“Damiano ha torto, Gallino ha ragione”

Naturalmente non siamo assolutamente d’accordo con il dirigente del Partito Democratico, Cesare Damiano. La Fiom ha già deciso che non sottoscrive un accordo che è un ricatto nei confronti dei lavoratori e che viola elementari norme contrattuali, della legge e principi della Costituzione.

Lo aveva deciso già prima del referendum, e dopo ha confermato la decisione. Su questo la discussione è semplicemente chiusa. Quello che però consigliamo a Cesare Damiano e a tanti della sinistra è di riflettere su cosa vuol dire oggi in Italia distruggere il contratto nazionale. Perché di questo si tratta, come chiariscono bene tutti coloro che considerano la proposta di Marchionne un modello. La distruzione del contratto nazionale chiesta dalla Fiat e avviata dalla Confindustria significa mettere in discussione uno dei principali legami sociali del paese. E far sprofondare il lavoro in una competizione selvaggia sul piano aziendale e territoriale che porterà a un degrado ulteriore della società e della stessa economia. (…)
E’ da trent’anni che gli industriali propongono il patto sociale, ottengono risultati rilevanti a danno del lavoro, eppure siamo sempre più in difficoltà nella competizione internazionale.
Secondo noi ha invece completamente ragione il professor Luciano Gallino. Per far crescere l’economia del paese e costringere le aziende all’innovazione c’è bisogno di una consapevole lotta di classe, che difende i salari ed estenda la democrazia, e non di patti sociali con imprese che vogliono lavorare in Italia solo se si accettano le condizioni dei serbi o dei polacchi.

02.09.2010

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