Signore Presidente, onorevoli colleghi, siamo giunti alla fine al voto del disegno di legge sulle missioni miliari. Nel corso di questi giorni si sono abbattuti giudizi pesanti sui parlamentari del centrosinistra che hanno espresso il loro parere negativo sul disegno di legge. Perfino autorevoli cariche dello Stato sono intervenute per lanciare un grido d’allarme sulla possibile crisi del governo. Tutto questo allarmismo non si è manifestato quando il centrodestra ha annunciato il voto favorevole al disegno di legge. Segno che se si paventa la modifica della maggioranza non ci si preoccupa però di un nuovo sconcertante consociativismo in materia di politica estera.
Nel merito, la mia riserva sul disegno di legge che ratifica a tempo indeterminato la missione in Afghanistan resta totale. Non vi dovrebbe essere alcun dubbio che in Afghanistan è in corso una guerra; che tale guerra muove dall’esigenza di tutelare e consolidare il ruolo internazionale degli Stati Uniti in un’area di indubbia rilevanza strategica; che senza una soluzione politica non vi sarà fine a quella tragedia. Sarebbe stato necessario un sussulto di autonomia da parte del governo ma abbiamo compreso che il peso dei condizionamenti internazionali è tale da fare rifluire il governo su scelte di discutibile continuità.
Per queste ragioni voterò contro questo disegno di legge. Il rifiuto della guerra non può essere un optional a cui si ricorre solo quando si è all’opposizione, né il sostegno al movimento per la pace può essere intermittente o addirittura a senso alternato misconoscendo oggi ciò che si sosteneva ieri. Si pone quindi un problema di coscienza e di coerenza politica che non può essere eluso.