Contro questa Finanziaria serve una mobilitazione unitaria

A conclusione dell’assemblea nazionale dell’ANCI, tenutasi recentemente a Firenze, si può ben sostenere che 1a percezione da parte degli amministratori locali della gravità della manovra finanziaria, per quanto riguarda le ricadute sul sistema delle autonomie locali, sia generale. Peraltro, non potrebbe essere diversamente, dato che di fronte ad una situazione già seria, la finanziaria prevede un ulteriore inasprimento. Pochi dati evidenziano la gravità dell’operazione condotta a danno degli enti locali: mentre 1’anno scorso su una manovra di 20 miliardi i comuni avevano contributi o con 1,8 miliardi, quest’anno a fronte di una manovra ridottasi a l6 miliardi il contributo dei comuni resta lo stesso, in termini relativi la pressione sugli enti locali è quindi cresciuta, a1 punto che ormai a livello locale è difficile garantire nei fatti un’effettiva autonomia gestionale.
Le stesse critiche, peraltro, erano già state espresse qualche giorno prima nell’assemblea tenutasi a Roma dagli amministratori dell’Ulivo, di Rifondazione Comunista e dell’Italia dei Valori. In quell’occasione, in particolare nella introduzione di Walter Veltroni, era stato molto netto i1 giudizio sulla manovra. Inoltre, da diversi amministratori era emersa la necessità di cogliere la relazione tra la battaglia generale contro la finanziaria e quella contro le norme specificamente punitive nei confronti degli enti locali ed erano anche emerse indicazioni significative di mobilitazione. Tutto ciò farebbe pensare che questa volta, finalmente, una battaglia del sistema delle autonomie sulla finanziaria, supportato dall’iniziativa dell’opposizione, possa essere condotta in maniera meno timida, che in passato. Purtroppo, ciò non è scontato e il rischio che si ricada neg1i stessi comportamenti che si erano visti in precedenza è reale.
Infatti, da un lato pesano sull’ Anci, ma anche su altre associazioni istituzionali, come la Conferenza dei presidenti delle giunte regionali, i limiti derivanti dalla necessità di realizzare una mediazione tra posizioni politiche diverse, con gli amministratori del centro destra che cercano in tutti i modi di frenare la protesta per non mettere in difficoltà il governo. Dall’altro lato, nell’opposizione permane 1’equivoco della tutela della specificità dell’ambito istituzionale, in nome del quale alcune forze politiche vorrebbero confinare la protesta all’azione trasversale delle amministrazioni locali, nell’illusione di poter così allargare il fronte e introdurre elementi di contraddizione ne1 centro destra . Il risultato che né può derivare è una mobilitazione del tutto insufficiente, magari con la segreta speranza, dopo l’intervento accattivante di Fini all’assemblea dell’ Anci, di poter conseguire risultati migliori attraverso il confronto con il governo che non con un’incisiva e immediata iniziativa di lotta.
Il nostro punto di vista è diverso. Noi riteniamo che la gravità della situazione in cui versano le autonomie locali sia ormai tale che non vi sia più il tempo per un ulteriore rinvio della mobilitazione. In tal senso, non ci spaventerebbe, ed anzi considereremmo positivo, se il mondo delle istituzioni locali nel suo complesso, indipendentemente dalle collocazioni politiche, s’impegnasse in una mobilitazione unitaria, ma tale mobilitazione dovrebbe essere visibile, significativa e molto netta dal punto di vista dei contenuti. In tal senso le minacce anche clamorose lanciate dall’Anci (come quella di non partecipare più ai tavoli di confronto interistituzionali) sorto positive ma risulterebbero scarsamente efficaci se non si accompagnassero ad un’iniziativa concreta.
In tale contesto, la responsabilità delle forze di opposizione è ancora più grande. Ma qui occorre superare definitivamente un’impostazione che tende a fare delle istituzioni un luogo separato. L’obiettivo da assumere in questa finanziaria, invece, dovrebbe essere quello di determinare il più possibile una connessione fra amministratori e cittadini. Ciò è possibile solo a due condizioni. La prima è che localmente risultino evidenti le ricadute dei provvedimenti contenuti nella finanziaria sulle condizioni dei cittadini. Questo significa pronunciamenti delle assemblee elettive chiare sui danni della finanziaria, significa un’adeguata informazione alla popolazione, significa anche la pratica di forme di protesta nuove e originali. Uno dei nostri amministratori, il compagno Tecce, ha proposto nella recente assemblea. dell’Anci la realizzazione di esperienze di “sciopero alla rovescia” nella gestione di servizi che la finanziaria può cancellare definitivamente o impedirne l’istituzione. Un’indicazione interessante. Si può pensare in alcune realtà di realizzarla coinvolgendo gli utenti di questi servizi?

Se, tuttavia, si vuole rendere esplicita la connessione fra governo locale e bisogni sociali, è ormai necessario far convergere l’iniziativa delle amministrazioni con quella del fronte più ampio dell’opposizione alla finanziaria. Ciò significa, in primo luogo, un pronunciamento semplice quanto impegnativo: l’adesione da parte delle istituzioni locali o anche di singoli amministratori allo sciopero generale del 24. Questa scelta non si giustifica solo dall’esigenza di allargare il fronte di lotta ma da una considerazione obbiettiva: l’attacco mosso dalla finanziaria è rivolto principalmente alla demolizione de1 welfare. Lotta alla controriforma pensionistica e salvaguardia dei servizi pubblici locali sono quindi un tutt’uno che va reso evidente anche nelle iniziative di lotta che vengono assunte.
Infine, mi pare sia assolutamente necessario che vengano accolte alcune opportunità. Penso alla manifestazione dell’otto novembre contro il condono edilizio promosso dal sindaco e dall’amministrazione di Eboli, un comune campano al centro in questi anni del fenomeno dell’abusivismo ma nel quale 1’amministrazione di sinistra ha agito, a differenza di altre realtà, con grande determinazione, abbattendo un numero consistente di costruzioni abusive. A tale iniziativa hanno dato la propria adesione, fino ad ora, numerose associazioni ed enti locali, ma accorre fare di più allargando il campo di tali adesioni ed impegnandosi anche come partito, insieme alle altre forze progressiste, per fare di questo appuntamento un momento di forte iniziativa, capace di lanciare un segnale a livello nazionale.