Con la visita di Chavez, più forti i legami del Venezuela con Russia, Bielorussia e Iran

Merida. Il Presidente venezuelano Hugo Chavez si è recato a Mosca e a Minsk, capitale della Belarus, tappe di un viaggio che lo porterà oltre che in Russia e Bielorussia, anche in Iran. Gli incontri di Mosca e di Minsk hanno lo scopo di rafforzare la cooperazione economica e militare del Venezuela e di costruire alleanze politiche strategiche.

Iniziando le sue attività in Russia, dove ha discusso del rafforzamento degli investimenti russi in Venezuela e dell’acquisto di diversi sottomarini russi, il Presidente venezuelano ha prima di tutto voluto valorizzare il ruolo che, a suo parere, la Russia gioca come contrappeso al potere USA.

“L’Unione Sovietica, lo diciamo con grande rispetto, sfortunatamente non esiste più. Ma la Russia non è scomparsa e neppure il popolo che l’ha formata”, ha detto Chavez in un discorso all’inaugurazione del Centro Culturale Latinoamericano a Mosca. “Assistiamo ad una rinascita della Russia che si sta di nuovo proponendo come centro di potere. E noi, popoli del mondo, abbiamo bisogno che la Russia e la Cina siano sempre più forti”, ha puntualizzato.

Chavez ha avvertito che la più grande minaccia per il mondo è rappresentata dall’ “imperialismo nordamericano”, ed ha assicurato che gli accordi economici e militari con la Russia non sono l’unico obiettivo del viaggio. Il leader del Venezuela considera la Russia importante per limitare l’influenza USA e costruire un mondo multipolare.

“O fermiamo l’imperialismo nordamericano oppure l’imperialismo nordamericano distruggerà il mondo”, ha detto Chavez. “L’impero deve capire che non può dominare il mondo”, ha dichiarato, congratulandosi con gli sforzi di Putin per resistere agli USA nei loro piani per installare uno scudo missilistico in Europa Orientale.

Entrambi i presidenti si sono incontrati nella residenza presidenziale di Putin a Novo-Ogariovo nei pressi di Mosca per discutere di argomenti economici e militari. Chavez ha affermato di sperare in un incremento degli affari tra Russia e Venezuela, specialmente nel settore energetico, compresa la costruzione di raffinerie petrolifere e di un gasdotto.

I due leaders hanno discusso della creazione di un fondo bilaterale per finanziare nuovi progetti dell’alleanza economica. Per la creazione di detto fondo i due leaders hanno pianificato due futuri incontri, uno a Mosca in settembre e il secondo in ottobre a Caracas.

“Il fondo”, ha detto Chavez, “studierà la fattibilità di progetti concreti per la lavorazione di materie prime, la costruzione di raffinerie, di impianti petrolchimici, di industrie alimentari, per i trasporti, la pesca e l’edilizia”.

Chavez ha anche invitato le compagnie petrolifere russe a contribuire allo sviluppo del bacino del fiume Orinoco, dove, la settimana scorsa, le compagnie USA Exxon e Conoco si sono rifiutate di firmare nuovi contratti con il governo Venezuelano, interrompendo le loro attività. Le compagnie russe stanno già operando nel bacino considerato come la più grande riserva petrolifera conosciuta, capace di fornire 1,2 trilioni di barili di grezzo.

Chavez ha ricordato che Mosca il prossimo anno sarà sede di incontri per la creazione di un cartello del gas naturale simile a quello OPEC dei paesi produttori di petrolio. Gli Stati Uniti vedono in questa proposta una seria minaccia ai loro interessi ed hanno minacciato di sanzioni economiche i paesi produttori di gas naturale, se il progetto dovesse proseguire. Ma sia Chavez che Putin hanno mostrato interesse nei confronti del progetto fin dal momento in cui il leader dell’Iran, Ayatollah Ali Khamenei, lo ha proposto quest’anno. Il prossimo incontro per discutere il progetto avrà luogo a Mosca nel 2008.

Il Venezuela sta anche negoziando con la Russia l’acquisto di diversi sommergibili diesel russi per proteggere e difendere il suo territorio costiero che, secondo Chavez, misura “più di mezzo milione di chilometri quadrati”. L’acquisto è, al momento, solo un’ “idea allo studio”, ha detto Chavez, ricordando che durante il colpo di Stato in Venezuela del 2002, in cui Chavez venne per breve tempo trattenuto in prigionia, navi da guerra USA erano entrate in acque venezuelane ed elicotteri USA erano atterrati nell’aeroporto internazionale nei pressi di Caracas.

“Vedremo se oseranno ancora farlo, quando questo equipaggiamento sarà operativo”, ha detto Chavez.

Belarus

Nella sua breve visita in Belarus, Chavez ha siglato diversi accordi di cooperazione economica, militare e strategica. I due paesi hanno in progetto di creare diverse società miste, in particolare nell’estrazione del greggio in Venezuela, nell’assemblaggio di macchinari agricoli e nella produzione di laterizi, e di altri materiali per l’edilizia in Venezuela.

A partire dal 2008, il Venezuela permetterà a Belarus di estrarre annualmente almeno due milioni di tonnellate di greggio per compensare una riduzione delle forniture dovuta al suo contenzioso con Mosca. Caracas e Minsk stanno anche preparando diversi progetti per la fornitura di gas alle città venezuelane, ed accordi di cooperazione militare.

Ma forse l’aspetto più importante della visita di Chavez è quello finalizzato ai piani di acquisto di un nuovo sistema difensivo dal paese ex sovietico. Il sistema, con la capacità di funzionare a una distanza di 200-300 chilometri, utilizza missili russi S-300 PMU 2 e Tor M-1 con radar a lungo raggio, per cui Belarus ha offerto la costruzione di un sistema di controllo automatico.

Il Venezuela ha inoltre firmato una Dichiarazione Congiunta con Belarus, in cui i due paesi esprimono punti di vista comuni di politica estera nella ricerca di un mondo multipolare.

“La garanzia della sicurezza e il valore della nostra civiltà risiedono nel pluralismo e nel riconoscimento del diritto dei nostri popoli a determinare liberamente il loro modello di sviluppo e il loro sistema socio-politico, sempre attraverso il rigoroso rispetto delle regole e dei principi del Diritto Internazionale e della Carta delle Nazioni Unite”, recita il testo della dichiarazione che enfatizza anche il rifiuto di qualsiasi “uso della forza” contro “l’autodeterminazione” e dell’ “intervento negli affari interni” di altre nazioni.

Belarus incrementerà anche la sua partecipazione nel bacino del fiume Orinoco dopo aver firmato due accordi per l’esplorazione e la produzione. Belarus ha concordato di fornire la tecnologia sismica necessaria alla Bielorussia per l’esplorazione petrolifera. L’attrezzatura aiuterà il Venezuela ad acquisire una maggiore indipendenza tecnologica nell’industria petrolifera.