Così si licenziano i dipendenti municipali

Sedici dipendenti pubblici da licenziare per far posto a 32 nuovi assunti senza concorso. A Lauro – comune di 3 mila abitanti alle porte di Nola ma in provincia di Avellino – si può. Protagonista la giunta comunale guidata dal sindaco Vito Bossone (Udeur), succeduto al cugino Antonio da tre anni, che ha prima deciso di portare l’organico a 80 dipendenti – un numero altissimo per un piccolo comune – quindi di mettere in mobilità quelli sgraditi, cinque di questi iscritti alla Fp-Cgil. La motivazione del provvedimento? Un eccessivo costo per la pubblica amministrazione. Anche se quelle spese sono state «autoprodotte», fuori i vecchi – tra cui il comandante dei vigili urbani, alcuni assistenti tecnici e operatori ecologici – dentro i nuovi.
Il provvedimento è stato impugnato dal sindacato che la scorsa settimana è riuscito a ottenere il reintegro dei lavoratori dal prossimo primo novembre. Ma l’amministrazione non si è data per vinta e alcuni giorni fa ha deciso unilateralmente il part time per questi impiegati. «Un’operazione illegale dato che secondo il contratto nazionale per poter applicare il part time si deve prima concordarlo con i dipendenti – spiega Luigi Mauro, della segreteria Fp-Cgil di Avellino – Si tratta di un ennesimo abuso che si aggiunge a cinque anni di violazioni di norme e regole nell’organizzazione del lavoro».
Attualmente l’ente è sull’orlo del tracollo per i troppi sprechi, da settembre i lavoratori non percepiscono lo stipendio e ieri la situazione, ormai non più sopportabile, è stata anche denunciata in un’assemblea dei lavoratori dal segretario nazionale della Fp-Cgil Mauro Breschi. Il sindaco non vuole nessun tipo di confronto a riprova anche «l’accoglienza» riservata all’assemblea: «Una sala malsana e senza sedie, con lavoratori e giornalisti costretti a sedere sui banchi dell’asilo infantile», ha raccontato Marco D’Acunto, segretario provinciale. «La pianta organica è stata gonfiata a dismisura mediante assunzioni di dubbia legittimità che hanno portato al raddoppio dei dipendenti nel giro di un anno e mezzo – continua D’Acunto – dal mese di settembre i lavoratori non solo sono senza stipendio, ma non hanno ancora avuto gli arretrati contrattuali approvati col contratto nazionale dello scorso maggio. Su queste basi si arriverà a uno scontro». E la vicenda di un piccolo paesino, a causa delle continue violazioni, potrebbe anche diventare di interesse nazionale.
I parlamentari Raffaele Aurisicchio e Tommaso Sodano nelle scorse settimane hanno già prodotto tre interrogazioni parlamentari sul «caso Lauro». Così Beschi ha rincarato la dose: «L’azione dei lavoratori del comune di Lauro – ha detto chiudendo l’assemblea – ci aiuta anche a livello nazionale per portare avanti la battaglia che conduciamo sull’importanza del ruolo del pubblico impiego e sulla necessità che esso sia organizzato e gestito sulle esigenze dei cittadini e non sul volere degli amministratori, che seppure eletti dal popolo sono tenuti al rispetto delle leggi e dei contratti».