GRAVE DECISIONE DI CENSURARE IL DIBATTITO POLITICO DELLA DIREZIONE NAZIONALE NEI CONFRONTI DEI NOSTRI INTERVENTI
Su Liberazione di oggi (venerdì 17 giugno 2005), avreste dovuto trovare il resoconto della discussione della Direzione Nazionale convocata sui seguenti punti all’Odg:
1 – L’organigramma della Direzione Nazionale
2 – Il regolamento della Direzione Nazionale
3 – I bilanci consuntivo 2004 e preventivo 2005
4 – Analisi del voto referendario
Non troverete una sola parola sui primi tre punti. Mentre troverete il dibattito che si è svolto attorno al quarto punto, anche se, come potete vedere la discussione non si limita, come è ovvio, alla sola analisi del referendum ma si allarga alla situazione politica nazionale ed internazionale (inspiegabilmente non inserita all’Odg. Ovvio che riteniamo il punto politico ineludibile per la discussione dell’organismo, appunto, politico, ma ci piacerebbe che lo fosse anche per chi convoca l’organismo stesso con la formalità dovuta).
Cercheremo di spiegare le ragioni della censura politica del dibattito operata dal Partito (Liberazione ha delegato le decisioni al Partito) sui primi due punti, con l’equilibrio necessario, nonostante la difficoltà che questo esercizio comporti dato che ormai la riduzione degli spazi di democrazia si stanno facendo sempre più intollerabili. (Sul terzo punto – il bilancio 2004 e il preventivo 2005 – il punto è stato rimandato alla prossima riunione della Direzione Nazionale del 27 giugno, per l’assenza del Tesoriere Nazionale per motivi personali).
Sui primi due punti, invece, le ragioni sono inaccettabili, se non lette dentro un clima generale di deficit sempre maggiore di democrazia interna che non possiamo rassegnarci ad accettare.
Nessuno pensa che l’organigramma interno o il regolamento di funzionamento della Direzione Nazionale siano documenti pubblicabili dal giornale. Ma quando la discussione che si svolge nella Direzione Nazionale verte, per oltre la metà della seduta, attorno al significato politico che i documenti in questione sottendono nelle proposte di punti formali e quando lo stesso Segretario nazionale interviene nel dibattito con un proprio intervento, il Partito ha il diritto di conoscerne il merito e l’esito.
Qual è il punto politico-organizzativo di cui abbiamo aspramente dibattuto nella Direzione Nazionale nell’approvare il regolamento interno della Direzione?
Si parte da un’analisi, condivisa da tutti, della difficoltà ad uscire dal VI congresso (imposto a mozioni con conseguenze prevedibili), della difficoltà che le realtà periferiche incontrano a riconsolidare lo spirito unitario (che sempre ha costituito la nostra “bussola” nell’orientare la politica messa in campo) per arrivare alla decisione di un riconoscimento delle opzioni politiche differenti che nel congresso si sono espresse. Tutto ciò anche con un sostegno economico delle proprie attività, affinché ciò possa costituire, in questa fase successiva, un passo in avanti nel tentativo di sbloccare una situazione che rischia di diventare non solo poco sostenibile ma anche paralizzante dell’iniziativa.
Questa in estrema sintesi l’enunciato della relazione del compagno Ferrara.
Sennonché, come sempre più spesso avviene nel nostro partito, alle parole poi corrispondono fatti e decisioni di tutt’altra natura e la decisione di censurare gli interventi inviati a Liberazione sulla discussione lo dimostra con chiarezza. Mai prima di oggi il Partito era intervenuto preventivamente, almeno formalmente e così palesemente, nel controllo di quanto i compagni intervenuti al dibattito inoltravano al giornale. Il Responsabile dell’Organizzazione oggi invece ha imposto che tutti gli interventi da pubblicare fossero mandati prima al Partito che, solo dopo la “scelta”: questo sì e questo no, li ha passati a Liberazione. Inutile dire che i “niet” sono stati per quelli di Bianca Bracci Torsi, Bruno Casati, Beatrice Giavazzi e Gianluigi Pegolo. Quattro dei cinque compagni della mozione 2 intervenuti proprio sui punti del regolamento.
Riportiamo i passaggi “novità” del nostro regolamento interno che sono esplicativi del carattere accentratore, verticista e lesivi del pluralismo interno, contenuti in alcuni passaggi.
Dal:
“REGOLAMENTO del Partito della Rifondazione Comunista
Direzione Nazionale (estratto)
Discusso ed approvato a maggioranza con 6 voti contrari (ESSERE COMUNISTI 2^ mozione) e 5 astenuti (Progetto Comunista 3^ mozione, Sinistra critica 4^ mozione, Rompere con Prodi 5^ mozione) nella seduta della Direzione Nazionale del 13 giugno 2005.”
“……..
III. Norme per i rimborsi delle spese
…………
2. …………. I rimborsi per le spese di viaggio e soggiorno ….. per le iniziative di carattere generale o elettorale devono essere documentate e preventivamente autorizzate dal Responsabile dell’Organizzazione (ndr.: componente della segreteria). I rimborsi per le spese di viaggio e di soggiorno per iniziative tematiche del Partito, pubbliche o meno, devono essere documentate e preventivamente autorizzate dal Responsabile dell’Area corrispondente (ndr. i componenti della Segreteria) L’autorizzazione è requisito necessario anche per la pubblicazione delle riunioni e delle iniziative sulla Pagina del Partito di Liberazione. I rimborsi per le spese di viaggio e soggiorno sostenute dalle compagne e dai compagni per eventi o iniziative non contemplate dal presente comma (ndr.: di carattere generale, elettorale e quelle tematiche) devono essere documentate e preventivamente autorizzate dal Tesoriere nazionale (ndr.: già dal V congresso abbiamo deciso che il Tesoriere non sia più nella Segreteria Nazionale. L’attuale tesoriere non è neppure membro della Direzione Nazionale).
……………”
IN QUESTO PUNTO, CIOÈ, SI DECIDE UN CONTROLLO STRETTO DELL’INIZIATIVA POLITICA DEL PARTITO(PER QUELLA ECONOMICA È GIÀ SUFFICIENTE L’OBBLIGO DI RENDICONTAZIONE E DEL DIRITTO AL RIMBORSO GIÀ SANCITO DAL REGOLAMENTO NAZIONALE PER I COMPONENTI DELLA DIREZIONE NAZIONALE ) DA PARTE DEI MEMBRI DELLA SEGRETERIA (ORGANO ESECUTIVO), O DEL TESORIERE NAZIONALE, SUI MEMBRI DELLA DIREZIONE NAZIONALE (ORGANO POLITICO). CIOÈ SI INTRODUCE UNO STRAVOLGIMENTO DELLA PREVALENZA POLITICA DEI DUE ORGANISMI, SENZA DIMENTICARE CHE IL PRIMO (LA SEGRETERIA) È COMPOSTO AL 100% DA COMPAGNI DELLA MAGGIORANZA, MENTRE IL SECONDO È COMPOSTO SU BASE PROPORZIONALE RISPETTO AGLI ESITI CONGRESSUALI. COSÌ NON SOLO LA SEGRETERIA SANCISCE UN CONTROLLO SULL’ORGANISMO POLITICO, MA È SOLO LA MAGGIORANZA CHE HA POTERE DI CONTROLLO TOTALE SULL’INIZIATIVA DI TUTTI.
“IV. Finanziamento delle riviste e luoghi di ricerca teorico-politica
Al fine di quanto previsto dall’articolo 3 e 8 dello Statuto, contestualmente con il bilancio, viene stabilita una quota da destinare alle riviste, ai luoghi di ricerca teorico politica, alle tendenze collegati ai documenti congressuali onde favorirne l’attività.
Per le iniziative pubbliche organizzate dai soggetti di cui al comma precedente non può essere usato il simbolo del Partito che è esclusivamente a disposizione degli organismi dirigenti (circolo, federazione, regionale e nazionale). E’ fatta salva la possibilità di esplicitare l’incarico ricoperto nel Partito da parte delle/dei singole/i compagne/i dirigenti.”
IN QUESTO PUNTO, IL PIÙ GRAVE A NOSTRO AVVISO, SI STABILISCE IL DIVIETO PER TUTTE LE MOZIONI CONGRESSUALI – QUELLA DI MAGGIORANZA COMPRESA – DI UTILIZZO DEL SIMBOLO NELLE PROPRIE INIZIATIVE. SU QUESTO PUNTO NON SONO NECESSARIE ULTERIORI NOTE, VISTO CHE GLI ALLEGATI INTERVENTI CENSURATI DAL PARTITO NE SPIEGANO (IN 20 RIGHE!) LE RAGIONI DEL DISSENSO. CREDIAMO, PERÒ, CI DEBBA FAR RIFLETTERE, RISPETTO AL DIBATTITO SUL SIMBOLO DEL PARTITO E SU CUI PIÙ VOLTE SIAMO INTERVENUTI ANCHE DURANTE IL CONGRESSO, IL FATTO CHE IL SIMBOLO, SEMPRE PIÙ, DIVENGA OGGETTO DI MODIFICAZIONI (SINISTRA EUROPEA È STATA DICITURA AGGIUNTA AL CONGRESSO SENZA CHE SU QUESTO I CONGRESSI DI CIRCOLO SI SIANO PRONUNCIATI; CON QUESTO ARTICOLO NON SOLO LE VARIE AREE VENGONO RELEGATE AD UN RUOLO “ESTERNO” AL PARTITO, NON SOLO DATO CHE L’UTILIZZO DEL SIMBOLO E’ RISERVATO AI SOLI GRUPPI DIRIGENTI DI PARTITO E QUINDI, NELLA STRAGRANDE PARTE DEI CASI ALL’AREA DI MAGGIORANZA (CHE QUINDI DI FATTO SE NE APPROPRIA), MA INFINE, DATO CHE NON VIENE COMUNQUE VIETATO L’UTILIZZO DI ALTRI SIMBOLI, CIO’ APRE LA POSSIBILITÀ DI VERE E PROPRIE INIZIATIVE FRAZIONISTICHE. PENSIAMO COSA SI POTREBBE VERIFICARE SE L’AREA DI MAGGIORANZA (PER UN’ALTERNATIVA DI SOCIETA’) DECIDESSE DI PROMUOVERE SISTEMATICAMENTE INIZIATIVE PROPRIE UTILIZZANDO IL SOLO SIMBOLO DEL PARTITO DELLA SINISTRA EUROPEA, COSA CHE CON QUESTO REGOLAMENTO VIENE OGGI CONSENTITA. NOI PENSIAMO, AL CONTRARIO, CHE IL SIMBOLO DEL PARTITO SIA DAVVERO ELEMENTO DISTINTIVO DI TUTTI NOI (NON SOLO I DIRIGENTI NAZIONALI O SOLO LA MAGGIORANZA) COSÌ COME SEMPRE È STATO, ANCHE NELLA NOSTRA STORIA, DOVE HA SEMPRE SIGNIFICATO L’APPARTENENZA DEI COMUNISTI ALLA PROPRIA ORGANIZZAZIONE, DA ESIBIRE CON ORGOGLIO, RISPETTO E CON LA MASSIMA DIFFUSIONE POSSIBILE. (RICORDIAMO CHE QUALCUNO SI ERA DATO TANTO DA FARE PER DIRCI CHE IL PESSIMO RISULTATO DELLE ELEZIONI REGIONALI DEL PARTITO FOSSE DIPESO ANCHE DALLA CONFUSIONE CON ALTRI SIMBOLI SIMILI. COMINCIAMO COSÌ A TOGLIERLO DI MEZZO PER FARE MENO CONFUSIONE DEL TUTTO?)