Dal circolo di San Sebastiano al Vesuvio

Nella giornata di lunedì la maggioranza del PRC ha praticamente deciso il rinvio del congresso al prossimo autunno. La decisione sarà demandata al CPN del 16 dicembre dopo una consultazione con i segretari regionali e provinciali. Ma la cosa è oramai certa. Si tratta di una decisione gravissima che scaturisce dalla volontà di evitare il confronto democratico con gli iscritti. Inoltre è stata decisa una consultazione sulla nostra partecipazione al governo. Diciamo subito che non siamo d’accordo con questo modo di operare della dirigenza di questo partito

Nella riunione della direzione Mantovani si è pronunciato a favore dello slittamento del congresso e poi si è astenuto e Grassi si è dichiarato a favore.

Appare evidente che vi è stato un ripensamento repentino, visto che non meno di un paio di giorni fa si richiedeva un accelerazione per la raccolta delle firme al fine di presentare i documenti congressuali.

A questo punto, ovviamente, lo scenario si modifica.

Lo schieramento che abbiamo messo in piedi, a cominciare dall’autoconvocazione di Firenze, che ha visto una vasta partecipazione degli iscritti, al di là degli schieramenti e delle mozioni, ci impone di aprire una battaglia nel partito che non è più solo sui contenuti della linea politica ma anche sulla decisiva e fondamentale questione della democrazia.

Venerdì si terrà una conferenza stampa a Roma, nella Sala L.Libertini alle ore 11.00. Inizialmente prevista per denunciare la decisione di convocare gli Stati generali della sinistra, presentando il nuovo simbolo, senza alcun coinvolgimento del partito, ora questa conferenza assume anche un’altra finalità: quella di denunciare la prevaricazione della maggioranza con la decisione di rinviare il congresso e di chiamare l’intero partito alla battaglia contro una linea sciagurata e avventurista.

Noi, circolo di San Sebastiano al Vesuvio (Na), crediamo che questa importante iniziativa non debba essere solo di una parte del partito ma di tutti coloro che credono ancora nel progetto originario di Rifondazione Comunista e si oppongono a questa deriva dei gruppi dirigenti