Consulta popular in Ecuador. Vince e convince il SI

In Ecuador vince e convince il SI. Il popolo è stato chiaro e deciso ed ancora una volta (la 5°) da fiducia al suo Presidente. Una vittoria schiacciante e prorompente che non lascia nessun’ombra di dubbio. Le opposizioni, frammentate e poco credibili escono a pezzi da questa tornata elettorale a differenza del Governo che prende più vigore e slancio.

Dal 2007 qui in Ecuador è in pratica un nuovo progetto politico che va sotto il nome di Revoluciòn Ciudadana promosso dall’economista Rafael Correa Delgado (già Ministro dell’Economia durante il Governo Palacio) che è anche uno degli esponenti più pragmatici del Socialismo del Siglo XXI dell’America Latina. Il programma di riforme che riguarda i vari settori della società, da quello politico, sociale, amministrativo, economico e giuridico non incontra grandi ostacoli al momento e la maggioranza politica è saldamente sotto controllo del partito di maggioranza (Alianza Pais).
Il popolo è favorevole al cambiamento e alle riforme rivolte sopratutto verso le fasce più povere del paese, ed è proprio da questo strato sociale che l’attuale Presidente della Repubblica che raccoglie consensi, mentre le oligarchie potenti cercano in tutti i modi di screditare e ostacolare il processo di trasformazione in atto.

Questo 7 maggio 2011 rappresenta una tappa decisiva della Revoluciòn Ciudadana in quanto determina almeno tre cose: la prima che Rafael Correa è vincitore senza sè e senza ma e fino al 2013 non avrà nessun timore di proseguire la sua strada di riforme sociali, la seconda che il popolo ecuadoriano da fiducia a questo progetto stabile, sicuro e credibile e la terza che le opposizioni sono sempre più frammentate, allo sbando e poco credibili agli occhi dei propri cittadini. L’ultima riforma, quella appunto richiesta in questa Consulta Popular riguarda il sistema giudiziario che secondo la Costituzione Ecuadoriana rappresenta uno dei tre poteri dello Stato (secondo la tradizionale suddivisione dei poteri teorizzata da Montesquieu). In realtà la considerazione era ben altra di questo organo importante dello Stato, cioè di una corporazione chiusa in se stessa, ingiusta e corrotta. Ora la Corte Costituzionale di Giustizia con il voto popolare dovrà ratificare e dare attuazione alla riforma che prevede la nomina di 3 giudici del Consiglio della Magistratura ad opera del Parlamento. Delle 10 domande, a cui il popolo ecuadoriano era tenuto a pronunciarsi, ce ne erano ben 4 (domanda n° 1 – 2 – 4 – 5) che trattavano la questione giudiziaria. Tra le altre domande c’era quella della chiusura dei casinò per eliminare il lavaggio del denaro sporco (domanda n°7). La chiusura delle corride per eliminare la tortura e la soppressione dei tori durante lo spettacolo (domanda n°8). La regolamentazione etica e morale dei programmi televisivi (domanda n°9). La non giustificazione dell’arricchimento personale (domanda n°6).

I risultati parlano chiaro: 10 si su 10. Il SI vince in 18 delle 24 province e cioè nelle province più popolate del paese. La vittoria da fiducia al Governo per l’attuazione delle sue riforme e la realizzazione di un Ecuador più giusto, egualitario, solidale e sovrano. Mentre le opposizioni devo seriamente riflettere sui motivi dell’ennesima sconfitta (la 5° di seguito dal 2007) e pensare seriamente a come presentarsi agli occhi del loro elettorato. La sfida sarà per il 2013, ma questa sarà un’altra storia….