CPN del 17 giugno 2006 – Odg sul rifinanziamento della missione in Afghanistan

Ordine del giorno presentato al Cpn del 17 giugno da Claudio Grassi e Salvatore Cannavò respinto con 57 voti a favore e 100 contrari

Il governo si appresta a varare il ritiro dei soldati italiani dall’Iraq. E’ una scelta importante in sintonia con le aspettative del popolo pacifista che ha contribuito alla vittoria dell’Unione. Tuttavia il rispetto di quelle aspettative esigerebbe una maggiore chiarezza e determinazione nelle operazioni di rientro che vanno al più presto calendarizzate in condizioni di sicurezza per il soldati italiani ma in tempi rapidi. Altrettanta sintonia non sembra essersi finora registrata per quanto riguarda l’Afghanistan.
In Afghanistan le truppe italiani sono infatti collocate in un chiaro contesto di guerra che tenderà inesorabilmente ad aggravarsi per effetto della decisione Nato di aumentare le truppe e di estendere la propria azione al sud del paese con l’obiettivo di alleggerire la presenza dei soldati Usa inquadrati nella missione Enduring Freedom. L’Afghanistan rappresenta la prima scelta di guerra del governo Berlusconi nell’ambito della guerra globale preventiva inaugurata dall’amministrazione Bush. Una strategia che non ha diminuito i rischi di terrorismo ma semmai li ha aggravati contribuendo a destabilizzare ulteriormente il pianeta.

Per queste ragioni l’Italia non può e non deve partecipare a quella missione. Il Prc non può che ribadire la propria coerente posizione, assunta negli ultimi cinque anni, e che chiede il ritiro dei soldati italiani dall’Afghanistan. Per questo Rifondazione comunista non può votare il rifinanziamento di quella missione. L’Unione e il governo Prodi dovrebbero prendere atto di questa posizione limpida e operare per un’inversione di rotta delle proprie priorità e linee strategiche in sintonia con quell’articolo 11 della Costituzione, inscritto nel programma di governo e che ribadisce con chiarezza che l’Italia ripudia la guerra.