Proprio perché l’origine della crisi sta nel meccanismo fondamentale che presiede al funzionamento dell’economia capitalistica condivido la proposta di piattaforma avanzata nella relazione. Non basta
aumentare i salari: va posto il problema della proprietà e del controllo pubblico sull’economia. D’altra parte sono 20 anni che accade l’esatto contrario di quanto ci hanno spiegato i guru del neoliberismo. Le liberalizzazioni non hanno prodotto un aumento della concorrenza ma la costituzione di monopoli. E intanto che si parla di federalismo questi monopoli espropriano i territori e gli enti locali dal controllo delle proprie risorse (vedi le fusioni delle ex municipalizzate). Dunque vanno nazionalizzate le banche e anche le aziende produttive in crisi e questa politica va fatta pagare ai padroni non solo attraverso il fisco, ma come dice Michael Moore oggi su Il Manifesto a proposito di General Motors: lo Stato la acquisisca per 3 mld di dollari e prenda a calci i grandi azionisti che ne chiedono 36. Inoltre – poiché prevenire è meglio che curare – vanno bloccate le privatizzazioni e le esternalizzazioni, a partire dalle aziende dei servizi pubblici locali.
Tuttavia il problema centrale è come la relazione di Ferrero si traduce nelle scelte politiche. E’ chiaro infatti che – è stato detto in relazione – la verifica delle alleanze locali è rimasta inevasa. Pertanto chiedo formalmente che i punti di programma che Ferrero ha esposto vengano posti come vincoli nelle alleanze future e nella verifica di quelle in essere. Dove i tagli ai trasferimenti verso gli enti locali vengono scaricati sui ceti popolari; dove si privatizza; dove si gestiscono sacche di precariato e si riducono gli organici noi dobbiamo chiamarci fuori. Non si può chiedere la nazionalizzazione delle banche e allo stesso tempo esternalizzare le manutenzioni degli autobus.