Conferenza di organizzazione PRC 2007 – Intervento di Alessandro Leoni

Intervento di Alessandro Leoni
segreteria regionale toscana
alla Conferenza di organizzazione Carrara 31-3-2007

Il giudizio sostanzialmente positivo per questa Conferenza nazionale d’organizzazione tiene conto del contesto nel quale si situa, nonché dei limiti di cultura politica che hanno, da lungo tempo, influenzato l’essere e il fare del PRC. Mi riferisco a quella pratica della suggestione che troppo spesso ha spinto i nostri compagni a scambiare i desideri per la realtà. Per troppo tempo alla retorica “partitista” si è voluto contrapporre la retorica “movimentista”. Consapevolezza ed equilibrio sono, invece, gli ingredienti necessari per adeguare il PRC alla, così tanto, difficile e contraddittoria fase storica che l’Italia, per restare in loco, sta vivendo. Bene dunque che il Partito abbia scelto di sottolineare l’importanza della costruzione materiale dell’organizzazione attraverso questa specifica iniziativa. Evidentemente riflettere sulla forma non poteva esimerci dall’affrontare anche la sostanza, oggi particolarmente contenuta, riassunta nella nostra partecipazione, diretta, al governo Prodi. Riterrei inutile ripetere qui le distinzioni emerse in sede di ultimo congresso del partito relativamente a tale, specifica, questione. Valuto, invece, corretto, doveroso aggiungere che pur, evidentemente, non scorgendo nel presente sufficienti elementi per tornare autocriticamente su quell’analisi e quella conseguente proposta (“appoggio” senza diretto coinvolgimento ), la considerazione che gran parte delle attuali difficoltà e contraddizioni non si risolverebbero anche in presenza di quella più prudente collocazione da noi, allora, in occasione del congresso di Venezia, definita e proposta.

Detto ciò vorrei richiamare l’attenzione del Partito, tutto, su una considerazione che è soprattutto una constatazione; quella cioè relativa all’emergere, palese, del “dopo Prodi”
che lo stesso presidente del consiglio ha, ormai, colto impegnandosi nell’obbiettivo, non peregrino, di gestire, da sè medesimo, la propria successione. Non vedo, infatti, quale altra logica trarre dalla sua decisione d’assumere la formulazione di una nuova “legge elettorale” come obbiettivo prioritario, qualificato del governo e della presente maggioranza. Se quanto sopra risultasse corrispondente alla realtà non dovrebbero sussistere dubbi sul fatto che il PRC si debba impegnare, sistematicamente, prioritariamente a costruire quell’amplio schieramento plurale di forze progressiste tale da riproporre la Sinistra soggetto protagonista credibile per l’effettiva svolta alternativa nella direzione del paese.

La presenza ed il deciso rilancio di un forte Partito della Rifondazione Comunista costituiscono condizioni necessarie, fondamentali per restituire all’intera sinistra, alle forze democratiche e progressiste italiane quel ruolo centrale che sempre hanno giocato dal secondo dopoguerra in poi. Tanto più oggi, alla vigilia della nascita formale, ufficiale di quel “Democratic Party” che oltre a concludere la mutazione genetica del PCI offre l’opportunità della ricomparsa, per distacco, della soggettività socialista, offuscata e distrutta dal torbido avvento del craxismo, ma naturale, logica corretta presenza nel panorama della sinistra italiana. Comunisti, socialisti, democratici progressisti laici e cristiani possono dare, ognuno con la propria autonoma specificità, ma collegati insieme sul terreno politico-programmatico, uno sbocco positivo a quella lunga, pericolosa transizione del sistema politico italiano, iniziata, non casualmente, dopo la sconfitta del movimento operaio alla fine del secolo appena scorso e ancora, appunto, non risolta.