Questa crisi comporterà la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro, si abbatterà su diritti e salari. Oggi sentiamo ancora di più la necessità della presenza di un Partito Comunista, con legami sociali forti sul territorio e nei luoghi di lavoro. Non ha più senso tergiversare: l’obiettivo prioritario ed inderogabile è l’unità di tutti i comunisti in un Partito di massa e di lotta, adeguato ai tempi. Per ciò che riguarda “Liberazione” è lecito affermare che è a tutti gli effetti l’organo della Costituente della Sinistra; non è possibile avere un quotidiano che contrasta le scelte del Partito e che nel frattempo accumula un debito enorme mentre a stento i compagni dei Circoli tengono aperte le sedi con le risorse del solo autofinanziamento; un giornale che non è gradito nemmeno dai suoi scarsi lettori e purtroppo anche dai nostri iscritti e militanti, che sono i soli che possono tentarne un rilancio se questo tornerà ad essere il loro giornale. I nostri compagni hanno bisogno di recuperare la fiducia nel Partito e nei suoi dirigenti, perché ciò accada non debbono essere messi di fronti a scelte improvvise e mai discusse come l’offerta di candidatura a Luxuria: per essere un buon candidato non basta garantire un impatto mediatico. Anche per la nostra permanenza nelle giunte di centrosinistra, dobbiamo essere chiari e fare scelte coerenti: i programmi sottoscritti frettolosamente, spesso denunciano una eccessiva attenzione per il “collocamento” piuttosto che per la collocazione politica e spesso i programmi sottoscritti non vengono praticati: così facendo aumentiamo ancor più la perdita di fiducia nei nostri confronti. Anche per le prossime amministrative sia chiaro: se i compagni non condivideranno scelte, coalizioni, programmi e candidature (le quali devono sempre rispondere alla necessità dell’internità alle lotte sociali di massa) le conseguenze saranno disastrose.