Da Solana e Straw «incredibile silenzio»

Le bombe al fosforo esplodono anche nel Parlamento europeo, per ora senza fare danni anche perché chi è stato interrogato sui fatti – Solana e Straw – ha preferito non rispondere, peggio non si è nemmeno presentato. Tutto parte da una lettera inviata venerdì scorso da Graham Watson, capogruppo dei liberali, a Javier Solana. Watson chiede «un’immediata e completa indagine» sui fatti riportati da Raiews24, oltre a una «condanna» dell’uso di queste armi. Solana ha risposto alla sua lettera?

No. Non ha detto niente, è stato invitato ai dibattiti sull’Iraq e sull’Iran ed ha detto che non gli andava. È incredibile.

E Straw?

Allo stesso dibattito la Presidenza ha inviato un ministro che normalmente si occupa di agricoltura. Straw, che pure è a Strasburgo, non è voluto intervenire.

Eppure sia Washington che Londra iniziano, pur se a denti stretti, a fare le prime ammissioni

Nella convenzione Onu esiste un piccolo dubbio visto che il fosforo per l’illuminazione non è proibito, ma non è ammissibile il suo uso contro i civili e neppure contro le forze armate.

Le prove ci sono, e anche le prime ammissioni ufficiali, perché Commissione e Consiglio non fanno niente?

Esiste un Alto rappresentante per la politica estera (Solana, ndr), esiste una Commissario agli esteri (Ferrero Waldner, ndr), perché non sono capaci di proporre una politica europea? L’Ue ha avuto grandi successi in Medio Oriente, anche l’accordo su Gaza che la Rice promuove, non è degli Usa: i militari sono europei. Ma non siamo capaci di muoverci sull’Iraq.

Cosa può fare il Parlamento?

Nel dibattito di oggi (ieri per chi legge, ndr) molti hanno appoggiato la mia lettera, per esempio la Gruber e Guidoni, ed anche deputati di destra hanno utilizzato le mie stesse parole. Questa settimana è stato messo in agenda un dibattito senza risoluzioni, ma non si esclude una risoluzione nella prossima sessione di dicembre. Con la lettera ho anticipato i tempi perché non possiamo aspettare un mese.

Le bombe al fosforo ripropongono con forza la questione dell’occupazione

La situazione è molto grave, adesso è chiaro che abbiamo invaso l’Iraq illegalmente. Spero che adesso venga pensata una strategia europea non solo per bloccare gli abusi ma anche per preparare una strategia di uscita dall’Iraq. Noi non possiamo come Ue dettare la strategia agli Usa, ma la sconfitta che ha conosciuto l’Europa quando eravamo disuniti al momento di entrare o meno in guerra, non deve riproporsi oggi: adesso tutti sappiamo che dobbiamo uscirne. Dobbiamo parlare con il governo iracheno, con quello dei paesi vicini e soprattutto con la Lega araba. La presenza di truppe occidentali porta ad un’instabilità più forte, alimenta una jihad dei sunniti contro gli sciiti che rischia di destabilizzare anche i paesi vicini.