Essere comunisti – area politica del Partito della Rifondazione Comunista
Il Comitato Politico Nazionale di sabato scorso 21 aprile ha assunto, tra gli altri, un importante O.d.G. sulla questione del Tfr e del referendum nei luoghi di lavoro in merito alla sua destinazione. Un articolo del ‘Sole 24 Ore’ di venerdì 20 aprile dedicato a tale tema dava notizia della lentezza con cui i lavoratori vanno esprimendosi su tale questione: ad oggi, solo un quarto degli interessati ha esplicitato il proprio orientamento compilando l’apposito modulo e di questi due terzi ha scelto di tenere il Tfr in azienda, mentre solo un terzo (l’8% del totale) ha deciso di affidarlo ai fondi pensione.
E’ dunque già evidente lo scarso appeal esercitato da questi ultimi, ma è per ora altrettanto significativa l’esiguità numerica di quanti hanno inteso esprimere formalmente la loro scelta. Un dato tuttavia preoccupa su tutto: da un sondaggio condotto tra le lavoratrici e i lavoratori risulta che ben il 60% (il sessanta per cento!) di questi ritiene che il silenzio-assenso serva a mantenere in azienda il Tfr. Esattamente il contrario di ciò che è stabilito: se non ti esprimi, vedrai il tuo Tfr confluire automaticamente ai fondi.
Tutto ciò testimonia del grave deficit di informazione che permane su una materia così importante per il futuro di milioni di persone. E dà conto di un andamento tutt’altro che trasparente del referendum stesso: non dovremo essere noi a ricordare che una corretta informazione è il sale di ogni percorso democratico.
Per questo abbiamo proposto un O. d. G. (assunto dal Cpn e che riproduciamo qui di seguito) che impegna il nostro partito a produrre il massimo sforzo per chiarire senza possibilità di equivoci nei luoghi di lavoro i termini precisi della questione.
Bruno Steri – Comitato Politico Nazionale PRC
ORDINE DEL GIORNO
Il Comitato Politico Nazionale impegna tutte le strutture del partito, i suoi militanti, i suoi amministratori, a realizzare nei prossimi due mesi una campagna informativa straordinaria nel quadro della lotta per la difesa della previdenza pubblica e per l’eliminazione dello scalone Maroni: occorre dire alle lavoratrici e ai lavoratori che se entro il 30 giugno non esprimeranno una scelta sulla destinazione del loro Tfr, questo verrà automaticamente versato nei Fondi pensione, come prevede la norma del silenzio-assenso. Se i lavoratori non dichiareranno sull’apposito modulo di voler tenere il Tfr in azienda, ne perderanno la titolarità, con i rischi che ne conseguono per il rendimento, per la tenuta della previdenza pubblica, per la solidarietà tra i lavoratori e tra le diverse generazioni, per l’autonomia del sindacato, come è bene evidenziato nel volantino informativo realizzato da Prc il 18.01.2007.
Tenere il Tfr in azienda è propedeutico a dar forza alla nostra battaglia per l’utilizzo pubblico, presso l’INPS, del Tfr, come previsto nel programma dell’Unione. Questa campagna può avere nella mobilitazione generale in tutti i posti di lavoro prevista per il 14 maggio un momento essenziale.
Assunto dal CPN
Roma, 21 aprile 2007