Chi ha un reddito basso paga a rate anche la spesa

Dall’ automobile alle bollette sino alla spesa al supermercato. Il peso del carovita e la diffusione sempre maggiore del credito al consumo hanno portato le famiglie italiane a richiedere prestiti per acquisti molto diversi da quelli tradizionalmente effettuati a rate, come appunto le auto o i mobili per la casa. I bilanci si sono negli ultimi anni talmente assottigliati da rendere naturale l’ acquisto della spesa settimanale con la carta revolving, che permette di dilazionare i pagamenti, o rendere convenienti finanziamenti per le bollette della luce e del gas. Nel 2006, ha segnalato Federconsumatori, in media ogni famiglia italiana ha subito un aumento di 393 euro per il costo dei prodotti energetici. Gli aumenti di bollette, prodotti alimentari, affitti, incidono naturalmente in modo differente sui bilanci delle famiglie: per quelle meno abbienti l’ inflazione è più alta, e nel 2006 lo è stata di oltre un punto percentuale. Lo dimostrano i nuovi indici Istat “su misura”, calcolati per alcune categorie di famiglie meno abbienti e pubblicati per la prima volta in febbraio. Nell’ agosto 2006, per esempio, per le famiglie con basso livello di consumi l’ inflazione è schizzata al 3,5 per cento, livello che negli indici “normali” non viene sfiorato da anni. Questo perché la composizione dei consumi nelle famiglie a basso reddito è diversa: il capitolo “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili”, spiega per esempio l’ Istat, ha un peso pari al 13,1 per cento per il totale delle famiglie, ma raggiunge invece il 25,6 per cento per quelle che vivono in affitto o subaffitto. Analoga considerazione va fatta per il capitolo “prodotti alimentari e bevande alcoliche”, che per la media delle famiglie assorbe il 23,6 per cento delle spese per consumi, ma per quelle di pensionati con redditi bassi arriva al 42 per cento del bilancio. Per queste categorie di famiglie pertanto le esigenze che spingono a chiedere un prestito sono diverse da quelle della media. Non si tratta di comprare il televisore al plasma, o di finanziare una lunga vacanza all’ estero, ma, più modestamente, di sostenere il peso delle bollette particolarmente lievitato nei mesi più freddi, o di rinviare al mese successivo il pagamento della spesa effettuata nell’ ultima settimana del mese. Esigenze che gli operatori finanziari stanno cominciando a prendere in considerazione, con prodotti mirati. CitiFinancial, la società italiana di credito al consumo di Citigroup, ha lanciato a gennaio Calorata, il primo prestito personale in Italia finalizzato al pagamento a rate delle bollette invernali con un tasso fisso del 4,50 per cento, per una somma compresa tra 500 e 2.000 euro, rimborsabili in 12 mesi. Altri prodotti cercano di ovviare alle difficoltà momentanee che possono rendere difficile il rimborso della rata in alcuni mesi dell’ anno: è il caso, per esempio, di Presto Rata Light e di Presto Tasso Zero, lanciati da Linea, società specializzata nel credito al consumo, che prevedono entrambi l’ opzione “Salto Rata”. Per far fronte alle difficoltà momentanee di rimborso può essere utile anche una copertura assicurativa: alcuni tipi di prestiti, come Prestidea di Banca Sella, la includono nel contratto. «Concordiamo con le banche polizze di gruppo tramite accordi quadro – spiega Carlo Cortella, responsabile Sud Europa di Genworth Financial Ppi – modulando il pacchetto assicurativo in base alla profondità della copertura che si vuole offrire e alle esigenze del cliente finale». In generale, tuttavia, i prodotti mirati alle esigenze dei potenziali clienti più sensibili al carovita e con minori disponibilità di reddito sono pochi, dal momento che le società di credito al consumo si rivolgono soprattutto a una utenza media che ricorre ai prestiti piuttosto per non smobilizzare gli investimenti, o per non rimanere a corto di liquidità: «Il credito al consumo si rivolge prevalentemente alle famiglie con reddito medio – spiega Valentino Ghelli, amministratore delegato di Linea e presidente di Assofin, l’ associazione che riunisce i principali operatori finanziari che operano nei comparti del credito al consumo e del finanziamento immobiliare – Da una recente indagine GfkEurisko risulta che la diffusione maggiore dei prestiti si ha tra i redditi compresi tra 1050 e 2550 euro netti: in questo segmento di mercato la penetrazione è del 31 per cento, mentre per i redditi mediobassi scende al 29 per cento e per quelli medioalti al 29. I problemi di disagio di alcuni segmenti delle famiglie italiane non possono essere risolti dagli intermediari finanziari: a una carenza strutturale di reddito non si può rispondere con un prestito. La soluzione va trovata a monte, con una adeguata politica dei redditi. Detto questo, il credito di necessità esiste, anche se è confinato ad alcune situazioni particolari. Ci sono prodotti finanziari pensati per far fronte a difficoltà temporanee: uno è storico e si tratta della cessione del quinto dello stipendio, poi esistono i prestiti flessibili, che permettono anche il rinvio del rimborso di alcune rate; può essere di aiuto anche il consolidamento dei prestiti. E’ importante che gli operatori istituzionali si facciano carico di tutti i clienti potenziali, altrimenti questi saranno costretti a rivolgersi ad operatori non istituzionali. Come Assofin però ci stiamo ponendo anche il problema di educare il consumatore e evitare i rischi di sovraindebitamento».