Una risposta al centrodestra: «Le accuse che ci stanno rivolgendo Fini e Forza Italia in queste ore sono basate sulla menzogna». Una difesa del decreto sulle espulsioni rapide varato da Prodi: «Era l’unica misura possibile per affrontare un’emergenza reale». E una bacchettata a Rifondazione, che su quel decreto ha sollevato dubbi di costituzionalità e che punta, visto il calendario parlamentare, a non convertirlo in legge: «Ci muoveremo ovviamente rispettando la normativa italiana e europea ma non stiamo facendo un dibattito in punta di diritto. Il decreto è politicamente giusto. Ed è giusto che il Parlamento lo approvi». Il sottosegretario agli Esteri Famiano Crucianelli (Sd), che in Romania negli ultimi tempi è andato spesso, non cela una certa irritazione di fronte alla piega che ha preso il dibattito politico dopo la morte di Giovanna Reggiani e in una conversazione col Riformista spiega «I problemi legati alla presenza dei romeni in Italia non li scopriamo oggi. Sono andato in Romania di recente proprio per annunciare il pacchetto sicurezza e per chiedere collaborazione sulle norme che prevedono l’espulsione. La questione è delicata anche perché lì è iniziata una campagna stampa contro l’Italia, accusata di essere xenofoba». Alle critiche del centrodestra risponde: «E stato il governo Berlusconi a liberalizzare l’ingresso dei cittadini romeni nel 2002, abolendo il visto per entrare in Italia Poi, come noto, dopo l’ingresso della Romania in Europa i paesi europei potevano scegliere di concedere la moratoria o meno. L’Italia l’ha utilizzata – lo stesso ha fatto, ad esempio, la Spagna – per l’anno che abbiamo alle spalle tranne che per alcune categorie di lavoratori che evidentemente non stanno nei campi nomadi. Vedremo se la utilizzeremo anche per il prossimo anno». E a Fini replica senza mezzi termini: «Dire che bisogna rimpatriare anche chi non ha lavoro è pura demagogia dal sapore anche un po’ persecutorio dal momento che, essendo i romeni cittadini comunitari, non si può impedire loro di tornare».
Ciò detto Crucianelli non ha dubbi sulla linea che il governo deve seguire: «Ha ragione Veltroni: c’è un problema di criminalità che riguarda soprattutto i romeni. E infatti ci siamo mossi su tre livelli, come ho ribadito solo tre settimane fa a Bucarest». Il primo: «Se non si crea una collaborazione effettiva tra Italia e Romania non si risolve nulla. E la stiamo realizzando». Il secondo: «Occorre favorire l’integrazione sociale sia in Italia che in Romania. Non basta l’azione, pur necessaria, dei ministeri dell’Interno o della polizia. Ad essa vanno affiancate misure sul piano sociale. E, per quel che ci riguarda, ci stiamo muovendo». Il terzo: «Dire che si devono regolare i flussi è una sciocchezza perché la Romania è un paese comunitario. Ma si devono utilizzare le risorse a livello europeo affinché si creino proprio in Romania condizioni di sviluppo che disincentivano le partenze».
Ma Crucianelli non si nasconde le difficoltà: «La cooperazione con i Comuni romeni non ha funzionato e anche su questo Veltroni ha ragione. Così come cruciali restano i controlli alle frontiere, dal momento che la Romania è entrata nell’Ue ma non nello spazio Schengen. E le autorità romene devono esercitare più controlli perché non c’è dubbio che nel corso degli ultimi anni abbiamo registrato in Italia un incremento della presenza romena legata ad attività criminose. Quindi l’emergenza c’è, come sottolineano i sindaci e non riguarda solo i rom». Poi Crucianelli spiega la ricetta su cui si starebbe muovendo il governo: «Integrazione e repressione del crimine vanno di pari passo. Ha ragione, ad esempio, Chiamparino quando ha detto che senza romeni non sarebbe riuscito a fare le opere per le Olimpiadi invernali e che senza di loro si fermerebbero interi settori a partire dall’edilizia; e non è un caso che in Romania stanno aumentando i salari per recuperare questa manovalanza. Ma proprio perché dobbiamo ragionare nell’ottica dell’integrazione e salvare la parte sana dobbiamo punire la minoranza criminale, che purtroppo tanto minoranza non è».
Il decreto varato dal governo sulle espulsioni sarebbe ispirato da questa logica. Crucianelli poi ammonisce Rifondazione: «Bisogna essere realisti. Era l’unica misura per affrontare il problema prima che montasse nel paese un’ondata razzista. Non agire sarebbe stato irresponsabile. Aggiungo che l’espulsione è l’unica misura possibile in questi casi». Il sottosegretario difende a spada tratta anche gli sgomberi ordinati dai prefetti: «Le baraccopoli sono una vergogna e costituiscono l’habitat in cui naturalmente cresce l’illegalità. Bisogna trovare alternative ma dove vi sono problemi è giusto il rimpatrio».