Cosa rossa, futuro nero

Sulla scia del Partito democratico, padre spirituale di tutti gli odierni tentativi di aggregazione partitica, anche le forze politiche di sinistra radicale oggi si muovono verso la strada dell’unificazione. Mettendo insieme, come si sa, Rifondazione comunista, buona parte dei Comunisti italiani, Sinistra democratica e Verdi. Una scelta di semplificazione che segue i costanti desideri degli elettori, da sempre favorevoli alla presenza di un’offerta politica più ridotta, che oggi sembra essere divenuta ancor più pressante.
L’elettorato comincia a dubitare dei partiti della sinistra radicale
Vediamo allora di cercare di capire meglio cosa ci sta sotto a questo sbocco “sinistro” e quali saranno le possibilità elettorali della nascente forza politica. Innanzitutto, che spazio può avere dal punto di vista dei consensi? Difficile ovviamente pronunciarsi ora: molto dipenderà dal tipo di legge elettorale che verrà adottata. Un proporzionale con sbarramento al 4 o 5 per cento darebbe la possibilità a questa nuova forza di oltrepassare tranquillamente la soglia e di diventare quindi uno dei 3-5 raggruppamenti presenti in parlamento. Un sistema di tipo Vassallum le darebbe invece un po’ meno rappresentanza parlamentare, ma sempre allinterno delle maggiori forze di riferimento. Quel che è certo, in entrambe le situazioni, appare però la significativa presenza del comportamento di “voto utile” che caratterizza l’elettorato dei partiti della sinistra radicale, che diserta per una quota vicina al 30 per cento la scelta della “cosa rossa”, in generale in favore del Partito democratico, riducendo così in maniera importante il risultato dell’ala sinistra dello schieramento: andando uniti, dunque, la sommatoria dei voti conquistati appare minore della corsa separata, come spesso accade.
E questo ci porta a parlare del tema del futuro della sinistra, e della sua decisività all’interno del panorama politico italiano. Negli ultimi dieci anni la presenza di Rifondazione e delle altre liste oggi alleate nei governi di centrosinistra, in maniera più o meno omogenea al resto della coalizione, gli ha fornito la possibilità di enfatizzare e puntualizzare alcuni temi, alcuni suoi cavalli di battaglia, con la speranza e la capacità di incidere in maniera più intensa sulle diverse legiferazioni succedutesi nel tempo.
Certo, ha sempre recitato il ruolo di una sorta di forza di nicchia. È sicuramente una forza che si presenta come antagonista, sia pur moderatamente, alla gestione forse troppo legata al mercato, da parte del centrosinistra italiano e dei diversi paesi europei. E pare giusto che debba esserci, per continuare la sua azione di pungolo e di stimolo ad un governo che penderebbe troppo verso larea moderata e le forze meno innovatrici della nostra penisola. Ma cavalcare ogni protesta, ogni blocco locale o sociale, ogni iniziativa legata agli interventi militari difensivi, ostacolare il governo con ogni mezzo disponibile, creare costantemente discussioni mediatiche o rilasciare dichiarazioni di distinguo o di manifesta alterità pubblica nei confronti dellesecutivo appare troppo anche per i cittadini a loro vicini. Ed è così che il suo elettorato comincia da qualche tempo a dubitare dei partiti che compongono la sinistra radicale: elettori che si proclamano ancora a loro vicini ma che, a domanda, sottolineano alcuni dubbi e perplessità nei confronti di una sorta di “immobilismo” e di “conservatorismo” dellazione politica del proprio punto di riferimento elettorale. E sono disponibili ad andarsene, in occasione di future consultazioni elettorali.
Il destino della nuova forza aggregata nasce dunque sotto auspici non positivi: da forza di opposizione radicale a qualsiasi tipo di governo (di centrodestra o di centrosinistra) il suo ruolo diviene sempre meno rilevante nell’azione politica degli esecutivi. E contemporaneamente si ritrova, ai margini, con un numero di consensi sempre più limitati, con uno zoccolo duro composto da poco più del 5 per cento dellelettorato italiano. Se sarà così, non si prospetta un bel futuro, per la formazione che sta per nascere.