del Consiglio ha affermato che gli americani gli hanno garantito che le truppe partite da Aviano per l’Iraq saranno utilizzate per «iniziative umanitarie». A parte che è stato immediatamente smentito dagli stessi americani che hanno detto che quelle sono truppe da combattimento, quando sento la parola «umanitario» metto mano alla pistola. Perché in suo nome sono state compiute in questi anni le peggiori scelleratezze. Per «motivi umanitari» si è aggredita la Jugoslavia, facendo 5000 morti, senza avallo dell’Onu e violando ogni principio di diritto internazionale. Per «motivi umanitari» si sono uccisi più somali di quanti ne avessero fatti fuori i «signori della guerra». Per «motivi umanitari» si è impedito all’Iran di cogliere la vittoria contro l’Iraq che si era legittimamente conquistato sul campo di battaglia, salvando così Saddam. (Curiosi, gli occidentali. Adesso dicono che bisogna abbatterlo perché è un dittatore che ha provocato enormi sofferenze al suo popolo, ma proprio negli anni in cui commetteva quei crimini che oggi denunciano, lo sostenevano). Ma la cosa più ripugnante sono gli «aiuti umanitari» agli iracheni. Dopo averli bombardati, uccisi a migliaia, devastato il loro territorio, distrutto il sistema idrico, ridotti allo stremo, arriviamo con le caramelle. Mentre quella che chiamiamo «ricostruzione» sarà un’operazione di sciacallaggio per spartirsi il bottino. Che vergogna.