PIERO MAESTRI * – ROBERTO MINERVINO * *
” La mano invisibile del mercato non può lavorare senza un pugno nascosto – McDonald’s non può prosperare senza McDonnell Douglas, il costruttore del F-15. E il pugno nascosto che rende il mondo sicuro per le tecnologie della silicon Valley si chiama Forze Armate degli Stati Uniti d’America”. Questa frase del giornalista del New York Times Thomas Friedman riassume in maniera lapidaria quello che il movimento contro la globalizzazione ha compreso da tempo: il libero mercato e l’internazionalizzazione del capitale non possono fare a meno dello strumento militare.
Noi aggiungeremmo solamente che il nome completo di questo strumento è Alleanza Atlantica, che con il vertice di Washington dell’aprile 1999 ha definitivamente chiarito quale sia il suo ruolo: intervenire senza limitazioni legali, geografiche e politiche ovunque i “Grandi” ritengano sia in pericolo il loro “ordine mondiale”.
La discussione che si è aperta nel movimento in vista del vertice della Nato di Napoli è forte di questa consapevolezza, alla quale si aggiunge la pericolosa partita che si apre con la decisione di Bush jr. di accelerare il progetto di “Scudo Spaziale”, decisione che ha trovato l’immediato plauso di Berlusconi.
Siamo in sintonia con la proposta di Attac Italia-Attac Napoli per una settimana di iniziative nelle varie città italiane e il 26 settembre a Napoli, anche nella forma del convegno-happening. L’eventuale spostamento del vertice a Pozzuoli (o la sua improbabile sospensione) sarebbe certamente una “liberazione” per la città partenopea, ma non va posta al centro dell’attenzione.
Crediamo che il vertice di Napoli debba essere l’occasione perché il movimento rilanci una campagna più generale contro la Nato e contro sue politiche: gli interventi militari mascherati da “operazioni umanitarie” o “missioni di pace”, (come quello di questi giorni in Macedonia); la presenza delle basi militari Usa, Nato e italiane in decine di aree del nostro territorio, con conseguenze dirette sulle popolazioni che le abitano (o che subiscono l’azione distruttiva degli aerei che da lì partono); il progressivo riarmo italiano ed europeo, che vede ogni anno l’aumento delle spese militari e la costruzione di sistemi d’arma sempre più avanzati e costosi (come il caccia Eurofighter e la portaerei già in progettazione).
Contro queste scelte di militarizzazione dei rapporti internazionali da anni il movimento pacifista ha elaborato proposte alternative, basate sull’interposizione nonviolenta, la riconversione dell’industria bellica e soprattuttao la trasformazione dei rapporti economici, essendo chiaro che “non ci sarà pace senza giustizia”.
Una campagna contro la Nato non può allora accontentarsi di una manifestazione in occasione di un vertice ma deve darsi obiettivi e iniziative di più ampia portata che vedano attivi tutti i soggetti del movimento contro la globalizzazione. In particolare andrà posta l’attenzione sulle scelte della prossima finanziaria, che certamente comporterà l’ennesimo aumento delle spese miliatri e il consueto taglio delle spese sociali e previdenziali: due faccie della stessa medaglia.
Esserne consapevoli significa operare perché la mobilitazione contro la Nato diventi quotidiana iniziativa, non dei soli pacifisti, legata alle campagne per la difesa delle spese sociali, la tassazione delle speculazioni finanziarie, contro la precarizzazione del lavoro ecc.
* Guerre&Pace
* * Lega Obiettori di Coscienza