«Cosa Rossa», la disputa adesso è sul nome

FA DISCUTERE il simbolo, ma anche l’aggettivo da affiancare o meno alla parola “Sinistra”. Si avvicinano gli stati generali dell’8 e 9 dicembre e Prc, Pdci, Verdi e Sinistra democratica ancora cercano di sciogliere alcuni nodi: in primis, il nome e il simbolo con cui presentarsi uniti alle prossime elezioni e la legge elettorale da difendere quando ci si siederà al tavolo dell’Unione. Le posizioni di partenza sono distanti, ma i quattro partiti hanno messo a punto un calendario di incontri per trovare una soluzione alle due questioni. La prima, quella del simbolo, sembra al momento la più impellente visto che l’8 dovrà essere presentato alla nuova Fiera di Roma. Gli incontri dei tecnici si alternano quindi a riunioni più politiche. Oggi gli sherpa dei quattro partiti si sono visti per esaminare una trentina di bozzetti, ma per il momento una scelta non si è riusciti a farla. «Il simbolo – spiegano i responsabili del tavolo sul simbolo della Sinistra e degli Ecologisti – sta prendendo forma e stiamo lavorando a una proposta che rappresenti rutti». Per questo, l’unico dato certo è che non ci saranno sìmboli preesistenti, mentre potrebbe comparire l’unico elemento comune a tutti e quattro, l’arcobaleno simbolo della pace e della battaglia per i diritti civili.
Ma non mancano le incomprensioni e le polemiche, come dimostra lo scontro scoppiato ieri tra Verdi e Pdci sull’ipotesi che il simbolo contenga la falce e il martello. «Non vogliamo un’aggregazione nostalgica», avverte il capogruppo del Sole che ride alla Camera Angelo Bonelli. «Se vogliono la falce e il martello – attacca – noi non ci stiamo». E la replica dei Comunisti Italiani non si fa attendere. «Gradiremmo che si sgombrasse il campo – è il monito del capogruppo alla Camera Pino Sgobio – da pretestuosi, e questi sì nostalgici, “fattori K”, per concentrare piuttosto le nostre energie sul profilo politico di questa unità. A meno che qualcuno non punti a far saltare tutto…». Il partito di Pecoraro Scanio insiste poi sull’aggettivo «ecologista» da affiancare alla parola Sinistra, su cui sembrano convergere gli altri partiti. «Serve una sinistra senza aggettivi», dice Sgobio. Un’idea lanciata inizialmente da Fabio Mussi e Franco Giordano. Un invito alla sintesi e all’unità arriva dal presidente della Camera, Fausto Bertinotti. «Fuori dalla prospettiva unitaria – puntualizza – non c’è vita possibile per la sinistra». Da Bertinotti arriva anche un’accelerazione su riforme e legge elettorale («non c’è tempo da perdere», sollecita la terza carica dello Stato), altro terreno su cui la sinistra è tutt’altro che compatta.