Il presidente uscente Rafael Correa ha vinto le elezioni presidenziali in Ecuador superando l’ex mandatario Lucio Gutièrrez con uno scarto di oltre 25 punti percentuali.
Il giorno dopo le elezioni ha affermato che, in ambito internazionale, uno dei principali obiettivi del suo governo è quello di consolidare l’integrazione in America Latina attraverso l’adozione di misure che siano efficaci e che vadano al di là della semplice collaborazione commerciale; secondo il presidente, dalla Unione delle Nazioni Sudamericane (Unasur) devono uscire “azioni concrete” volte all’eliminazione di questa percezione “eterea” dell’integrazione, che deve comprendere altri ambiti, come quello alimentare e quello energetico. “Dev’essere una integrazione con obiettivi diversi [dal passato], di coordinazione, complementarietà, cooperazione fra paesi fratelli e che trascendano quelli meramente commerciali; si pensi ad esempio all’integrazione energetica. L’America Latina può essere autosufficiente dal punto di vista energetico [..], alimentare, dell’integrazione finanziaria, dobbiamo lavorare in tutti questi aspetti, si sta avanzando, ma occorre avanzare più rapidamente”, ha dichiarato in una conferenza stampa.
“Uno dei grandi errori, soprattutto negli obiettivi integrazionisti degli ultimi anni e decenni, è stato che l’integrazione era solo commerciale, si trattava di cercare mercati più grandi, basandosi nell’assurdo della competizione […] Mettersi in competizione fra paesi fratelli? Questo è una totale assurdità! Come competiamo? Facciamo a chi maltratta maggiormente la propria forza lavoro?”
“Gli stati Uniti sono il primo partner commerciale dell’Ecuador”, ha ricordato Correa rispondendo ad una domanda sulle relazioni con il governo democratico di Barack Obama, a proposito del quale ha affermato che i rapporti saranno sempre cordiale, purché alla base ci sia un rispetto reciproco. Riferendosi alle relazioni dell’Ecuador con paesi diversi dagli USA come la Cina, l’Iran, e la Russia, il presidente socialista ha detto che queste continueranno ad approfondirsi, “senza chiedere il permesso a nessuno”, chiarendo che questo atteggiamento è parte della politica di sovranità che il suo governo ha portato avanti a partire dal 2007, anno del suo insediamento alla presidenza del paese.
Correa ha spiegato che questo approfondirsi di relazioni internazionali riguarderà soprattutto i paesi latinoamericani, e sarà maggiore con quelli i cui governi fanno riferimento alla dottrina socialista.
Il presidente ha informato i giornalisti di aver ricevuto chiamate di congratulazioni dal suo omologo venezuelano Hugo Chàvez; dal boliviano Evo Morales e dalla cilena Michelle Bachelet.