ACCOGLIENZA rumorosa ieri a Vicenza per il vicepremier e ministro dei Beni Culturali Francesco Rutelli che, al suo arrivo al teatro Olimpico, ha trovato ad attenderlo circa tre mila persone in presidio permanente contro la costruzione della base americana all’aeroporto Dal Molin. «Abbiamo deliberato come “Altrocomune” che Rutelli a Vicenza è persona non gradita -spiegavano gli esponenti del presidio permanente – e vogliamo farglielo sapere». Una protesta assordante fra fischietti e coperchi di pentole battuti in una piazza presidiata da decine di agenti in tenuta antìsommossa a controllo delle transenne posizionate per tener lontano i manifestanti dall’ingresso del teatro. Precauzioni che non sono bastate ad evitare a Rutelli di essere ricoperto di fischi al momento del suo arrivo nel corale del teatro a bordo dell’auto blu. Dal canto suo, il ministro non ha voluto commentare l’episodio, e parlando coi cronisti si è limitato ad un laconico: «La decisione è stata già presa». Oggi intanto la protesta contro la costruzione della nuova base americana vivrà la sua ultima giornata di mobilitazione con il grande corteo che si muoverà
in mattinata per arrivare, insieme a quello organizzato dagli studenti, fino all’area dell’aeroporto Dal Molin dove sarà realizzata la nuova struttura Usa. «Obiettivo dell’iniziativa – spiegano gli organizzatori – è quello di entrare nell’area destinata al progetto di militarizzazione per piantare decine di alberi». Non a caso lo slogan del corteo sarà “costruiamo il nuovo parco pubblico al Dal Molin”. Il progetto del comitato organizzatore della protesta è di fare infatti dell’aeroporto «un’area a disposizione della cittadinanza e non un luogo di guerra. I vicentini che in questi giorni hanno attraversato il Festival “No Dal Molin” sono stati tantissimi; un movimento vivo e radicato, nonostante il si del Governo e l’atteggiamento provocatorio dell’Amministrazione comunale di Vicenza. La manifestazione conclusiva – spiegano – rappresenta il momento più importante della tre giorni di azioni costruita dall’Altrocomune, ovvero dalla comunità che si batte contro la costruzione della base. Una tre giorni caratterizzata dalla determinazione e dalla creatività, caratteristiche che da sempre accompagnano le iniziative di questo movimento». E come accaduto per il grande corteo che si tenne a Vicenza nel dicembre scorso, anche la manifestazione di oggi sarà strettamente sorvegliata dalle forze dell’ordine che temono che fra le migliaia di persone possano infiltrarsi anche i manifestanti dei centri sociali del nord est, l’ala più dura del movimento che si è resa protagonista di disordini anche in occasione delle proteste contro la costruzione della Tav in Val di Susa. Massima allerta quindi, anche se la speranza è che tutto vada per il meglio. Esattamente come successo a dicembre.