Dichiarazione finale della conferenza di Bil’in

Quinta Conferenza Internazionale sulla Resistenza Popolare di Bil’in

In nome dei nostri prigionieri
Nonviolenza, Creatività , Lotta comune internazionale
Khalas ! Vinceremo !

21-23 aprile 2010
Dichiarazione finale

I partecipanti, fra cui numerosi diplomatici e politici palestinesi che rappresentano l’insieme dei partiti, sono stati accolti a Bil’in da Iyad Burnat, dirigente del Comitato popolare do Bil’in, e da Luisa Morgantini, ex vice presidente del Parlamento europeo.

Iyad Burnat ha dichiarato : « Il nostro movimento cresce e si sviluppa localmente e globalmente. La presenza quest’anno di tutti i partiti politici palestinesi e dei diplomatici internazionali riflette il crescente consenso intorno alla necessità e all’efficacia della resistenza nonviolenta come mezzo per mettere fine all’espansione delle politiche di occupazione e all’Apartheid di Israele ».

Durante questa quinta conferenza annuale, abbiamo sentito l’assenza dei nostri amici rimasti in carcere, dietro le sbarre dell’occupazione, imprigionati per avere lottato senza violenza per la nostra libertà . I nostri amici militanti e dirigenti dei comitati popolari sono : Abdullah Abu Rahmah, Ibrahim A’amirah, Adeeb Abu Rahmah, Hassan Moussa, Zaydoun Surour, Ibrahim Burnat, Wael Faqi e tutti i prigionieri politici.

La conferenza si è¨ aperta con la lettura di un messaggio da parte di Abdullah Abu Rahmah, coordinatore del Comitato popolare di Bil’in, attualmente in prigione. Il suo messaggio ricordava la necessità di continuare la resistenza nonviolenta e il bisogno del sostegno internazionale.

Abbiamo sentito l’assenza del nostro amico Bassem Abu Rahmah, così come quella dei martiri di Ni’lin e di coloro che sono caduti per difendere la nostra terra e la nostra dignità . Abbiamo ascoltato la famiglia di Bassem Abu Rahmah che, esprimendosi a nome di tutte le famiglie dei martiri, ha dichiarato che la resistenza popolare deve perseguirsi fino a che siamo liberi.

Abbiamo sentito l’assenza dei nostri fratelli e della nostre sorelle di Gaza che si sono aggiunti a noi solo tramite video conferenza a causa dell’assedio criminale imposto dall’occupazione a un milione e mezzo di persone. Tutti coloro che non erano tra noi fisicamente, erano con noi con lo spirito. E’ la vostra tenacia e il vostro sacrificio che nutrono la lotta che ci condurrà alla libertà .

Mohammed Khatib, in rappresentanza dei comitati popolari, ha dichiarato : « Dobbiamo preservare la resistenza dalle pressioni politiche interne ed esterne ; dobbiamo rispettare l’ideale dell’unità nazionale perché noi siamo uniti sotto la bandiera palestinese. Dobbiamo cooperare con tutti, ma non permetteremo a nessuno di controllare o dirigere nel nome di una fazione e di un’agenda partigiana. Questo movimento resterà un movimento popolare, con dei dirigenti di base, coscienti e impegnati verso gli obiettivi e le aspirazioni del nostro popolo ».

Il primo ministro Salam Fayyad ha dichiarato che la resistenza popolare giocherà un ruolo importante per mettere fine all’occupazione e poi si è impegnato affinché nei mercati palestinesi non ci sia presenza dei prodotti delle colonie, entro la fine dell’anno. Ai numerosi diplomatici stranieri presenti, ha ricordato la necessità di fermare l’importazione dei prodotti delle colonie o, almeno, di impedire che questi prodotti beneficino di trattamenti particolari di cui dispongono attualmente. Salam Fayyad ha anche dichiarato che i progetti palestinesi nella « zona C » e nelle zone a ovest del Muro devono continuare a svilupparsi e poco importa che si trovano nei territori occupati o in « territori disputati » secondo Israele.

Mustafa Barghouti, in rappresentanza delle forze nazionali e islamiche, ha parlato della diffusione del modello di Bil’in e della rinascita dello spirito della prima Intifada chiedendo ai diplomatici e ai militanti di lavorare per impedire che l’occupazione israeliana sia ricompensata con l’entrata di Israele nell’OCDE.

Abass Zaki, membro del Comitato centrale di Fatah, ha parlato della necessità del sostegno alla resistenza popolare e del suo incontro con Abdullah Abu Rahmah, coordinatore del Comitato popolare di Bil’in, nella prigione militare di Ofer dove è detenuto dopo essere stato arrestato durante una manifestazione nonviolenta palestinese in cui si rivendicava la libertà di esercitare il culto nei luoghi santi di Gerusalemme.

Abbiamo ascoltato i nostri fratelli e sorelle di Gaza in conferenza via satellite con Ezbet Abed Rabbo che è stato in gran parte devastato durante la guerra di aggressione di Israele nel gennaio 2009. Abbiamo parlato con dei militanti di Gaza : Haidar Eid, militante per il BDS (Boicottaggio, Disinvestimenti e Sanzioni) e del Gruppo democratico per uno Stato (The One Democratic State Group) ; Mahmud Al Zik e Saber Zaanin, organizzatore del comitato popolare contro la « zone tampone » (« buffer zone »). Alcuni militanti di organismi di solidarietà internazionale che lavorano a Gaza hanno ugualmente partecipato a questo incontro e sono : Adi Mormech dell’ISM e Max Ajl di Gaza Freedom March che ci ha parlato delle azioni per spezzare l’assedio. Poi abbiamo ascoltato dei residenti di Ezbet Abed Rabbo, sopravvissuti all’assalto del gennaio 2009. L’arcivescovo Atallah Hanna di Cisgiordania ha inviato un messaggio di unità alla popolazione di Ezbet Abed Rabbo dichiarando che la « vostra sofferenza è la nostra sofferenza, il vostro dolore è il nostro dolore, la vostra lotta è la nostra lotta ». Um Khatem Abed Rabo, rifugiato del 1948, che ha perso molti membri della sua famiglia nel gennaio 2009 ha parlato di responsabilità comuni di Israele e dell’Egitto per la morte dei suoi familiari.

Abbiamo poi ascoltato i nostri fratelli e sorelle di Gerusalemme. L’arcivescovo Atallah Hanna, Ziad Al Hamuri, Ihab al Jallal e Murad Abu Shaffa ci hanno parlato della lotta dei residenti di Gerusalemme contro il tentativo di Israele di trasformare Gerusalemme in una colonia israeliana. Ziad Al Hamuri ha parlato della necessità di battersi contro la campagna israeliana che mira a sopprimere i diritti di residenza dei cittadini palestinesi di Gerusalemme.

Il Comitato nazionale BDS ha animato un panel mettendo l’accento sulle politiche di Apartheid di Israele. Il giornalista e autore Jonathan Cook ha parlato dell’Apartheid alle frontiere del 1948. La professoressa Nura Erikat ha parlato della definizione giuridica dell’Apartheid e della sua applicazione alle politiche israeliane. Hind Awad, coordinatore del Comitato nazionale BDS, ci ha parlato dei crescenti successi e dell’eco mondiale del BDS palestinese.

I Comitati popolari di Cisgiordania ci hanno descritto le loro sfide, la loro resistenza creativa, le campagne BDS, la repressione che devono affrontare e il prezzo che pagano. Alcuni militanti della resistenza mondiale, fra cui David Bondia del Tribunale Russell per la Palestina, ci hanno presentato delle campagne internazionali di solidarietà e di resistenza. Sahar Vardi ha presentato la resistenza comune tra israeliani e palestinesi. Jonathan Pollak ha parlato della repressione della resistenza popolare. Raja Abu Rahma ha testimoniato a nome di suo padre Adeeb, imprigionato da oltre 10 mesi per aver partecipato alle manifestazioni nonviolente e ha spiegato le conseguenze della repressione sulla sua famiglia.

L’insieme dei partiti politici palestinesi ha riaffermato il suo sostegno alla resistenza popolare durante un panel che ha riunito Nabil Shaath del Comitato Centrale di Fatah, Khaleda Jarrar del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina, Quis Abu Leila del Fronte Democratico di Liberazione della Palestina, Alam Jarrar di Al Mubadara del Partito Nazionale e Mahumud Al Ramahi in rappresentanza dei Legislatori Islamici e Segretario Generale del Consiglio Legislativo. Khaleda Jarrar ha ricordato la necessità dell’unità per mettere fine all’occupazione, al colonialismo e all’Apartheid.

Al termine di questa giornata abbiamo visto un film che riguarda il successo della lotta nonviolenta con il Muro sulle terre del villaggio di Budrus.

Svegliandoci il giorno successivo per il secondo giorno di conferenza, abbiamo appreso che si stavano sradicando degli alberi a Beit Jala. Così molti militanti si sono recati a Beit Jala e sei di loro sono stati arrestati dalla polizia israeliana.

Dopo un percorso partecipativo, abbiamo adottato il seguente piano.

1. INCORAGGIARE LA RESPONSABILITA’ GIUDIZIARIA

1) Sostenere il Tribunale Russell per la Palestina e le sue conclusioni stabilite nel marzo 2010 durante la prima sessione a Barcellona per chiedere a Israele e agli altri Stati di applicare le leggi, i trattati e gli accordi internazionali. Noi chiediamo la creazione di comitati nazionali del Tribunale Russell nei rispettivi paesi.

2) Promuovere le azioni giudiziarie contro le imprese che traggono profitto dall’occupazione,

* condividendo le informazioni tra i differenti paesi circa le imprese implicate;
* condividendo le esperienze sugli affari per esporli durante la seconda sessione del Tribunale Russell per la Palestina;
* estendendo la responsabilità alle imprese che collaborano con il regime d’Apartheid

2. INCORAGGIARE BOICOTTAGGIO, DISINVESTIMENTI E SANZIONI CONTRO ISRAELE

1) In termini di disinvestimenti, le priorità devono essere :

* soppressione degli accordi preferenziali dell’Unione Europea con Israele;
* evitare l’entrata di Israele nell’OCDE

2) In termini di boicottaggio, le priorità devono essere :

* campagne internazionali e locali contro le imprese internazionali i cui investimenti in Israele sono importanti, le banche, il Fondo internazionale ebraico, i prodotti israeliani provenienti dalle colonie;
* stop di tutti gli accordi e gli scambi tra le università europee e internazionali con le università italiane;
* promozione del boicottaggio delle pubblicità del turismo in Israele;
* boicottaggio a livello culturale

3) Dobbiamo incoraggiare gli scambi di esperienze, di contatti, di informazioni, di ricerche sui prodotti, di forum internet e dobbiamo incoraggiare la promozione e lo sviluppo della Settimana contro l’Apartheid israeliana (Israeli Apartheid Week).

3. STABLIRE E SOSTENERE LA RETE INTERNAZIONALE PER LA RESISTENZA POPOLARE PALESTINESE NONVIOLENTA

La Rete, fondata nel settembre 2009, è stata rinforzata durante la quinta conferenza di Bil’in, con l’aumento del numero dei membri partecipanti e con la creazione di una strategia coerente. Le azioni seguenti sono state definite le più importanti da sviluppare subito dopo la chiusura della conferenza.

1) Chiediamo a tutti i gruppi e agli organismi di solidarietà di unire gli sforzi nella Rete internazionale per la resistenza popolare palestinese nonviolenta. Chiediamo di firmare l’appello sul sito web : internationalpopularstruggle.org.

2) Coordinare l’invio di militanti in Palestina tra gli organismi appartenenti alle Rete e comunicare tutti i dati sulle equips.

3) Creare una giornata mondiale di azione e di sostegno alla lotta popolare con delle iniziative in tutti i paesi. La prima giornata d’azione è prevista per il 10 giugno 2010.

4) Incoraggiare il sostegno internazionale alla lotta con un finanziamento mensile (anche minimo) a persone o organismi.

Per concludere la conferenza, il Comitato popolare di Bil’in ha invitato tutti i partecipanti alla manifestazione settimanale. Un manifestante palestinese di Jaffa è stato gravemente ferito alla testa da un proiettile di gomma e acciaio sparato dai soldati israeliani. Cinque manifestanti sono stati arrestati e poi liberati dietro cauzione.

(traduzioni di Francesca)