De Gregorio vota con il Polo: «Lo rifarò»

Anche stavolta, lei ha votato con la Casa delle libertà. «Anche stavolta, e allora?». Senatore… «Cosa vuol chiedere al senatore Sergio De Gregorio? Coraggio, non tema…». Tra un po’ al Senato arriverà la Finanziaria e gira voce che lei non abbia dubbi. «Una voce? Solo? Solo una voce? Ah no, guardi: può considerarla una certezza. Se Prodi non la modifica, io voterò contro, decisamente contro questa Finanziaria». Parlare con il senatore Sergio De Gregorio è sempre piuttosto semplice. Come un medico che opera un medico. Conosce la prassi. Lui è un ex giornalista. «Ma anche ex socialista, se è per questo». E allora anche ex forzista, e poi amico di principi, casalinghe e di Publio Fiori. Lei ha capito il trucco. «E quale sarebbe, questo trucco?». Tenere tutti nell’ incertezza. «E certo che questa della Finanziaria è una bella incertezza. Sono preoccupati, eh?». Parecchio preoccupati. «Allora, senta: io mi chiamo Sergio De Gregorio, sono il presidente della Commissione Difesa del Senato della Repubblica, e trucchi non ne faccio. Il mio unico segreto è la coscienza: la seguo. È un crimine?». Seguiamo la coscienza di Sergio De Gregorio. Lui dice che la manovra messa a punto dal ministro Tommaso Padoa-Schioppa toglie fondi al mondo della Difesa. Racconta di un disagio che cresce, tra le forze dell’ ordine e le forze armate. Racconta un episodio capitatogli pochi giorni fa. E nel raccontarlo – ecco l’ animo, e il mestiere del giornalista che torna – usa toni inquietanti, che lasciano immaginare scenari tragici. «Allora, finisco in un’ assemblea del Cocer, il sindacato dei carabinieri. Li conosciamo, no? i carabinieri. Tipi calmi, servitori dello Stato, devoti delle istituzioni. Beh, avrebbe dovuto vederli». Com’ erano? «Furiosi. Ad un certo punto, mi dicono: guardi, senatore, noi veniamo al Senato». E lei? «Io so che loro non possono manifestare, ma loro mi anticipano e mi dicono: guardi, senatore, diciamo che veniamo tutti a prenderci un caffè sotto a Palazzo Madama, eh?». Sergio De Gregorio sostiene che se poi non sono andati, il merito è suo. Che ha mediato. «Infatti, io medio: io dico che con… mah, anche con un aumento di 700 milioni di euro, la Finanziaria garantirebbe dignitosamente il comparto della Difesa. Con meno, no». Con meno, giura, voterà contro. Anche a costo di creare un problema al governo. «L’ ho già spiegato al ministro Chiti: gli ho espresso la mia sofferenza…». Senatore, lei soffre? «Guardi, questo lavoro io lo faccio con passione, tutto il mio movimento di “Italiani nel mondo” lavora con passione». Senza calcoli. «Senza calcoli. Difendo la Difesa. È il mio incarico, no?». Lei ha capito il trucco. «Io ci credo davvero in questa battaglia». Sa che i Comunisti italiani e i Verdi vogliono addirittura abbassarli, i fondi che lei chiede invece di aumentare? «Lo so, lo so… le ho lette le dichiarazioni della Palermi e di Cento e di tutti gli altri…». C’ è una mediazione possibile? «Temo di no. Qui, ormai, siamo a uno scontro di culture».