Cos e Atesia, assunti Addio ai cocoprò

Tutti assunti, l’impegno è scritto da ieri nero su bianco, in calce all’accordo firmato dai sindacati confederali e il gruppo Cos Almaviva, colosso dei call center e proprietario della notissima Atesia. Gli ex cocoprò – 3200 di Atesia e circa altrettanti sparsi tra Catania, Napoli e Palermo – potranno abbandonare la condizione di «parasubordinati» e accedere finalmente al tempo indeterminato, seppure con un orario basso, solo quattro ore al giorno, e con un netto mensile che arriverà a 600 euro (ma bisogna considerare anche la tredicesima e le ferie retribuite). Il segno della novità è soprattutto politico: il cocoprò non deve più mascherare lavoro dipendente, e la stessa distinzione tra operatori inbound e outbound – sancita dalla circolare Damiano e dall’avviso comune sindacati-azienda – per il momento viene superata, in meglio. Resta un piccolo mistero sui numeri: fino a due giorni fa i sindacati parlavano di 7500 cocoprò da assumere (di cui 1000, gli outbound, in apprendistato anziché a tempo indeterminato). Ieri però, nell’accordo, la cifra è scesa nettamente: si parla di «circa 6300» parasubordinati. Sono dunque spariti dal conteggio degli assumendi ben 1000 precari? Bisogna sottolineare inoltre che ieri sera le agenzie di stampa davano ancora 1000 outbound extra rispetto ai 6300, e li annunciavano destinati all’apprendistato. «C’è un articolo nell’intesa che taglia la testa al toro – ci spiega Alessandro Genovesi, segretario nazionale della Slc Cgil – Afferma che “tutti” i parasubordinati con contratto al 31 dicembre 2006 verranno assunti a tempo indeterminato E non a caso c’è scritto “circa 6300”. Adesso verificheremo i numeri in ogni call center. Se usciranno cifre più alte, l’azienda dovrà comunque rendercene conto e includerli. Tutti».
L’accordo, comunque, dice che le assunzioni verranno fatte in 4 tranches, entro fine 2007, secondo il criterio dell’«anzianità contrattuale» (la Cos chiedeva all’inizio di considerare l’«anzianità di commessa», più volatile). Si può, è ovvio, rifiutare l’accordo sindacale, e andare in causa, anche tenendo conto del recente rapporto degli ispettori del lavoro. I contributi figurativi, infatti, verranno recuperati, ma chi verrà assunto potrebbe essere costretto ad accettare un risarcimento minimale per il salario pregresso. E’ questo, per l’azienda di Alberto Tripi, il vantaggio più grosso, oltre all’accesso al cuneo fiscale.
Tornando agli assumendi, saranno inquadrati al terzo livello, e guadagneranno circa 600 euro netti al mese per 4 ore su 5 giorni, ma si deve considerare – come detto – che acquisiscono la tredicesima, le ferie retribuite, la malattia, l’infortunio, la maternità, l’articolo 18. Certo: si apre un problema, e secondo le strutture di Roma potrebbe emergere soprattutto in Atesia. Molti, infatti, come cocoprò oggi guadagnano compensi netti più alti, da 800 con punte di 1000 e 1200 euro al mese, dunque potrebbero valutare che contratti di sole 20 ore settimanali portino a una perdita. A parziale riparazione, c’è un articolo del contratto che prevede che tutte le ore contenute nei contratti dei lavoratori che non concilieranno con l’azienda, verranno spalmate su chi accetterà. Molti problemi, a partire dal nodo dei turni, verranno comunque affrontati a un tavolo che si aprirà con la Cos a partire da gennaio 2007: i sindacati hanno ottenuto di andare a discutere i premi di risultato, l’organizzazione e i turni, gli inquadramenti, i consolidamenti orari, la sicurezza. Ancora: ci sarà il confronto su future «ristrutturazioni», possibili tagli al personale che già minaccerebbero i «neo-miracolati» (Almaviva ha parlato recentemente di 400 uscite dall’intero gruppo).
Turni: gli operatori conservano per il 2007 le matrici che avevano da cocoprò, abbastanza rigide, ma il timore è che l’azienda voglia imporre non solo la disponibilità su tutte le fasce orarie, ma anche l’applicazione del decreto 276 (applicativo della legge 30), che prevede la possibilità di cambiare i turni con sole 48 ore di preavviso, sistema già applicato ai dipendenti Cos full time. Sarebbe una fregatura: solo 600 euro al mese per essere sempre disponibili, senza poter cercare un secondo lavoro. Consolidamento ore: anche qui sarà fondamentale aumentare i magri part time. Inquadramenti: i lavoratori chiedono di passare dal terzo al quarto livello. Lo stimolo potrà venire dalle assemblee, che la sola Cgil ha richiesto, con una lettera firmata dai segretari Emilio Miceli e Alessandro Genovesi, inviata alla Cos e all’Unione industriali, in cui si afferma che la Cgil considererà la firma definitiva solo dopo aver verificato il consenso dei lavoratori. Il modo in cui queste assemblee si svolgeranno, le procedure di voto e la trasparenza, potranno essere l’eventuale segno di una democratizzazione. Le non conferme degli apprendisti a Napoli e Palermo (non sarebbe citato, però, il caso di un cocoprò a Catania) verranno «esaminate» dall’azienda, ma ancora non ci sono novità.
La Cgil parla di «grande vittoria», per il ministro del lavoro Cesare Damiano «è un successo di sindacati e governo». Per Pietro Guindani, presidente di Asstel, «il part time a tempo indeterminato coniuga le esigenze di flessibilità con lo sviluppo dell’occupazione: l’outsourcing avrà regole più chiare». La Cos auspica che ora «la logica della qualità anziché il massimo ribasso si estenda all’intero settore».