CRISI E DIVERGENZE NEL P. COMUNISTA DELLA FEDERAZIONE RUSSA SUI RAPPORTI CON PUTIN

Il plenum del Comitato Centrale svoltosi oggi ha escluso dal PCFR Ghennadij Selezniov, Svetlana Gorjaciova e Nikolaj Gubienko. La formula ufficiale è di “non adempimento delle norme statutarie”. Inoltre la votazione svoltasi al plenum ha messo in luce i contorni di una possibile scissione nel PCFR: la quantità dei membri del Comitato Centrale, che hanno sostenuto Selezniov, è quasi raddoppiata in un mese e mezzo.
La questione dell’esclusione dei “nuovi opportunisti” dal partito è stata posta all’attenzione del plenum per iniziativa del gruppo parlamentare del PCFR alla Duma. Si è inteso punire i tre membri del gruppo che hanno deciso di rimanere al loro posto alla Duma, nonostante il settimo plenum del C.C. (svoltosi il 10 aprile) avesse deciso l’uscita dei comunisti da tutti i posti di direzione parlamentare, incluso quello di speaker.
Mentre nel precedente plenum la questione relativa al comunista Selezniov ha comportato più di otto ore di discussione, quest’ultima volta l’esame dell’esclusione immediata dei tre membri del Comitato Centrale è durato poco più di quattro ore, intervallo per la colazione compreso. Per l’allontanamento di Selezniov dal partito hanno votato 76 membri del C.C., mentre 25 si sono espressi contro la decisione. Per l’esclusione di Svetlana Gorjaciova 64 si sono pronunciati a favore, 35 contro e 4 si sono astenuti, mentre per quella di Nikolaj Gubienko i favorevoli sono stati 56, i contrari 39 e gli astenuti 6.
Va richiamata l’attenzione sul fatto che, mentre il 10 aprile al precedente plenum, a sostegno della posizione assunta da Selezniov su come atteggiarsi di fronte al potere erano intervenuti 15 membri del C.C., oggi il loro numero è salito a 25.
La votazione su Gubienko e la Gorjaciova ha messo in rilievo che circa un terzo dei membri del Comitato Centrale, dirigenti di organizzazioni di partito regionali non sono d’accordo con le opinioni di Zjuganov e della sua cerchia sulla necessità di “purghe” nei ranghi del partito. Inoltre le “purghe” hanno avuto come risultato quello di allontanare dei comunisti, tra i più conosciuti e popolari. Dell’inizio di una scissione nel PCFR nessuno ha ancora parlato, ma, come ha affermato Svetlana Gorjaciova alla fine del plenum, l’organizzazione di partito dell’Ussuri avrebbe già espresso l’intenzione di reintegrarla nei ranghi del PCFR, nonostante la decisione del plenum del Comitato Centrale. Gorjaciova probabilmente riceverà la nuova tessera già lunedì, al momento del suo rientro a Ussurijsk.
Ghennadij Zjuganov si è rifiutato di commentare la dichiarazione di Svetlana Gorjaciova, sulla sua decisione di aggirare la decisione del Comitato Centrale. Egli ha dichiarato che Gorjaciova, come del resto Gubienko ed anche Selezniov, conformemente allo statuto del partito, potranno rientrare nel PCFR, se ciò corrisponderà alle loro intenzioni. Zjuganov ha anche ricordato a tutti gli esclusi, che essi hanno la possibilità di ricorrere contro la decisione del plenum nel prossimo congresso del partito, ma ha anche aggiunto che non crede affatto che la maggioranza del congresso appoggerà la loro decisione.
In ogni caso, a differenza di Gorjaciova, sia Selezniov che Gubienko non sembrano avere l’intenzione di battersi per la riammissione nel partito comunista.
In particolare, Selezniov ha affermato che intenderebbe farsi eleggere, nella consultazione per la Duma prevista per il dicembre 2003, in un collegio uninominale. Egli non intenderebbe neppure entrare in qualche altro partito, poiché “ne ha abbastanza di correre per dei partiti”. Per quanto riguarda Gubienko, egli ha deciso di “lavorare, lavorare e ancora lavorare” nella commissione per la cultura e il turismo della Duma di Stato. Non considera una tragedia personale quanto accaduto nel plenum, ma ritiene piuttosto che la sua esclusione dalle file del PCFR sia un problema del partito.
Si prevede che l’ulteriore sviluppo degli avvenimenti all’interno del PCFR si presenti alquanto complesso. Da un lato, al plenum non è avvenuta un’evidente scissione, poiché nessuno dei membri del Comitato Centrale, che hanno sostenuto Selezniov, ha posto la questione di un riesame della politica del partito o ha restituito la propria tessera, in segno di protesta. D’altra parte, è davanti agli occhi una notevole crescita del numero di coloro che condividono le posizioni dell’ex compagno di partito in merito ai rapporti che il partito comunista dovrebbe instaurare con il potere.
Se poi si tiene conto delle altre decisioni prese al plenum, sembra che Zjuganov potrebbe, ad un certo momento, trovarsi in minoranza nel partito.
Nonostante le sue insistenti pressioni, il plenum non è stato in grado di decidere sia i termini dell’organizzazione di un referendum sull’introduzione della proprietà privata dei terreni agricoli, sia le scadenze dell’avvio alla Duma della campagna per ottenere la sfiducia al governo. Entrambe le questioni sono state rinviate, e ciò può essere interpretato come una sconfitta personale di Zjuganov e come un segno della complessità della situazione interna al PCFR.

Traduzione dal russo
di Mauro Gemma