Congresso Prc: la Tesi integrativa sulla centralità del movimento operaio

La ripresa del conflitto operaio (e più in generale dell’iniziativa di lotta dei lavoratori) costituisce l’altra grande novità, insieme alla nascita del movimento pacifista e no global, della fase che si è aperta. Di ciò sono testimonianza lo sciopero e le grandi manifestazioni dei metalmeccanici del 6 luglio e del 16 novembre, quelli della scuola e del pubblico impiego, la compatta sospensione del lavoro con i cortei interni alla Fiat e più in generale le mobilitazioni che si stanno producendo in difesa dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori, contro la destrutturazione delle regole del mercato del lavoro e dello stato sociale. A nessuno può sfuggire l’importanza che tale ripresa del conflitto assume dopo anni di pace sociale, caratterizzata da una asfissiante pratica concertativa
Il conflitto non torna soltanto ad investire realtà in cui le capacità di lotta si erano affievolite, ma coinvolge una giovane generazione di lavoratori che per la prima volta si affaccia sulla scena politica, e vede partecipi fasce rilevanti di precariato che dimostrano la propria disponibilità a lottare pur in presenza dei ricatti derivanti da un rapporto di lavoro frammentato in misura sempre maggiore. Infine, risulta evidente che tale conflitto trascende l’immediatezza della condizione di lavoro assumendo un carattere più generale.
Non solo. La ripresa di un conflitto di classe nel nostro Paese crea le premesse per la costruzione di uno schieramento sociale ampio. Da questo punto di vista, un obiettivo fondamentale è rappresentato dalla saldatura fra mondo del lavoro e movimento no global. Tale saldatura fino ad oggi si è verificata, ancora troppo saltuariamente, a partire da Genova, con il concorso determinante della FIOM oltre che del sindacato extraconfederale. Non vi è dubbio, tuttavia che nella prospettiva della costruzione di uno schieramento sociale in grado di sostenere una piattaforma di opposizione, molto resta da fare. E non solo perché va coinvolto in modo più esteso lo stesso mondo del lavoro, ma perché occorre che emergano proposte programmatiche unificanti e occorre che tale unificazione si esprima compiutamente sul terreno della lotta e della mobilitazione comune.
A livello generale, queste dinamiche dimostrano che nell’attuale fase della globalizzazione capitalistica permane ed anzi si potenzia, in tutta la sua obiettiva e visibile dirompenza, la contraddizione capitale-lavoro: dalle grandi imprese essa si estende alle realtà produttive minori toccando le fasce di lavoro frammentato, delocalizzato, precarizzato dai nuovi modelli dell’organizzazione produttiva, creando le premesse per un processo di ricomposizione attorno a comuni interessi di classe. Le diverse soggettività, i diversi luoghi del lavoro subordinato: qui troviamo ancora il principale motore del conflitto. La complessità delle articolazioni sociali, unificate dal comune interesse di battere lo sfruttamento di cui sono vittime, non fa svanire ma al contrario conferma il carattere dominante delle contraddizioni di classe. Non corrisponde al vero, quindi, la tesi secondo cui il “post-fordismo” avrebbe fatto scomparire il lavoro salariato e gli stessi luoghi fisici nei quali esso si svolge, dissolvendoli in mille rivoli inafferrabili. Restano peraltro numerosi, anche nel nostro paese, i grandi insediamenti lavorativi, con una presenza di centinaia e in qualche caso di migliaia di lavoratrici e lavoratori.
L’assunzione della centralità della classe operaia e della contraddizione capitale-lavoro non comporta la sottovalutazione dei profondi mutamenti della società, dei processi produttivi e della composizione di classe. Obiettivo prioritario del movimento operaio e dei comunisti resta ancor oggi la ricomposizione e l’organizzazione in termini di soggettività politica delle diverse articolazioni del proletariato messo al lavoro (dal salariato classico al post-salariato, dal lavoro dipendente tradizionale al lavoro autonomo “eterodiretto”, dal precariato alle aree del lavoro “atipico” e sommerso), in quanto soggiacciono a una comune condizione di subalternità.
Il partito è chiamato ad un impegno forte a sostegno delle istanze espresse dal mondo del lavoro. Occorre pazientemente riprendere i fili che abbiamo cominciato a tessere a Treviso, aggiornando gli assi di fondo che hanno guidato i lavori di quella conferenza, a cominciare dall’inderogabile esigenza di ridare compiutamente voce ai lavoratori attraverso l’approvazione di una legge che finalmente sancisca criteri democratici di rappresentanza sui luoghi di lavoro. E’ necessario appoggiare, dentro e fuori le istituzioni, le vertenze a difesa dei posti di lavoro oggi sotto attacco; rilanciare le nostre proposte per il riallineamento periodico e automatico delle retribuzioni e delle pensioni all’inflazione reale; favorire l’incontro di lavoratori ‘tipici’ e ‘atipici’, reclamando nuove “rigidità” nei rapporti di lavoro e l’estensione dei diritti garantiti dallo Statuto dei lavoratori ai precari e alle aziende sotto i 15 dipendenti; porre ancora all’ordine del giorno l’acquisizione di livelli normativi e contrattuali certi e valorizzare il ruolo delle Rappresentanze Sindacali Unitarie in ogni luogo di lavoro, investendovi risorse umane ed economiche. In questa prospettiva, poi, la riproposizione forte della questione salariale e della riduzione d’orario a parità di salario rappresentano terreni oggettivamente unificanti.
L’impegno per la crescita del movimento dei lavoratori, per la realizzazione di uno schieramento sociale più ampio, per la convergenza all’interno di una comune piattaforma sociale costituiscono obiettivi fondamentali dell’iniziativa del partito. Senza questo orizzonte il suo stesso ruolo come soggetto politico sarebbe inadeguato rispetto alla complessità della fase. Peraltro, solo in questa prospettiva è possibile seriamente porsi il problema dell’opposizione al governo delle destre. La natura dell’attacco che infatti viene condotto dal governo, investendo elementi essenziali della vita sociale, dall’aggressione allo stato sociale all’attacco ai diritti del mondo del lavoro impone infatti una risposta di massa che si generalizzi e duri nel tempo passando per la convocazione dello sciopero generale
Nel contempo, l’apertura di un processo in controtendenza nella sinistra moderata e nel sindacato possono determinarsi solo se si intreccia con una forte mobilitazione sociale. Non vi è dubbio, infatti, che la dialettica apertasi nei Ds e la loro crisi di consenso (che investe milioni di persone, in gran parte lavoratori) possono evolvere e non regredire solo se viene dalla società una forte istanza di cambiamento. Analogamente, la crescita di una sinistra sindacale e orientamenti di classe nella Cgil, che ha trovato nel congresso un riscontro importante, e l’affermazione di posizioni di classe nei sindacati extra-confederali hanno bisogno di trovare riscontro nel rilancio di un movimento ampio e articolato capace di configurare una prospettiva di cambiamento.

1) Grassi Claudio Segreteria nazionale (Tesoriere nazionale)
2) Pegolo Gianluigi Segreteria nazionale (Responsabile Dp. Stato e Autonomie)
3) Bracci Torsi Bianca Presidente Commissione Problemi del Partito
4) Cappelloni Guido Presidente Collegio Nazionale di Garanzia
5) Sacchi Giuseppe Presidente Comitato regionale Lombardia
6) Casati Bruno Direzione nazionale (Segretario Federazione Milano)
7) Favaro Gianni Direzione nazionale (Segretario Federazione Torino)
8) Ghiglione Rita Direzione nazionale (Fiom La Spezia)
9) Guagliardi Damiano Direzione nazionale (Segretario regionale Calabria)
10) Mangianti Cesare Direzione nazionale (Segretario regionale Emilia-Romagna)
11) Sorini Fausto Direzione nazionale (Coordinatore Dipartimento Esteri)
12) Valentini Alessandro Direzione nazionale (Segretario regionale Sardegna)
13) Vaccargiu Jole Direzione nazionale (Segretaria circolo Fiat Mirafiori Torino)
14) Abbà Giuseppe CPN – Segretario Federazione Pavia
15) Bandinelli Giancarlo CPN – Segretario Federazione Lecco
16) Belisario Mauro CPN – Amministratore Unico Liberazione
17) Burgio Alberto CPN – Comitato Scientifico
18) Canciani Igor CPN – Segretario Federazione Trieste
19) Canonico Andrea CPN – Federazione Avellino
20) Capacci Palmiro CPN – Segretario Federazione Forlì
21) Cimaschi Mauro CPN – Dipartimento nazionale Organizzazione
22) Colombini Giorgio CPN – Segretario Federazione Modena
23) Corrente Elio CPN – Federazione Cosenza
24) Cristiano Stefano CPN – Segretario Federazione Pistoia
25) De Paoli Antonio CPN – Federazione Civitavecchia (RM)
26) Gambuti Pier Paolo CPN – Segretario Federazione Rimini
27) Giannini Fosco CPN – Segretario Federazione Ancona
28) Giavazzi Beatrice CPN – Vice-Presidente Collegio nazionale Garanzia
29) Kiwan Kiwan CPN – Segretario Federazione Ferrara
30) Leoni Alessandro CPN – Federazione Firenze
31) Licheri Antonello CPN – Segretario Federazione Sassari
32) Lucini Gianni CPN – Federazione Novara
33) Macrì Vittorio CPN – Segretario Federazione Sulcis Iglesiente
34) Marchioni Giacomo CPN – Segretario Federazione Rieti
35) Marconi Augusta CPN – Federazione Avezzano (AQ)
36) Masella Leonardo CPN – Capogruppo Regione Emilia-Romagna
37) Melis Vittoria CPN – Federazione Cagliari
38) Montecchiani Rossana CPN – Federazione Ancona
39) Moro Renata CPN – Segretaria Federazione Treviso
40) Mulas Gabriella CPN – Segretaria Federazione Gallura
41) Novari P. Paolo CPN – Federazione Parma
42) Okroglic Paola CPN – Federazione Cagliari
43) Ortu Velio CPN – Segretario Federazione Cagliari
44) Pace Costanza CPN – Federazione Pavia
45) Patelli Maurizio CPN – Federazione Bologna
46) Petrucci Donella CPN – Federazione Pistoia
47) Pintus Alessandra CPN – Federazione Sulcis Iglesiente
48) Pucci Aldo CPN – Segretario Federazione Cosenza
49) Riccioni Mauro CPN – Segretario Federazione Macerata
50) Sconciaforni Roberto CPN – Segretario Federazione Bologna
51) Screpanti Ernesto CPN – Comitato Scientifico
52) Simini Ezio CPN – Segretario Federazione Vicenza
53) Sobrino Enzo CPN – Segretario Federazione Asti
54) Steri Bruno CPN – Federazione Roma
55) Tedde Giuseppina CPN – Capogruppo Provincia Bologna
56) Torresan Siro CPN – Segretario Federazione Svizzera
57) Valleise Piero CPN – Segretario regionale Valle D’Aosta
58) Verzegnassi Stefano CPN – Segretario Federazione Udine