“Il tempo passato è ancora molto poco per dare una valutazione compiuta. Questo periodo stato in larga parte utilizzato per nomine dei presidenti, per la fiducia…Per cui credo che per una valutazione politica dell’indirizzo credo che sia opportuno attendere. Però per alcuni atti avvenuti manifestiamo una certa insoddisfazione”. Claudio Grassi è estremamente lucido e – come sempre – molto critico e coerente con se stesso. Intervistato da Affari, attacca il governo Prodi su alcuni nervi scoperti, sui quali, sostiene, Rifondazione dovrebbe far sentire la propria presenza.
Che cosa non va fino adesso?
“La prima questione è la manovra economica suppletiva. Ritengo sarebbe stato più opportuno un dilazionamento del rientro dell’Italia nei parametri come anno fatto Francia e Germania negli anni passati. Aver deciso subito per una manovra non credo sia positivo. Temiamo che vengano ancora una volta reperite risorse intaccando i ceti sociali più deboli. Si è parlato di un aumento dell’Iva… Dico questo perché noi abbiamo preso in campagna elettorale un impegno solenne sul tema della redistribuzione del reddito, intendendola come una priorità. Abbiamo sempre detto che rifiutiamo la politica dei due tempi. E questo è il primo elemento”.
Sul ritiro dall’Iraq però sarete soddisfatti…
“Il giudizio anche qui è articolato. Il rientro è deciso ed è scongiurato il fatto che restino dei militari sul posto. La nostra richiesta è un obiettivo conseguito, un successo nostro e del movimento pacifista. Resta l’ incognita dei tempi, che andrebbero accelerati. E poi c’è l’elemento di negatività dell’Afghanistan”.