CPN del 13 e 14 Dicembre 2008 – Sintesi dell’intervento di Omar Minniti

Dopo Chianciano il Prc si è attivato per riaffermare la sua utilità sociale. E’ tornato nelle piazze, nei luoghi di lavoro, nelle scuole e le università, promuovendo il conflitto “in basso a sinistra”. Indicativa è l’esperienza a cui ha dato vita in numerose città, con la costituzione dei Gap e la promozione di iniziative contro il carovita: dal pane si è passati alla pasta e la frutta ed ora si chiamano a raccolta i dentisti disposti a praticare prezzi popolari. Purtroppo, nonostante la maggioranza del corpo del partito si sia rimessa in movimento, c’è una parte che continua a boicottare la svolta sancita dal congresso e lavorare per il superamento del Prc. E’ grave l’atteggiamento tenuto da questa componente che, nei territori come a livello centrale, opera ormai al di fuori degli organismi di partito e costituisce gruppi istituzionali “unitari” in sinergia con forze subalterne al Pd. Indicativo è ciò che è avvenuto nella prima giornata dei lavori del Cpn, disertati dalla minoranza per partecipare alle “primarie delle idee” con Fava e Occhetto. Anche se molti esponenti di Rps ripetono di non voler abbandonare il Prc, quella per cui stanno lavorando è una scissione. E le divergenze tattiche che emergono tra questi e chi vorrebbe dar vita subito ad un nuovo partito “senza aggettivi”, sembrano rientrare in un gioco delle parti: c’è chi comincia a plasmare le forme del nuovo soggetto e chi, con un piede dentro ed uno fuori, opera per fiaccare, svuotare e deturpare l’immagine di Rifondazione, sottraendole tempo ed energie. Sarebbe erroneo sottovalutare questa situazione e, perciò, è necessario che il gruppo dirigente del Prc si predisponga in vista di un epilogo che, a ridosso delle europee e delle amministrative, sarà inevitabile. Al contempo, si deve lavorare per aprire le nostre liste alla società civile e alla diaspora comunista, in particolare costruendo l’unità d’azione col Pdci.

* Federazione di Reggio Calabria