Cofferati difende l’accordo con An

Doveva essere il giorno del verdetto e invece è stato ancora il giorno del rinvio di una crisi di maggioranza che a questo punto chissà se mai ci sarà. Sergio Cofferati, in una sala stampa zeppa di cronisti, esponenti politici e curiosi ieri ha detto cosa pensa dell’intesa con An sulle politiche di sicurezza e anche del documento dei consiglieri della Sinistra ( Rifondazione Comunista, Verdi, Cantiere e Sinistra Democratica), difendendo il patto con i nazional-alleati e facendo il buono con la sinistra.
E così ancora una volta il sindaco ha saputo rimescolare le carte e lasciare il cerino in mano alla sinistra, che nel pomeriggio si è incontrata per una riunione fiume da cui è uscita con in mano un ennesimo documento di attesa. Cofferati non ha sconfessato il percorso con Alleanza Nazionale (benedetto tra l’altro anche dal segretario di An Gianfranco Fini), anzi ha detto che continuerà a portarlo avanti, e l’ha ricostruito puntualmente dicendo che An è stato l’unico partito che ha risposto quando lui stesso ha lanciato le «convergenze» in tema appunto di sicurezza.
Il sindaco di Bologna ha poi lanciato un’altra sfida alla sinistra radicale e ha aggiunto che l’unica strada per mandarlo a casa è quella che questi consiglieri preparino una mozione per sfiduciarlo che naturalmente sarebbe votata anche da An, ribaltando il concetto che sia lui a fare gli accordi con il partito di opposizione. Il sindaco ha parlato anche del documento di otto punti stilato dai consiglieri della sinistra. Otto punti ritenuti «irrinunciabili» da questi per la fine del mandato. E sulla base di questi punti ha offerto loro un assessorato facendo anche i nomi dei papabili: il capogruppo di Rifondazione comunista Roberto Sconciaforni e il consigliere di Sd ed ex segretario regionale della Fiom Gianguido Naldi. Per entrambi il sindaco ipotizza, sulla base del documento, la delega alla casa e ai giovani. Se Sconciaforni ha risposto a stretto giro che quella dell’assessore è un’offerta «svilente e sbagliata» e che il partito non è rappresentato in giunta perché ha «un dissenso politico su come viene amministrata la città», Naldi si è dimostrato più possibilista lasciando uno spiraglio sulla posizione di Sd che però passa prima da un’intesa con i partiti della sinistra, che Cofferati ha convocato per il prossimo tre ottobre.
Su questo incontro si è giocato il lungo confronto del pomeriggio tra i consiglieri, al termine del quale è stato stilato un documento.
«Nell’incontro previsto per il 3 ottobre ci aspettiamo un confronto positivo – si legge nel testo – sul documento programmatico che abbiamo presentato, e riteniamo necessaria ed indifferibile una dichiarazione del sindaco formalmente e sostanzialmente inequivocabile, di rinuncia all’accordo politico-programmatico con Alleanza nazionale». Sempre nel documento si giudica poi «non corretta» l’offerta degli assessorati, facendo anche dei nomi. Congelata quindi per il momento la prospettiva di crisi che comunque i partiti della sinistra dimostrano di affrontare in modo diverso tra le aperture di Sd e le dichiarazioni del segretario provinciale del Prc. Il segretario cittadino di Rifondazione comunista Tiziano Loreti ha detto che se il sindaco non farà retromarcia su An e non darà una risposta positiva ai punti del documento, «almeno per quanto ci riguarda il passaggio successivo saranno le dimissioni» dagli incarichi istituzionali tenuti dai rappresentanti del partito. Tra l’altro nell’offerta di un assessorato a Naldi di Sd c’è un esito decisamente a vantaggio di Cofferati. Con la sua uscita entrerebbe come consigliere Giovanni De Rose, presidente Arci e diessino di ferro, che farebbe risalire a 19 i consiglieri comunali dei Ds.